Una superclassica del Gran Sasso. Tra le prime vie aperte sulla parete est del Corno Piccolo ancora oggi frequentata e apprezzata.
Coma cambiano i tempi; fino a non moltissimi anni fa sulla parete est potevi anche fare la fila per salire la via a destra o lo spigolo a destra o qualsiasi altra via della parete.
Oggi solo poche cordate ripetono queste vie che richiedono capacità alpinistica e lettura della roccia. Probabilmente sarà "colpa" della chiodatura, spesso molto scarna oppure quasi assente oppure della roccia, non sempre ottima.
Sulle Spalle, ad esempio, sempre più vie hanno soste con fix e tratti attrezzati per un'arrampicata "plaisir" (per puro piacere). Non è certo una colpa preferire queste vie alle altre, ognuno sceglie in base alle proprie inclinazioni.
Speriamo solo che non venga in mente a nessuno di "spittare" queste "vecchie" vie per poter permettere a tutti di salirle. Tutto qui.

Aperta nel 1956 mantiene ancora oggi il suo fascino. Pochissime le protezioni (perlopiù vecchi chiodi e cordini marci), la roccia a tratti (brevi) è un po' erbosa o rotta.
Le soste sono tutte attrezzate (attenzione! controllate sempre lo stato della sosta), con chiodi o con cordini; alcune soste che si incontrano possono essere saltate.
Non è una via facile da indovinare, in alcuni punti richiede intuito oppure una relazione dettagliata. Il passo dato in artificiale può essere semplicamente azzerato.
Non è necessario portare chiodi, necessari invece una serie di dadi e friend, indispensabili i cordini (parecchie clessidre).
Leggendo le varie guide alpinistiche del Gran Sasso si nota che questa via è tra le poche che mette d'accordo quasi tutti gli autori. L'unica che si scosta un po' dal V e A2 è la guida di Lattavo e Antonioli che assegna un 5c ai passaggi più duri.

Accesso

Attacco nel netto diedro a destra dello Spigolo, alla base piccola lapide in ricordo di Achille Cardarelli.

Relazione

1 tiro) Si risale il fondo del diedro - Diff max: V - Lun: 40 m - Prot. 2 ch. + 2 cl. - Sosta: 1 ch. + cl.
2 tiro) Ancora sul fondo del diedro per 15 metri poi traversare nettamente a sinistra sotto uno strapiombo. Terminato la strapiombo risalire per facili ramper fino alla sosta - Diff max: IV+ - Lun: 40 m - Prot: 1 sosta (opzonale) + 1 cl. - Sosta: 2 ch. + cl.
3 tiro) Risalire le paretine soprastanti un po' ingombre d'erba poi entrare in un canale (Attenzione! non andare a destra) ed infine superare uno strapiombo - Diff max: V - Lun: 50 m - Prot: 2 ch. + 2 soste (opzionali) - Sosta: 2 ch.
4 tiro) Dritti per paretine fino sotto un netto spigolo strapiombante con chiodo. Non prendere il diedro di sinistra (sembra più logico, cordini di errori) ma traversare nettamente a destra, scavalcare lo spigolo e per una rampa fessura fino alla sosta con chiodo Mari - Diff max: V+ - Lun: 30 m - Prot: 2 ch. + 1 sosta (opzionale) - Sosta: 3 ch.
5 tiro) Andare sotto lo strapiombo, risalire il diedrino verso destra e per i chiodi superare lo strapiombo superiore. Sopra lo strapiombo una larga fessura - Diff max: V e A0 o VII - Lun: 25 m - Prot: 5 ch. - Sosta: 2 ch.
6 tiro) Ancora un poco verso destra poi superare uno strapiombo quindi per una larga fessura fino ad un terrazzino - Diff max: IV+ - Lun: 40 m - Prot: 1 ch. + sosta (opzionale) - Sosta: 2 cl. (da attrezzare)
7 tiro) Per una bella placca si obliqua verso sinistra e si entra nel canale che si segue sul fondo - Diff max: III - Lun: 60 m - Prot: 2 ch. - Sosta: 1 cl. (da attrezzare)
8 tiro) Facili roccette in cresta - Diff max: II - Lun: 15 m

Discesa

Per il canale di Mezzo (versante nord del Corno Piccolo) oppure dalla cima del Corno Piccolo (Danesi o Normale)

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Dati

  • Aperta da Franco Cravino, Silvio Jovane il 29 agosto 1956
  • 1 solitaria Marco Florio nel 1960
  • 1 invernale Franco e Piero Bellotti, Geri Steve il 5 marzo 1967
  • Sviluppo: 300 m
  • Difficoltà: V obbligatorio (passo di A0 oppure VII)
  • Esposizione: Est

Immagini

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