Tutti gli Alpinisti (A maiuscola) del centro Italia conoscono Fulmini e Saette. La conoscono di fama perchè a ripeterla vanno in pochi, molto pochi. A farla conoscere anche il fatto che quest'inverno, dal 10 al 12 febbraio, è stata effettuata la prima ripetizione invernale a cura degli alpinisti teramani Lorenzo Angelozzi, Andrea Di Donato e Andrea Di Pascasio e il numero di Alp (maggio 2011) ha pubblicato un servizio sulla salita di questo itinerario.
Aperta da Massimo Marcheggiani e Lorenzo Brunelli negli anni '80 fu subito classificata come "molto difficile", passaggi di VII senza troppe protezioni in un ambiente selvaggio come è il Paretone. Ancora oggi in pochi si avventurano tra queste pareti e quei pochi hanno parole di grande ammirazione per chi l'ha aperta e per l'arditezza del percorso.

"Via dal carattere alpinistico a tutti gli effetti, dove l'ambiente regna sovrano" questo l'ultimo commento sentito a proposito della via, parole di Daniele Moretti che, in cordata con Adriano Olivieri ha ripetuto di recente questa via. Sua la relazione, le foto e tutti i dati riportati in seguito. Ulteriori informazioni e foto possono essere visualizzate sul sito http://dmpmontagna.blogspot.com.

Avvicinamento e Attacco

Nella guida dei monti di italia del "Gran Sasso d'Italia" (Ed. Cai -Touring) la descrizione dell'avvicinamento e dell'itinerario è in genere buona: l'individuazione dell'attacco della via dalla rampa obliqua non è immediato.

Dal parcheggio dell'Arapietra (1580 m) risalire per sentiero lungo il crinale, oltrepassare l'arrivo della gabinovia e raggiungere il Passo delle Scalette (2100 m). Continuare in direzione del rifugio Franchetti per altri 50 metri circa lungo il sentiero. Prima che il sentiero inizi a salire, abbandonarlo e traversare a sinistra per prati e blocchi di roccia senza traccia marcata. Superare una conca erbosa e aggirando dei grossi blocchi rocciosi a sinistra raggiungere una ampia sella erbosa.
Risalire la rampa in obliquo verso sinistra (II-III, una vecchia fettuccia su clessidra dopo 30 m ) in direzione di un caminetto (55 metri). Scalare il caminetto (III) e proseguire in obliquo verso sinistra (II) fino a raggiungere all'inizio della cengia erbosa in prossimità dello spigolo della Cresta NE dell'Anticima (60 metri).
Risalire qualche decina di metri verso destra e oltrepassare un primo profondo canale in alto, aggirando un sperone roccioso con breve arrampicata. Oltre lo sperone scendere un ripido canale fra erba e ghiaie che conduce al centro di un liscio canale di roccia. Qui ha inizio l'accesso alla cengia dei Fiori, tramite una rampa di roccia obliqua verso sinistra.
Proseguire slegati lungo la cengia erbosa. Aggirato lo spigolo di roccia, proseguire per alcune decine di metri sulla cengia fin dove non si interrompe. Scendere con una doppia da 15-20 metri nel canale ghiaioso (2 spit con catena. Nota: si puo evitare la calata in doppia traversando su pendio esposto di erba e roccia marcia, sconsigliato).
Risalire il canale per 20 metri e proseguire lungo la cengia su pendio erboso verso sinistra con passi a volte delicati. Una traccia poco marcata prosegue in orizzontale su terreno esposto. Conviene abbandonarla e risalire per 20 metri su pendio fino ad un forcellino alla base della parete dove attacca la via "Nebbie del Paretone". Con una doppia da 40-45 metri, attrezzata su tre ancoraggi (spit o chiodi), si scende un ripido e esposto pendio misto fra erba ghiaia e roccia marcia (possibile anche in libera..., ma pericoloso!).
Attraversare vari canali e scendere in direzione della verde e ampio terrazzo erboso posto sotto la verticale calata della vetta dell'Anticima. Con una calata in doppia di 25 metri, attrezza su due chiodi, si evita ancora di scendere un tratto esposto in libera (sacco di tipo speleo di color rosso appeso alla sosta). Proseguire attraversando pendi piu o meno ripidi fino ad una corda fissa che cala per 50 metri dentro un canale poco marcato (attenzione: corda vecchia e ancorata ad un solo chiodo a fessura!). Scendere in libera lungo la direzione della corda e aggirato uno sperone di roccia verso destra proseguire in direzione dei pendi erbosi senza difficoltà. Attraversato il pianoro erboso (con fiori viola..., siamo al centro della parete e sotto la verticale della vetta) aggirare in basso uno sperone roccioso evitando cosi di salire le rampe oblique che conducono all'attaco della via "Classica".
Oltre lo sperone possiamo distinguere due rampe oblique: salire quella di destra per 250-300 metri circa (passaggi fino al III). A monte di una placca compatta grigio nero e in prossimità di un piccolo terrazzino bisogna individuare un accesso alla via in obliquo verso destra su rocce articolate e erba. Prendere come riferimento la direzione del canale-diedro (sosta di attacco da attrezzare. Tempo 4-5 ore dal parcheggio).

Relazione

  • L1) Salire in obliquo verso destra su rocce piu o meno compatte ... e erba (IV+) in direzione di un canale diedro per circa venti metri. In prossimità di un chiodo, traversare a destra e portasi sullo spigolo sinistro del canale (35 metri, sosta da chiodare. Da qui si vede in basso a destra la spaccatura con il masso incastrato citato sulla guida del Cai - Touring).
  • L2) Salire su rocce rotte e blocchi gialli in direzione del camino fino alla nicchia gialla (V, due chiodi vecchi dentro la nicchia). Superare lo strapiombo (VII, due chiodi) e proseguire in fessura (VI/VI+, friend incastrato con fettuccia rossa visibile dall'attacco della via sulla rampa obliqua). Rientrare nella fenditura (blocchi di roccia staccati) per pochi metri e poi traversare (V e VI) in obliquo vero sinistra su placca grigia-nera di buona roccia. Da un chiodo si sale verticalmente per poi ritornare verso destra su una cengia orizzontale costituita da un lastrone di roccia staccato (sosta da attrezzare, 50 m).
  • L3) Spostarsi verso destra per 4 metri e entrare nel camino. Salire 3 metri (V-) e traversare a sinistra verso una placca gialla all'inizio, poi grigia (V/V+, tratto da proteggere con chiodi). Scalare la placca grigia in obliquo verso sinistra (ch.), poi in verticale per fessure (V+/ VI). Superare un tratto piu verticale e delicato che esce su una sottile cengia erbosa (VI/VI+, poco protetto). Obliquare verso destra fino ad una sosta da attrezzare alla base di un breve camino (50 metri).
  • L4) Dritti in fessura, poi in obliquo verso sinistra (IV+) lungo un camino appoggiato con roccia a tratti friabile. (nota : non seguire il canale erboso che va destra e porta su un terrazzo con erba alla base di una placca verticale) Superare una strozzatura (V) e proseguire lungo la rampa fino alla base di due tetti gemelli (50 metri, sosta su clessidra e chiodo).
  • L5) Traversare a destra e scalare il tetto di destra lungo una fessura-diedro aggettante (VI/VI+, da proteggere). Proseguire su fessure (V) fino ad un terrrazzo erboso (40 metri, sosta da attrezzare).
  • L6) Scendere a destra per 5 metri su una rampa erbosa fino al ciglio della parete(delicato). Scalare in obliquo verso destra una placca compatta per tre metri (V+, chiodo in alto su un buco giallo).Traversare a brevemente a destra e entrare nel camino.Scalare il camino (V) che diviene in fessura fino al termine (IV+) fino ad una cengetta posta a sinistra di un grande diedro fessura aggettante (45 metri, sosta su chiodi di cui uno rotto).
  • L7) Traversare a destra e evitare il diedro fessura a sinistra su una fessura in placca (V). Scalare la fessura (ch. a U su una scaglia) e superare un breve strapiombo (VI). Proseguire verso sinistra in obliquo (V+) in direzione dell'uscita del diedro camino (50 m).
  • L8) Si salgono le sovrastanti rocce (IV+) articolate che conducono ad una serie di camini fessura verso destra. Traversare una 5 metri in placca (V+) e entrare nel camino che va seguito in verticale (IV+) fino a termine della corda (rocce articolate e blocchi incastrati, 55 m. Sosta da attrezzare in una nicchia con un chiodo a lama).
  • L9) Si prosegue lungo la direzione del camino, stando in placca a sinistra in alcuni punti (V-, 45 metri, sosta da attrezzare).
  • L10) Si prosegue sempre nella direzione della linea del camino fessura. Superare due strozzature, di cui la seconda piu difficile e strapiombante (ch. mezzo di fuori, V+) fino ad un intaglio. Scalare la bella placca di roccia compatta e ruvida (clessidra, V). Proseguire a destra su un diedro poco marcato (ch., V+) e uscire verso sinistra su rocce piu facili. Proseguire per altri 25 metri su rocce articolate in obliquo verso destra (III) fino alla base della cresta (55 metri, sosta su un ch. da rinforzare con friend).
  • L11) Scalare il facile canale a sinistra della cresta e proseguire in cresta fino in vetta all'Anticima N che conduce al sentiero della Ferrata Ricci (55 m, II e III).

Discesa

Scendere per la Ferrata Ricci fino al Franchetti (30 minuti) e proseguire per sentiero fino Arrapietra (1,30-2.00 ore).


Schizzo della via Fulmini e Saette

Dati tecnici

  • Aperta da Massimo Marchegiani e Lorenzo Brunelli l'8 luglio 1987
  • Sviluppo: 700 m (dalla cengia dei Fiori)
  • Difficoltà max e Impegno: VII / ED
  • Esposizione: Est
  • Tempi: 4-5 ore per l'avvicinamento dall'Arapietra, 10 ore per la salita, 2.00/2.30 per la discesa
  • Roccia: da buona a rotta (!), con zolle di erba verticale anche su passi impegnativi. Nei tiri più "facili", tra rampe e camini, si passa di frequente su grossi blocchi di dubbia stabilità. Nei passi difficili la roccia è speso buona... Magnifica è la placca finale del penultimo tiro.
  • Protezioni: Non tutte le soste sono attrezzate e spesso vanno chiodate. I pochi chiodi di passaggio non sono sempre ottimi. Oltre ad una serie di friends e nuts, sono utili almeno 7-8 chiodi a fessura di vario tipo fra cui lame sottili e un paio a U.

Foto di Daniele Moretti

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