Una delle diverse vie aperte dalla coppia ascolana Bachetti-Fanesi. Anche questa all'inizio fu sottgradata dagli autori che la valutarono IV+. Poi con gli anni gli è stato riconosciuto il grado che merita, un bel V sostenuto. La roccia è ottima anche se nel passo chiave il grosso masso incastrato non suona poi molto bene per cui se è possibile meglio non tirarlo troppo. Le soste sono attrezzate e la via è proteggibile facilmente con friend e sfruttando le numerose clessidre presenti. Le protezioni lungo la via sono quasi assenti, alcuni cordoni marci e qualche chiodo. Ideale se si ha poco tempo a disposizione, si raggiunge facilmente e la discesa è abbastanza rapida. Esposta a nord prende il sole solo nel tardo pomeriggio e se questo, fino a poco tempo fa, era uno svantaggio, oggi con le alte pressioni (e alte temperature) che si susseguono senza sosta è un fattore da non sottovalutare. E' possibile lasciare lo zaino all'attacco della via perchè il percorso di discesa passa molto vicino. Per arrivare all'attacco è consigliabile seguire il percorso per la cresta nord-est fino alla base della parete. Una via piacevole e consigliabile.

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Avvicinamento e attacco

Dagli impianti, seguire il sentiero per il rifugio Franchetti. Superata la deviazione per il sentiero Ventricini si continua in leggera salita. Ad una netta curva si lascia la mulattiera e si segue una traccia tra l'erba che sale ripida verso la base della parete. Per tracce di sentiero si giunge ad un forcellino su una crestina. Si traversa in leggera discesa ed in breve si è alla base della parete. La si costeggia per poco e, nel punto più basso, alla base di un pilastro delimitato da due grossi diedri si attacca per delle fessure che obliquano verso sinistra.

Relazione

  • 1° tiro: per fessure fino ad una cengia erbosa, qui spostarsi verso sinistra (ch.) fino alla base di uno strapiombo (30 m, IV, 1ch. - Sosta: 2 ch.). Variante: dalla base del pilastro, invece di spostarsi a destra per predere le facile fessure andare dritti e ad un tetto seguire la fessura che lo incide alla base. Terminato il tetto dritti per fessura fino alla sosta (da proteggere, V+, molto bello).
  • 2° tiro: dritti per la fessura che piega leggermente verso sinistra. Dopo un primo tratto che supera una larga fessura si giunge sotto uno strapiombo (ch.), si esce sulla destra (cl.) e, cercando di non tirare troppo un grosso masso incastrato, si rientra nella fessura (25 m, V+, 2 ch.+1 cl., - sosta 3 ch.).
  • 3° tiro: si segue una serie di fessure e brevi placche, dopo poco meno di 30 metri si incontra una sosta con 3 chiodi, proseguire dritti (oppure poco a sinistra) fino sotto una fascia strapiombante. Qui si obliqua verso destra e si sosta sotto lo strapiombo (53 m, IV+ il primo tratto poi IV, 1ch.+1 cl. - sosta su 2 ch.).
  • 4° tiro: ci si sposta pochi metri a destra quindi dritti per un diedro molto ammanigliato quindi per paretine fino ad un forcellino dove si incrociano altre vie (45 m, III+, 1 cl. - sosta su clessidre). Da qui, se ci si sposta sulla sinistra, attraversato un canale ci sono le doppie attrezzate per la calata in doppia.
  • 5° tiro: senza difficoltà si salgono delle paretine quindi si obliqua a sinistra fino a raggiungere la cresta (70 m, II).

Discesa

Dalla cresta nord-est si scende per un breve tratto (esposto) fino a raggiungere l'ancoraggio per la doppia che permette di giungere alla base della parete. Da qui prima per un canalino quindi per tracce di sentiero si torna facilmente all'attacco della via.


tracciato della via Bachetti-Fanesi

Dati tecnici

  • Aperta da Francesco Bachetti e Peppe Fanesi, 28 settembre 1969
  • Prima solitaria: Massimo Marcheggiani, 1979
  • Prima invernale: Marco Baiocco e Felice Colasi, 31 dicembre 1983
  • Sviluppo: 220 m
  • Difficoltà massima: V (5a)
  • Impegno: R2/II
  • Esposizione: nord
  • Materiale necessario: normale dotazione alpinistica, portare diversi cordini per le numerose clessidre presenti.

Foto di Antonio Palermi e Andrea Di Bello