Sicuramente l'itinerario alpinistico più ripetuto e apprezzato di Pizzo del Diavolo: esposto, lungo, non banale e piacevole. Anche se lo spigolo può essere percorso da solo conviene abbinarlo ad una via sul Gran Gendarme e la Direttissima al Colletto, per il tipo di difficoltà e la logicità del percorso si adatta perfettamente. La prima parte si svolge in un diedro-camino poi, dopo il Gran Gendarme, segue un tratto rotto e facile infine lo spigolo diventa aereo e la roccia si fa più compatta. Le difficoltà sono omogenee e non vanno mai oltre il V grado. La chiodatura è scarsa ma presente nelle difficoltà, consigliata una serie di dadi e/o friend. Consigliata anche la variante di Tito Ciarma dopo il secondo tiro della Direttissima al Colletto per la migliore qualità della roccia. Su questo tiro era presente uno di quei rari chiodi "Mari" realizzati a mano e di acciaio inox. Praticamente indistruttibili. Martellati con mazzetta di 3 Kg erano una sicurezza. Qualcuno l'ha tolto e l'ha sostituito con uno spit, senza parole.

La via è abbastanza lunga e richiede un minimo di allenamento, le soste non sono tutte buone ed spesso occorre rinforzarle, per questo anche un set di chiodi può essere utile.
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Avvicinamento e attacco

Da Forca di Presta si segue il sentiero per il Vettore #. Giunti al rifugio Tito Zilioli si lascia il sentiero principale e si scende nel vallone verso il lago di Pilato. Dopo un tratto esposto (Le Roccette) il sentiero si fa più tranquillo e scende dolcemente fino al lago. Qui occorre risalire l'altro versante e traversare subito su una netta traccia di sentiero # in direzione della Grotta Bivacco, ben visibile alla base della parete del Gran Gendarme. L'attacco è una decina di metri a destra della grotta Bivacco in prossimità di un diedro-camino.

Relazione

  • 1° tiro: si attacca il lato destro del diedro (chiodo all’inizio) e dopo circa 8/10 metri, superando a destra uno spigoletto, si prosegue su parete articolata fino ad un tratto erboso, arrivando dopo pochi metri alla base del camino principale dove si sosta, chiodo e anello cementato (40 m, III+)
  • 2° tiro: Si scala ora il camino sbarrato da un tetto, sempre sul lato destro si punta al restringimento, (chiodo di protezione poco prima). Si supera faticosamente la strettoia, poi si prosegue nel diedro-camino sovrastante (chiodo recente di protezione all’inizio), fino a che questo risulta sbarrato da un tetto (vecchio chiodo di protezione con il corpo quasi tutto fuori dalla roccia, comunque utilizzabile). A questo punto si esce sulla sinistra e si continua su placca gradinata fino ad un terrazzo, sempre nel camino principale, dove si sosta con tre chiodi e cordone (40 m, IV+)
  • 3° tiro: La via originale prosegue nel camino che caratterizza la via senza difficoltà rilevanti, mentre è consigliato fare la “variante Ciarma” all’ultimo tiro, che corre parallelamente al camino in piena parete e termina nella stessa sosta del tiro originale. Dalla seconda sosta traversare orizzontalmente 5 metri a destra fino ad aggirare lo spigolo. Salire in piena parete (clessidra con vecchio cordino all’inizio, poi chiodo) sfruttando banchettoni e diedrini, poi spostandosi a sinistra verso il camino della via originale, si arriva ad un terrazzo erboso dove sul muro a destra si sosta con due spit (50 m, V-)

Da questo punto ci si può sciogliere e proseguire con attenzione per cenge prative e rocce gradinate # #, fino a raggiungere l’attacco dello spigolo Bafile (circa 30 minuti). Oppure traversare lungamente a destra (faccia a monte) e uscire direttamente sul ghiaione che contorna lo scoglio di Pizzo del Diavolo. Da questo scendere verso il fondovalle per tornare all’attacco della Direttissima al Colletto. Se decidete per lo Spigolo Bafile, dall’ultima sosta a spit si prosegue salendo verso l’alto su erba tra rocce, fino ad infilarsi nella cengia con andamento a destra (nord). Traversare lungamente per circa 70/80 metri fino a che la barra di rocce che avete verso monte si assottiglia ed è rotta da un canale roccioso che si supera abbastanza agevolmente (tracce di passaggio sul terreno II+). Una volta sopra salire decisamente a sinistra, in direzione dello spigolo tra erba e paretine di roccia. Raggiunto lo spigolo su un forcellino avrete la testa del gendarme proprio sotto di voi, proseguire in piena parete per diedrini, e placche (qualche passo di III°), fino a che queste terminano in un grosso antro con il fondo erboso. Alla sinistra di questo troverete una sosta costituita da uno spit “Cassin” (poco visibile) e un chiodo. (ricongiungimento allo spigolo di circa 100 metri di dislivello).

  • 1° tiro: Salire a sinistra della sosta sfruttando delle lame in piena esposizione, rimontando le stesse si giunge ad un terrazzino alla base di una fessura obliqua verso destra. Si prosegue per qualche metro lungo la fessura con passaggio atletico, progredendo poi verso sinistra per riprendere il filo dello spigolo. Ora con bella arrampicata e vista stupenda sul bacino del lago di Pilato, si prosegue sul filo di rocce a tratti rossastre che conducono ad un comodo terrazzo alla base di una corta e verticale fessura che incide una paretina (vari chiodi lungo il tiro). La sosta si trova alla base di questa su chiodi e sasso incastrato. (55 m, 3 protez. IV+).
  • 2° tiro: Dal terrazzo si prosegue attaccando la fessura sovrastante con vigorosa arrampicata, sfruttando anche i sassi incastrati presenti al suo interno. Una volta superata si arriva ad un terrazzino dove è presente uno spit utile per assicurare il secondo di cordata; per il difficile scorrimento delle corde durante questo tiro, è consigliato fare sosta qui. (6 m, V).
  • 3° tiro: Si prosegue sulla cengia successiva fino a che questa muore, poi superando un muretto sulla destra si sale in cima al pilastro. Ora leggermente in discesa e in direzione della parete principale si scende disarrampicando all’intaglio # oltre il quale risalendo qualche metro si trova la sosta composta da due chiodi. (40 m, II).
  • 4° tiro: Proseguire per l’ultimo tiro che si attacca per una divertente placca iniziale al di sopra della sosta. Poi spostandosi verso la sinistra dello spigolo (chiodo) si prosegue su paretine e diedri articolati (friend incastrato). Uscire dopo alcuni metri sul filo dello spigolo giungendo ad un terrazzino con chiodo sulla sinistra e poi ad un successivo terrazzo dove si trova la sosta su due chiodi con cordone. (55 m, IV-)
  • Non rimane che slegarsi e riprendere la salita verso la cima di Pizzo del Diavolo, facendo naturalmente attenzione a tutto quello che mettiamo sotto i piedi #. La parete pur abbattendosi di verticalità è notevolmente rotta con roccia che si muove ad ogni passo. Dopo una quindicina di minuti di salita saremo in cresta, verso sinistra fino al suo culmine. (salire per 80 metri circa di dislivello fino in vetta).

Discesa

Dalla cima di Pizzo del Diavolo si scende ad una sella quindi si risale per una esile cresta fino alla Cima del Redentore. Da qui si segue la lunga cresta che, verso sud, supera Cima Lago e Ciam di Prato Pulito. Dopo ques'ultima cima si raggiunge il rifugio Zilioli e da qui per l'itinerario di salita si torna a Forca di Presta.

tracciato della via direttissima al colletto tracciato della via spigolo bafile

Dati tecnici Direttissima al Colletto

  • Aerta da Domenico d’Armi e Angelo Maurizi il 12.08.1934
  • Prima invernale: Tiziano Cantalamessa, Bruno Tosti, Tito Ciarma, A. Ciabattoni, R. Ercoli, Renato Mancini nel marzo 1975
  • Prima solitaria: probabilmente Luigi Mario nel 1962
  • Sviluppo: 100 m
  • Difficoltà massima: IV
  • Impegno: R2/II
  • Esposizione: est
  • Materiale necessario: normale dotazione alpinistica.

Dati tecnici Spigolo Bafile

  • Aperto da Andrea Bafile, Domenico d’Armi e Angelo Maurizi il 15 agosto 1947
  • Prima invernale: E. Costantini, G. Del Campo il 11 febbraio 1964
  • Prima solitaria: probabilmente Luigi Mario nel 1962
  • Sviluppo: 300 m
  • Difficoltà massima: V
  • Impegno: R3/II
  • Esposizione: Est
  • Materiale necessario: normale dotazione alpinistica.

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