Gran parte della Majella è costellata da grotte usate dai pastori come ricovero. Nella valle che dal monte Amaro scende fino a Fara San Martino le più conosciute sono: la grotta del Milazzo, la grotta dei Porci e la grotta dei Diavoli. Quest'ultima è situata proprio all'inizio della valle Cannella, a circa 2100 m di quota, sulla destra orografica. Per arrivarci occorre partire da Fara e superare rispettivamente la valle di Santo Spirito e la valle di Macchia Lunga. In realtà si tratta della stessa valle ma, è talmente lunga, che cambia nome per ben 3 volte. Questa grotta, come le altre, è solo un piccolo antro che comunque offriva al pastore un riparo più solido e riparato rispetto alle capanna di fondo valle. Oggi molti di questi rifugi sono stati restaurati e possono servire da riparo agli escursionisti. La grotta dei Diavoli è posta in un luogo molto suggestivo, sotto grandi strapiombi con vista su gran parte della vallata. Arrivarci non è difficile; il sentiero è ben marcato e non presenta difficoltà particolari. Il dislivello però è notevole: circa 1650 m e quindi richiede un buon allenamento. Se poi siete ancora "affamati di panorama", e non volete scendere per l'itinerario di salita, dalla grotta si può salire alla Cima dell'Altare e chiudere un anello che, come panorama e bellezza, ha pochi rivali.

E' un itinerario con numeri molto grandi (2300 m di dislivello e oltre 30 Km di sviluppo) quindi, se si decide di farlo, occorre essere esperti e ben allenati. Esperti perchè dopo la grotta non ci sono più segni e per un tratto non c'è neanche il sentiero. Lungo la discesa poi, dopo il monte Tarì, non è per nulla facile trovare la traccia e le probabilità di perdere la traccia, tra il fitto bosco che scende a picco sopra Fara San Martino, è molto alta. Quello che lascia interdetti è che si tratta di un sentiero "ufficiale" dell'Ente Parco della Majella (sentiero H3) e come tale dovrebbe assicurare una percorrenza senza grossi problemi. Invece, proprio nel tratto che può essere pericoloso spesso si perde nel bosco, ogni tanto si trova qualche segno ma non è facile seguire la giusta traccia. Quindi se si compie questo giro, è prudente informarsi prima e comunque, in questo tratto, essere molto vigili. Anche le carte in commercio non aiutano poichè nella zona del monte Tarì non sono precise e contengono errori. Lungo la valle è possibile rifornirsi d'acqua nelle fonti di Vaiz' Long, delle Vatarelle e del Milazzo. Se avete fiato da vendere è consigliato l'intero giro ad anello, altrimenti anche la grotta dei Diavoli può essere una meta di grande soddisfazione.

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Accesso

Poco prima della gola che immette nella valle di Santo Spirito c'è un parcheggio: Attenzione! è sconsigliato fermarsi qui poichè di recente (estate 2014), si sono verificati diversi furti con rottura dei finestrini. Conviene parcheggiare davanti al bar proprio all'imbocco della strada bianca che conduce al parcheggio. Speriamo che questo serio problema venga risolto al più presto.

Salita

Dal parcheggio (490 m circa) si entra nello stretto canyon # che immette nella valle di Santo Spirito e si oltrepassano i ruderi del convento di San Martino in Valle. Poco oltre si oltrepassa la fonte di Vaiz' Long poi, tra alte pareti rocciose, si continua sul fondo della valle e si raggiunge la fonte delle Vatarelle. Un breve salita un po' più ripida e si è alla Bocca dei Valloni dove si incrocia il sentiero che sale verso Grotta Callarelli, la Val Serviera e alla cascata del Macellaro (1055 m, 1:20 ore #). Qui la valle di Santo Spirito cambia nome e diventa valle di Macchia Lunga. Senza grandi dislivelli si prosegue nel fitto bosco di faggi. Dopo alune radure si raggiunge un'altra fonte (Fonte del Milazzo, 1596 m, 2:15 ore) proprio sotto l'omonima grotta (Grotta del Milazzo # # #). Un breve tratto e si oltrepassa il bivio # per la Grotta dei Porci e la Valle delle Mandrelle (1660 m circa) poi il sentiero raggiunge una zona di ampie radure #. Ancora un tratto di bosco e si raggiunge la località Sala del Monaco, un'ampia radura con alcuni massi scolpiti dai pastori #. Qui si incrocia un sentiero che verso destra conduce al Piano della Casa (1915 m circa #). Si prosegue dritti e dopo un altra breve salita (la valle cambia di nuovo nome e diventa valle Cannella) su ghiaione si raggiunge il bivio per la grotta dei Diavoli (2045 m circa, 3:00 ore #). A sinistra si segue una traccia sul ghiaione che, dopo una breve rampa, raggiunge la base della parete e subito oltre il piccolo rifugio (Grotta dei Diavoli, 2120 m circa, 3:15 ore # #). Se si vuole continuare per la Cima dell'Altare occorre continuare sulla cengia (ricoveri #) fino a dove termina la parete rocciosa. Il sentiero si fa meno marcato e, sempre in piano, si continua a traversare su ghiaioni sotto delle caratteristiche formazioni rocciose, fino a raggiungere un ampio crinale (2175 m circa). Da qui di segue fedelmente il filo della cresta che delimita a sinistra la valle dello Stincone. Il percorso si snoda quasi sempre su pietraie # ma in un paio di tratti occorre superare brevissime paretine rocciose #. Giunti sotto la cima si traversa brevemente a sinistra e poco oltre si è in vetta (Cima dell'Altare, 2542 m, 4:45 ore # #).

Discesa

Dalla Cima dell'Altare si scende in direzione sud (sentiero H5). Dopo una piccola sella (località Piano Amaro) si continua su terreno semipianeggiante. Questo ampio crinale a nord precipita con pareti e ripidi ghiaioni mentre a sud è caratterizzato da vaste praterie che digradano verso la maestosa valle di Taranta. A quota 2045 m circa (colle Incotto), si oltrepassa il bivio con il sentiero H3 (ometto #) che scende verso il rifugio Tarì. Si continua sulla cresta (rari ometti #); raggiunto il bosco occorre fare attenzione perchè ci sono molti alberi caduti e la traccia non sempre è ben visibile #. Giunti sotto la piccola protuberanza del monte Tarì (ultimo colle prima della ripida discesa verso Fara) si lascia la cresta e si prende un sentiero che da una piccola sella devia verso destra (1467 m). Da qui non siamo in grado di descrivere in modo dettagliato il percorso poichè la traccia che abbiamo seguito non era quella giusta. Abbiamo ritrovato i segni più in basso #. Contiunando nel fitto bosco si raggiunge infine una pista # che passa davanti al rifugio del WWF (830 m circa #). Verso sinistra si continua su strada bianca #. Raggiunto un tornante verso destra, si lascia la strada principale e si segue la pista che prosegue verso sinistra (722 m circa). Per questa si torna al paese di Fara San Martino, nei pressi del parcheggio dove è stata lasciata l'auto (4:00 ore).

tracciato escursionismo, da fara alla cima dell'altare per la grotta dei diavoli - majella

Dati tecnici

  • Difficoltà: EE
  • Dislivello complessivo: fino alla grotta 1650 m circa - anello della Cima dell'Altare 2250 m circa
  • Orario complessivo: fino alla grotta 6:00/8:00 ore - anello della Cima dell'Altare 9:00/11:00 ore
  • Sviluppo complessivo: fino alla grotta A/R 25 Km circa - anello della Cima dell'Altare 30 Km circa
  • Segnaletica: vecchi segni verdi (F1 # #) della forestale e bianco-rossi (H1 #) del Parco fino al bivio per la Grotta dei Diavoli. Nulla fino alla Cima dell'Altare. Rari segni rossi e paletti di legno lungo la discesa, primo tratto sentiero H5 poi, da quota 2045, sentiero H3.
Cartografia
  • Carta 1:25000 Majella - SER
  • Carta turistica in scala 1:50.000 - Parco Nazionale della Majella
  • Carta 1:25000 Majella - Ed. Il Lupo

Foto di Antonio Palermi e Andrea Di Bello

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