Il monte Girella è la cima più alta della Montagna dei Fiori che è una delle due montagne dei Monti Gemelli, l'altra è la Montagna di Campli. Questa "Montagna" non è molto alta (poco più di 1800 m) nè molto vasta eppure presenta una varietà di ambienti notevole, possiamo trovare boschi e praterie, grotte e gole, pareti rocciose e piccoli laghetti, eremi e testimonianze pastorali. Il giro proposto è molto vario, abbastanza breve e senza particolari difficoltà. Si tratta di una anello intorno alla cima, una "circumnavigazione" della montagna che permette di spaziare in tutti e quattro i punti cardinali con panorami sempre diversi.

Punto di partenza le "Tre Caciare", dove termina la strada ed iniziano gli impianti da sci del Monte Piselli. Questa area recentemente è stata sistemata e segnalata, c'è un'area pic-nic con dei tavoli e panche. Purtroppo, come spesso accade, i soldi per fare qualcosa si trovano e quelli per mantenere l'esistente no. Così anche qui cartelli senza più indicazioni, staccionate in rovina, ecc. Pensiamo che sarebbe veramente necessaria una legge dove dagli enti e ai privati che realizzano opere "pubbliche", si esigesse l'obbligo della manutenzione per almeno 20 anni. Forse si farebbero meno opere ma non ci sarebbero in giro tante costruzioni diroccate che danno un senso di abbandono e di precarietà.

Dopo il Belvedere, il tracciato taglia tutte le Cupe della Montagna dei Fiori (canali che scendono in verticale dal versante est) sempre dentro un giovane bosco di faggi inframezzato da brevi radure erbose. Oltre ai faggi comunque sono presenti moltre altre varietà di piante, non ultimi tassi e abeti bianchi. Da queste radure è notevole il panorama verso l'Adriatico che, se la giornata è tersa, spazia dal Monte Conero fino a Pescara.

I Casali sono "caciare" ristrutturate di recente ed adibite a rifugio, almeno questa era l'intenzione ma, vedi il discorso fatto sopra, nessuna manutenzione e controllo ha portato queste strutture ad essere abbastanza degradate, mancano le porte, i pavimenti sono sfondati, ecc.

La sorgente della Girella è una vera rarità per questi posti veramente avari di acqua, nei pressi è stato costruito un discutibile altarino con madonna e santi.
Il "laghetto" è un pantano dove vanno ad abbeverarsi gli animali, di solito persiste tutto l'anno, da qui la vista spazia su tre gruppi dell'Appennino Centrale, i Sibillini, i Monti della Laga e il Gran Sasso.

In definitiva un percorso molto remunerativo; vario, panoramico e non troppo impegnativo. Da consigliare.


Le caciare

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi Le caciare sono piccole costruzioni in pietra a forma di igloo. Sono caratteristiche di questa zona e si ritrovano, anche se in forma diversa, sulla Majella (capanne a tholos). La pastorizia è stata per secoli la principale attività di questa zona e le "caciare" sono state utilizzate come ricovero temporaneo dai pastori che d'estate abitavano questa montagna.
Ne esistono più di cinquanta dislocate in tutta la zona, da San Vito a San Marco, sono costruite con le pietre raccolte in loco e sistemate "a secco" con l'inconfondibile aspetto di un igloo con le pietre disposte a cerchi concentrici, senza malta o altro aggregante.
La tecnica costruttiva non è per nulla banale basti pensare che il diametro della parte "abitabile" è la metà del diametro complessivo, questo vuol dire che lo spessore delle "mura" è notevole. La caciara, proprio per le sue ridotte dimensioni non può rappresentare un ricovero stabile, probibilmente il suo nome deriva dal fatto che i pastori ci lavoravano il formaggio (il cacio).

Da Wikipedia: "Le caciare erano utilizzate dai pastori per il proprio ricovero e per eseguire, in luogo riparato la lavorazione e per il deposito temporaneo dei formaggi. Il termine caciara potrebbe derivare da "cacio" e quindi luogo dove si produce e si ricovera il formaggio. Altra ipotesi più recente è quella legata alla parola "casale" usata dalle genti locali per indicare i capanni dove gli agricoltori ricoveravano gli attrezzi da lavoro da utilizzare per i terreni siti più in quota e quindi più difficili e più faticosi da raggiungere.
Le caciare hanno una struttura simile ai trulli della Puglia. La transumanza ha creato nei secoli una stretta relazione tra i pastori dell'Appennino centrale e il Tavoliere delle Puglie. Il termine "caciara" sembra derivare dalle liti che nascevano sulla proprietà degli attrezzi custoditi in questi capanni. Era infatti pratica comune usare un luogo comune per depositare gli attrezzi agricoli di più agricoltori. La volta circolare della caciara è realizzata con il sistema dell'arco a mensola."

Nel 1999 sono state ristrutturate ed oggi molte di loro sono in buono stato di conervazione. Un fatto curioso riguarda la loro dislocazione, sulla Montagna di Campli ad esempio non se ne trova solo una.

Bibliografia
  • E. Micati, Pietre d'Abruzzo. Guida alle capanne e ai complessi pastorali in pietra a secco, Carsa Edizioni, 2001
  • Carlo Cappelli, Le caciare, capanne di pietra con copertura a tholos della montagna dei Fiori
Monti Gemelli - Caciare
Monti Gemelli - Caciare
Monti Gemelli - Caciare
Monti Gemelli - Caciare
Monti Gemelli - Caciare
Monti Gemelli - Caciare
Monti Gemelli - Caciare
Monti Gemelli - Caciare
Monti Gemelli - Caciare

Foto tratte da logo flickr Flickr (Antonio Palermi)


Il Vallone

La Montagna dei Fiori vista dall'alto sembra un grande panettone, l'unico avvallamento significativo è rappresentato da questo valloncello che rompe il digradare uniforme dei pendii.
Frequentato da escursionisti e scialpinisti rappresenta un'alternativa alla salita classica della vetta per il versante nord.

Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone
Monti Gemelli - Il Vallone

Foto tratte da logo flickr Flickr (Antonio Palermi)


Accesso

Da Ascoli Piceno: prendere per Colle San Marco quindi proseguire per San Giacomo. Al termine del parcheggio, prima degli alberghi, prendere a destra il secondo bivio. Continuare per questa strada fino dove termina (impianti da sci di Monte Piselli).
Da Teramo: dalla SS. 81 deviare per Ripe poi proseguire per San Giacomo, quindi come sopra.

Relazione

Dal parcheggio si prende verso est, si oltrepassano gli impianti da sci #, si supera una zona per pic-nic # e quindi la zona delle "Tre Caciare" #.
Il sentiero entra nel bosco e per un breve tratto non è molto marcato. Attenti a seguire i segni bianco-rossi. In breve si giunge ad una "neviera" # dove veniva raccolta e coperta la neve per uso estivo. Da qui il sentiero si fa più marcato e il leggera discesa traversa dentro il fitto bosco.
Ad un incrocio (tabelle) si prosegue verso il "Belvedere" #, una radura da cui si vede la valle del Tronto e della Vibrata fino alle coste del mar Adriatico (0.15 ore). Da qui si prende a destra e, per il netto sentiero, si prosegue in piano. La traccia prosegue sempre nel bosco eccetto dei brevi tratti tra radure, quasi sempre in piano con lievi saliscendi superando le varie "cupe" (fossi) # che si incontrano.
Dopo circa 15 minuti dal belvedere si incrocia una pista che sale (1400 m circa), prendere a sinistra e dopo essere scesi per un centinaio di metri deviare a destra per il sentiero che prosegue in piano.
Altro bivio altra pista (1390 m circa, 0.40 ore), questa volta occorre prendere a destra, in salita, per proseguire poi nuovamente in piano fino ad una radura. Attraversato il prato (ometti) si rientra nel bosco per poco fino ad uscire nei vasti prati. In breve si raggiunge un cartello indicatore, da qui in salita si raggiungono i Casali (1435 m, 1.30 ore).

Dai Casali salire dritti verso la cima quindi obliquare verso sinistra (ometti) in direzione di un palo con segnaletica, proprio sul filo della cresta #. Giunti alle tabelle, inizia il sentiero che in piano traversa sul versante sud della Girella, questo tratto è segnato con dei vecchi segni rosso-celesti #.
Si prosegue per un bel tratto in leggeri saliscendi e dopo aver superato un marcato fosso si giunge alla fonte della Girella, una sorgente # dove nei pressi c'è un piccolo altarino e alcune piante # (1570 m, 2.15 ore).

Ancora un breve tratto pianeggiante quindi la traccia inizia a salire in un valloncello delimitato a destra da strati rocciosi. Ad una selletta il percorso torna di nuovo pianeggiane e supera alcuni stretti ed incassati valloni rocciosi fino a sbucare sulla piana del laghetto (1619 m, 2.45 ore).

Qui si è nella testata del Vallone, si raggiunge una tabella segnaletica # nei pressi (bivio per il monte Girella a sinistra) e si inizia a scendere nella valle. Senza problemi si raggiunge la macchia di faggi più in basso e per un comodo e largo sentiero si giunge al termine del Vallone dove occorre risalire una fascia rocciosa a picco sulla sottostante vena del Fucile.
Risalito questo breve tratto si incrocia la strada sterrata che in piano si ricongiunge alla strada carrozzabile # fatta all'andata e per questa al punto di partenza # (3.30 ore).

 

Dati tecnici

  • Dislivello complessivo: 500 m circa
  • Difficoltà: E
  • Orario: 3/4 ore
  • Sviluppo: 11 Km circa
  • Segnatetica: segni CAI rosso-bianchi escluso il tratto sopra le gole del Salinello dove sono presenti vecchi segni celeste-rosso.
Bibliografia
  • Monti Gemelli - le più belle escursioni (SER)
Cartografia
  • Carta 1:25000 Monti Gemelli - CAI Ascoli Piceno

Immagini