In appennino esistono poche vie ferrate e quasi tutte concentrate sul Gran Sasso. Attualmente sul Corno Piccolo ce ne sono due (la Ventricini e la Danesi) mentre sul Corno Grande una (la ferrata Ricci). Esistono poi tratti attrezzati per raggiungere il bivacco Bafile ed un'altra via dismessa (la via ferrata Brizio) perchè priva di manutenzione. Questi itinerari, dopo anni di abbandono, recentemente sono stati oggetto di un progetto di ripristino e manutenzione a cura dell'Ente Parco ed oggi sono percorribili con l'adeguata attrezzatura e preparazione. La via ferrata Ricci permette di raggiungere la vetta Orientale del Corno Grande per la cresta nord. Si tratta di un percorso non difficile e attrezzato con corde di acciaio nei punti più pericolosi. Acuni brevi tratti in verità sono abbastanza esposti e potenzialmente pericolosi quindi se non avete abbastanza esperienza meglio non rischiare su questo itinerario.

Grandioso il panorama ed eccezionale l'esposizione. Il percorso passa a pochi metri dal ciglio del Paretone, la parete più alta dell'Appennino e in alcuni tratti, se non vi impressiona il vuoto, è possibile affacciarsi direttamente sulla parete verticale.
Dopo il tratto attrezzato si continua su terreno più facile fino in vetta dove, se la giornata lo permette, il panorama è "totale", sicuramente tra i più belli dell'intero Appennino Centrale. La discesa non è banale, la normale alla Vetta Orientale ha diversi punti abbastanza esposti; sul posto sono presenti degli ancoraggi fissi per eventuali calate con corda. Può essere utile quindi uno spezzone di cordino da tenere nello zaino.

Un itinerario di serie A, da fare con la giusta preparazione e in stagione avanzata (da evitare con residui nevosi) ma che ripaga ampiamente la fatica.

Accesso

Dal rifugio Franchetti (2433 m) si segue l'evidente sentiero che taglia orizzontalmente il ghiaione in direzione della parete.

Salita

Alla base della struttura rocciosa iniziano le prime corde d'acciaio che proseguono per un lungo tratto, spesso sono infisse a terra e si è costretti a camminare scomodamente un po' chini. Quando si giunge sul crinale la parete diventa più ripida e altre corde permettono di superare dei muretti abbastanza verticali ma molto appigliati. Dopo l'ultimo spezzone di corda, occorre superare un breve tratto di I grado quindi il terreno si fa facile e, sempre seguendo la cresta, si perviene alla sella tra l'Antecima e la Vetta Orientale. Qui si incrocia la via normale e per questa facilmente si raggiunge la cima (2903 m, 2:30 ore).

Discesa

Ridiscesi alla sella si seguono i segni bianco-rossi della via normale e si piega a sinistra per roccette e canalini di sfasciumi. Questo tratto non è semplice (passaggi di I e II grado) e, se non siete molto esperti, occorre essere provvisti di corda per poter scendere assicurati. Giunti alla base della parete si è sulla conca del ghiacciaio del Calderone (2700 m circa). Si seguono i segni che su terreno pianeggiante e pietroso vanno verso la sella dei Due Corni (2547 m) che si raggiunge con un sentiero un po' disagevole. Da qui facilmente per una netta mulattiera si torna al rifugio Franchetti.


 

Dati tecnici

  • Dislivello: poco più di 900 m
  • Difficoltà: EEA (passaggi di II grado)
  • Orario salita: 4:00/5:00 ore
  • Segnaletica: vari segni di vernice su tutto il percorso
Bibliografia
  • Gran Sasso - guida CAI-TCI
Cartografia
  • Carta 1:25000 Gran Sasso - CAI Sezione di L'Aquila
  • Carta 1:25000 Gran Sasso - SER (Società Editrice Ricerche)
  • Carta 1:25000 Gran Sasso - Edizioni Il Lupo

Immagini