Alcuni itinerari, concatenamento di salite più brevi, assumono un sapore particolare quando percorsi con gli sci. Quello che parte da S. Nicolao di Caramanico e arriva allo sbocco della Valle di Taranta è un viaggio nella Majella, toccando la massima quota (il M. Amaro) attraverso gli altopiani sommitali ed i grandi valloni che ne caratterizzano il versante sud-orientale. E’ un percorso non difficile tecnicamente, salvo qualche cautela nel tratto di cresta tra la sommità di Rava Cupa e la vetta del Pescofalcone, ma di discreto impegno fisico; richiede tempo stabile e buon innevamento alle quote basse della valle di Taranta oltre ad un minimo di stabilità dei pendii.

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Accesso

S. Nicolao è una frazione del Comune di Caramanico Terme raggiungibile dal capoluogo con pochi chilometri di strada; superato il campetto sportivo si procede lungo la strada che si alza verso le pendici del monte Rapina, in base all’innevamento si può proseguire lungo la deviazione che conduce al Guado S. Antonio. In genere la strada è chiusa prima del suo termine dalla neve e comunque è piuttosto stretta con fondo sconnesso. A quota 1050 circa alcuni slarghi consentono un parcheggio comodo. In condizioni normali la neve la si incontra dopo pochi metri.

Salita

Si rimonta il pendio in base all’innevamento e in modo intuitivo si punta al crestone sommitale, scavalcato il quale si è in vista del rifugio Barrasso lungo il frequentatissimo itinerario di salita al monte Rapina, tra i più battuti del gruppo della Majella. Si supera il rifugio Barrasso (1560 m) e più o meno liberamente si punta all’antecima del Rapina, con scorci sempre più ampi tanto sulla catena del monte Morrone quanto sull’incombente antecima del monte Pescofalcone, che pare ingannevolmente vicina. Dall’antecima si prosegue lungo la cresta prima ampia poi man mano più stretta che passa per il Rapina (2027 m, cima molto poco appariscente) e giunge quindi alla q. 2463, vetta scialpinistica per le discesa nella Rava Cupa ("il cucchiaio" del Pescofalcone). In caso di poca neve sulla cresta o viceversa di ghiaccio e/o vento, si può percorrere il cucchiaio stesso generalmente più riparato (ingresso abbastanza comodo subito dopo la vetta del monte Rapina, traverso in piano o leggerissima discesa). Raggiunta l’antecima di q. 2463 m il percorso si snoda lungo la cresta nord, affacci suggestivi sull’alta valle dell’Orfento e la Rava del Diavolo da un lato e le Rave Salvitana, del Pisciarello e Rava Sfonda dall’altra. Presentando attenzioni ad eventuali cornici e possibili accumuli da vento si rimonta la cresta fin quando sfocia sul dosso sommitale del Pesofalcone (2656 m). Senza necessità di levare le pelli dagli sci, con ampio semicerchio, si perdono 150 metri di quota circa verso la testata della Rava del Ferro, mirando alla sella che divide la sommità della Rava stessa dalla valle Cannella. In lontananza la cupola rossastra del Bivacco Pelino indica la cima del M. Amaro (2793 m), che si raggiunge risalendo l’ampio crestone, toccando in successione gli ingressi del canalino intermedio alla Rava del Ferro e alla Rava della Vespa.

Discesa

Dalla sommità del monte Amaro ci si affaccia verso sud-est e la prospicente valle di Femmina Morta; si segue il filo della cresta che delimita a sinistra la valle Cannella e si perde quota in modo graduale costeggiando Grotta Canosa (2560 m) circa fino all’ingresso nel vallone di Taranta. La prima parte della valle, fino all’Altare dello Stincone (2415 m) è poco acclive, seguire la liea migliore per arrivare al gradino sulla destra orografica prima dell’Altare senza dover racchettare. Seguire il fondo del vallone tra muretti e cambi di pendenza in uno scenario molto suggestivo chiuso tra quinte rocciose imponenti; a quota 1850 m si incontra una strettoia oltre la quale appare la Grotta del Cavallone, i prima alberi e verosimilmente la fine del tratto innevato. In base alle condizioni proseguire fino a raggiungere o superare il sentiero che proviene dalla stazione di monte della bidonvia della grotta; al termine del tratto sciabile non resta che percorrere il sentiero fino alla stazione di partenza della bidonvia prima (780 m) e alla strada asfaltata poi (726 m).

tracciato scialpinismo, da caramanico al monte amaro e discesa per il vallone di taranta - majella

Dati tecnici

  • Partenza: Guado Sant'Antonio (1210 m circa)
  • Difficoltà: BSA
  • Dislivello: circa 1890 in salita, circa 2200 in discesa
  • Sviluppo complessivo: 23 km circa
  • Esposizione: in salita N in discesa SE

Cartografia

  • Carta 1:25000 Majella - SER
  • Carta turistica in scala 1:50.000 - Parco Nazionale della Majella
  • Carta 1:25000 Majella - Ed. Il Lupo

Foto di Guido Amurri e Marco Garulli