Sicuramente è la via più ripetuta di Pizzo del Diavolo. L'itinerario originale inizia sopra al Gran Gendarme per cui è consiglibile salire prima quest'ultimo, magari per la Direttissima al Colletto o per il Camino Meridionale, e portarsi poi in breve all'attacco. La roccia è generalmente buona e la chiodatura scarsa.
La via è stata aperta da Andrea Bafile, Domenico D'Armi e Angelo Maurizi nel 1947. La foto a fianco è del giugno 2008. Una breve variante (più difficile) dopo il primo tiro permette di seguire il filo dello spigolo.
Informazioni
La via dalla base supera i 400 m di sviluppo ma i tiri "impegnativi" sono quattro. Portarsi una normale dotazione alpinistica: 8 rinvii, qualche dado e/o friend.
Relazione
- Dal forcellino per placche ci si porta sullo spigolo vero e proprio: 40m, III, 1ch, S1 su terrazzino con 2ch (poco più in alto sulla destra sosta più scomoda con ch. e spit).
- Ci si sposta pochi metri a sinistra, si supera una fessura leggermente svasata, dopodichè si arrampica sul filo dello spigolo sino a una terrazza: 50m, 2ch, III+/IV-, S2 con 2 ch.
- Si supera la fessura con masso incastrato sopra la sosta: 5m, V-, S3 con spit
- Si sale su un ampio terrazzo, e si scende a un forcellino: 25m, II, S4 con 2 ch.
- Si sale un sistema di diedri e canali sulla sinistra dello spigolo sino a uscire su una terrazza: 45 m, 1 ch. + friend incastrato, III, S5 con 1 ch.
- Superando per sfasciumi gli ultimi 150m di dislivello si giunge in cima al Pizzo del Diavolo
Relazione tratta dalla guida CAI (Alesi, Calibani) del 1983
- Aperta da: T. Cantalamessa, S. Pagnini -1973
- Sviluppo: m 75
- Difficoltà: D, pass. IV+
- Tempo: ore 0.40
Arrampicata tecnica e divertente, che si svolge sul versante E del Gran Gendarme, a sn. delle strapiombanti e lisce placconate. I chiodi attualmente esistenti sono dovuti a successive ripetizioni.
Descrizione
Circa 20 m a ds. del camino, attaccare a ds. di un corto caminetto, su un sistema di diedrini e fessure. Salire obliquando lievemente a sn. con elegante arrampiacata e poi continuare su saltini e cengette (40 m, IV, pass. IV+, 2 ch.). Ora lievemente a ds. e poi dritti, per paretine fin dove la parete si corica e, alla base dl uno strapiombetto friabile, si traversa a sn. per entrare nel Camino Meridionale, circa 30 m prima dell'inizio del fondo ghiaioso (35 m, lll +, pass. IV).
Relazione tratta dalla guida GAP
- Alt. m. 300
- ore 3
- Medie difficoltà (un pass. lV sup.)
- A. Bafile - D. d’Armi - A. Maurizi (CAI Aquila e Macerata) 15 agosto 1947
- (Tav. VVI, VII e IX)
La via supera i due salti superiori dello spigolo seguendone quasi fedelmente il filo. Dall’intaglio tra la Testa del Gran Gendarme e la parete del Pizzo del Diavolo (l’intaglio si può raggiungere o per la parete Nord del Pizzo del Diavolo - elementare - o seguendo gli itinerari 27, 28, 29, 30) si traversa verso sin. per 20 m. circa e si entra in un largo canale che si risale fino a una forcella (60 m., II e III). La forcella si può raggiungere anche dalla parete Nord per un canale obliquo che sale da sopra la Conca (26a nella Tav. IX).
Si sale, obliquando leggermente verso destra, ad una grotta dal fondo erboso (40 m. II, passo III). Si prosegue quindi traversando alcuni metri a sin. per salire poi dritti ad un terrazzino sullo spigolo (15 m. III, passo III sup.). Si risale alla sua destra una fessura obliqua (5 m. un passo IV sup., ch. abbandonato) superata la quale si va su dritti per circa 10 m. (III sup. fino ad un punto di sosta sotto lo spigolo. Seguendo poi, in bellissima arrampicata, l’esposto filo dello spigolo che si assottiglia (30 m. III), si giunge ad un terrazzo sotto un basso torrione solcato da una fessura. Lo si supera traversando qualche metro a sin. e risalendo per rocce friabili (15 m. passo di III. Si può anche salire per la fessura, 5 m. IV sup.).
Ampio spiazzo (fine del 2° salto dello spigolo) di fronte al quale s’innalza l’ultimo torrione, alto una quarantina di metri. Per superarlo si scende all’intaglio donde si traversa 3 m. a sin. per risalire un caminetto cui segue una rampa che adduce ad un punto di sosta affacciato su di un canale (30 m. III, passo III sup.). Da qui per un diedro articolato (15 m. III, passo III sup.) ci si porta sopra il torrione. Lo spigolo si corica. notevolmente e diventa facile; seguendolo per circa 150 m. si giunge facilmente all’antecima e quindi in vetta (pass. di Il).
Via molto bella ed interessante che offre in alcuni tratti un’aerea arrampicata. L’ambiente è suggestivo e la roccia è quasi ovunque buona e solida. E’ consigliabile abbinare questa salita con quella della Direttissima al Colletto del Gran Gendarme; l’unione dei due itinerari permette la salita integrale dello spigolo Nord-Est, che è la più lunga arrampicata del Pizzo del Diavolo (disl. m. 450) e certamente una delle più suggestive.
Relazione tratta dalla guida CAI-TCI
per lo spigolo Nord-Est,
ore 3; 40 gr. (1a sal. A. Bafile, D. D’Armi e A. Maurizi il 15 agosto 1947; Riv. Mens. 1953, 157).
Arrampicata grandiosa su roccia espostissima. Attacco all’intaglio posto fra il Gran Gendarme e lo spigolo propriamente detto.
Si supera faticosamente un’esile fessura a strapiombo, visibile anche dal Gran Gendarme (chiodo). Al termine di questa, si traversa verso E in direzione di un piccolo arco di roccia formato dall’appoggio di una lastra allo spigolo. Per liscie placche verticali si raggiunge un terrazzo sopra al quale s’innalza una cuspide panciuta, fasciata tutto intorno da uno strapiombo giallo (fine del primo salto).
Si supera lo strapiombo giallo per una fessura che si trova immediatamente a d. di chi sale (molto difficile), quindi si ritorna subito sullo spigolo ove ci si arrampica su placche e salti, sfruttando esili fessure. Si arriva così ad un piccolo terrazzo, sul quale s’innalza un basso torrione, che si supera con traversata verso d. (espostissimo). Si continua poi rapidamente, verso un ampio terrazzo (fine del secondo salto). Sempre sullo spigolo ci si arrampica nuovamente su ottima roccia, per altri 50 m, dopo di che si guadagna agevolmente la vetta.