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Spigolo delle Volpi (Pizzo del Diavolo - Sibillini)

Aperto da Tiziano Cantalamessa e Marco Vallesi questo itinerario viene ripetuto molto raramente. E' un peccato perchè la via merita anche se la roccia non è sempre ottima e le protezioni non sono certo ravvicinate. La via sfrutta alcune fessure per salire l'ampio spigolo della struttura denominata "Il Castello", una parete posta sul lato meridionale di Pizzo del Diavolo. Qui la roccia a tratti è magnifica ma sempre intervallata da zone meno compatte che richiedono una certa abitudine e un'occhio attento. Le difficoltà sono continue ed elevate con un brevissimo tratto da superare in artificiale.

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Direttissima al Colletto e Spigolo Bafile (Monti Sibillini)

Sicuramente l'itinerario alpinistico più ripetuto e apprezzato di Pizzo del Diavolo: esposto, lungo, non banale e piacevole. Anche se lo spigolo può essere percorso da solo conviene abbinarlo ad una via sul Gran Gendarme e la Direttissima al Colletto, per il tipo di difficoltà e la logicità del percorso si adatta perfettamente. La prima parte si svolge in un diedro-camino poi, dopo il Gran Gendarme, segue un tratto rotto e facile infine lo spigolo diventa aereo e la roccia si fa più compatta. Le difficoltà sono omogenee e non vanno mai oltre il V grado. La chiodatura è scarsa ma presente nelle difficoltà, consigliata una serie di dadi e/o friend. Consigliata anche la variante di Tito Ciarma dopo il secondo tiro della Direttissima al Colletto per la migliore qualità della roccia. Su questo tiro era presente uno di quei rari chiodi "Mari" realizzati a mano e di acciaio inox. Praticamente indistruttibili. Martellati con mazzetta di 3 Kg erano una sicurezza. Qualcuno l'ha tolto e l'ha sostituito con uno spit, senza parole.

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Val Serviera (Majella)

Della val Serviera avevamo già parlato in un precedente articolo (Dalla Rava del Ferro alla Val Serviera), era la descrizione del sentiero che taglia il versante sinistro (orografico) della valle. Adesso siamo entrati dentro la forra scendendone la prima parte. Chi pratica torrentismo rimarrà scandalizzato dal periodo scelto, a fine agosto infatti la portata d'acqua è minima e ci si bagna "solo" fino alla vita. Ma per chi non pratica questa attività e quindi non è provvisto della adeguata attrezzatura (muta da sub, ecc) questo è il periodo ideale, si possono scoprire angoli suggestivi che altrimenti rimarrebbero preclusi per sempre. Non si tratta di una passeggiata, il percorso è impegnativo e comunque riservato a persone esperte, occorre scendere in doppia innumerevoli salti e l'impegno fisico è notevole (più di 1400 m di dislivello per oltre 25 Km di sviluppo complessivi). Una volta entrati nella forra è possibile uscire solo a metà per un sentiero che risale la ripida valle del Fossato.

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Sua Mollosa Grossezza (Seconda Spalla, Corno Piccolo)

Gli spit erano già comparsi da tempo al Gran Sasso ma c'è voluto Andrea Imbrosciano per rompere un tabù: un'intera via attrezzata con fix per di più a distanza ravvicinata. Era nata "Sua mollosa grossezza", siamo nel 1997. Non sazio l'anno seguente Andrea (con altri amici) apre a brevissima distanza: "Il grande generale nero" e "Lo spetacchio cosmico". Un intervallo e nel 2004 torna per "Sorseggiando una china" la più dura di quelle elencate. Queste vie introducono l'arrampicata Plaisir in un massiccio dove ancora si respira la "Lotta con l'Alpe". E' ovvio che non a tutti sia piaciuto ed infatti le vie hanno visto diversi tentativi di "sabotaggio" come la rimozione di numerose placchette. Oggi questo settore del Corno Piccolo (contenti o nolenti) è il più frequentato dell'intero massiccio, ogni fine settimana decine di cordate ripetono questi (e gli altri) itinerari di questa parete (la Seconda Spalla) e non è raro fare la fila per salire.

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Bachetti-Fanesi (Corno Piccolo - Gran Sasso)

Una delle diverse vie aperte dalla coppia ascolana Bachetti-Fanesi. Anche questa all'inizio fu sottgradata dagli autori che la valutarono IV+. Poi con gli anni gli è stato riconosciuto il grado che merita, un bel V sostenuto. La roccia è ottima anche se nel passo chiave il grosso masso incastrato non suona poi molto bene per cui se è possibile meglio non tirarlo troppo. Le soste sono attrezzate e la via è proteggibile facilmente con friend e sfruttando le numerose clessidre presenti. Le protezioni lungo la via sono quasi assenti, alcuni cordoni marci e qualche chiodo. Ideale se si ha poco tempo a disposizione, si raggiunge facilmente e la discesa è abbastanza rapida. Esposta a nord prende il sole solo nel tardo pomeriggio e se questo, fino a poco tempo fa, era uno svantaggio, oggi con le alte pressioni (e alte temperature) che si susseguono senza sosta è un fattore da non sottovalutare. E' possibile lasciare lo zaino all'attacco della via perchè il percorso di discesa passa molto vicino. Per arrivare all'attacco è consigliabile seguire il percorso per la cresta nord-est fino alla base della parete. Una via piacevole e consigliabile.

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Worm's Wall (Pizzo Intermesoli - Gran Sasso)

Bellissimo itinerario, roccia ottima, poche protezioni, grado classico. Warm's Wall, il muro dei vermi, dal soprannome dei primi salitori (i fratelli Barberi), è stata aperta nel 1983 ed è subito diventata una via classica e ripetuta. Il grado non è mai elevato ma continuo, un V grado sostenuto da non sottovalutare anche perchè occorre posizionare tutte le protezioni di cui si ha bisogno. Eccetto le soste, la via è praticamente priva di ancoraggi. D'altra parte poichè l'itinerario segue una serie continua di fessure e diedri è molto semplice proteggersi con friend e clessidre (qui molto abbondanti ma quasi sempre con cordini marci da cambiare). La via non è lunga, poco più di 200 metri ma l'attacco è posizionato sopra la cengia erbosa, a metà pilastro, per cui occorre prima scalare un'altra via. Fino a poco tempo si preferiva salire per la Marsili-Gizzoni, una via semplice ma con roccia non ottima.

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Umberto Cattani (Prima Spalla, Corno Piccolo)

Sono passati 30 anni dalla prima volta che scalai questa via. Allora mi sembrò dura adesso pure. Aperta da Francesco Bachetti nel 1969 e sottovalutata sulle guide ufficiali, supera un grosso e arcuato diedro al centro della parete nord della Prima Spalla del Corno Piccolo. Oggi con friend e scarpette non ci sono grossi problemi ma allora con scarponi e poco materiale non deve essere stato uno scherzo. D'altra parte tutte le vie di Francesco Bachetti non sono uno scherzo e occorre sempre stare in campana. La roccia è generalmente buona e il tipo di arrampicata penso risulterà sgradito alla maggior parte dei climber, tutta la parte iniziale è una serie di diedri e camini.

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Maria Grazia Mondanelli (Seconda Spalla del Corno PIccolo)

Questa via è il capolavoro di Pio Pompa. Itinerario di placca, su un muro compatto e verticale tra Aquilotti 75 e Placchedi Manitù. Di recente sono state sostituite le vecchie protezioni con fix in acciaio inox, questo non deve indurre a facili entusiasmi in quanto la distanza tra gli ancoraggi è notevole ed un volo può essere molto pericoloso. Anche le soste sono state rifatte (fix con anello) ed è possibile scendere in doppia sulla via.

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Fog (Parete nord del Corno Piccolo)

Quando "Caronte" si fa sentire (ci riferiamo all'alta pressione che sta "martoriando" la penisola) ripetere una via sulla parete nord del Corno Piccolo sembrerebbe un'idea geniale, l'ombra non dovrebbe mancare. In realtà la parete non è così verticale come sembra e, a giugno, il sole è quasi a picco. Risultato: anche qui è possibile soffrire il caldo africano. A parte queste note meteorologiche, la via è abbastanza carina, diciamo senza infamia e senza lode. Poco meno di 200 m su roccia generalmente buona con buone possibilà di proteggersi e gradi classici.In questo settore della parete, da circa 20 anni, Bruno Vitale ha aperto e continua ad aprire itinerari, spesso carini e con tracciati indipendenti. Questa via è del 1994; gli ancoraggi e le soste presenti in parete non sono in uno stato ottimale (spit con ruggine) ed occorre quindi fare attenzione alle protezioni, spesso vanno rinforzate.

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TO.MI.CA. (Gran Gendarme - Monti Sibillini)

La via TO.MI.CA. al Gran Gendarme è stata portata a termine il primo novembre 2011. Si tratta della prima via in completa arrampicata libera che termina in testa al Gendarme (almeno così ci risulta). Si tratta di una via di 6 tiri di cui 4 veramente belli su roccia compatta e due di raccordo che intersecano (purtroppo!!!) la Direttissima alla Testa. La via, per seguire la bontà della roccia, è abbastanza sostenuta nelle difficoltà anche se i riposi non mancano. L’esposizione, specie negli ultimi due tiri, è spettacolare. Lo spirito di apertura è stato quello di creare una via fruibile ai più anche se questo ha comportato l’abbandono di una caratterizzazione alpinistica dell’itinerario: la scalata è di tipo Verdoniana ... la roccia non è da meno tranne qualche punto (vedi tiri di raccordo). Ad oggi la via non risulta liberata quindi il grado suggerito è indicativo e soggetto a revisione.

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