In rete si trovano molte relazioni di escursioni in montagna. In troppe (secondo me) si fa un uso spregiudicato dei superlativi (bellissima, stupenda, eccezionale, ecc.). L'uso di aggettivi mirabolanti, usati senza troppo accortezza, appiattisce la valutazione degli itinerari rendendo il confronto molto difficile. Avere una gerarchia di valutazioni il più oggettiva possibile, va a vantaggio di tutti, perchè si può scegliere la propria escursione con cognizione e accuratezza. Detto questo la traversata descritta è grandiosa. Qui questo aggettivo lo possiamo usare senza problemi, quasi 2000 m di dislivello per oltre 20 Km di sviluppo, passando in alcuni dei posti più belli del Parco. Un percorso di grande soddisfazione; gli ambienti toccati sono vari e sempre diversi, dalle praterie di alta quota alle forre passando per creste e canaloni.

Naturalmente per questa traversata occorre contattare un servizio taxi (a Fara San Martino ne esistono) che ci possa riportare al punto di partenza, oppure portare un'auto dall'altra parte ma il tragitto purtroppo non è breve. Il percorso descritto inizia con la salita della Rava del Ferro, un vallone molto conosciuto e frequentato d'inverno dagli scialpinisti. Dopo la Rava occorre camminare ancora parecchio per raggiungere la punta più alta della traversata, il monte Acquaviva che con i suoi 2737 m è tra le cime più alte dell'Appennino. Tutta la parte in quota dell'escursione è un susseguirsi di selle e vette, alla fine si saranno superate 6 selle che separano ben 7 valli. L'ultima di queste, la val Serviera è un vero e proprio canyon, un paradiso per gli appassionati del torrentismo "... La forra è maestosa, tra le più belle d'Italia ..." così la descrive Giuseppe Antonini nel suo libro "Figle dell'acqua e del tempo".

Il percorso è in gran parte segnato, rimane fuori il tratto che va dalla cima dell'Acquaviva alla Grotta Callarelli, un tratto molto ripido da percorrere senza sentiero. Qui è richiesto un ottimo senso d'orientamento e sicuramente è indispensabile avere con se una carta topografica (anche se quelle in commercio hanno i numeri dei sentieri errati). La Grotta può essere usata come rifugio anche se è veramente piccola e può contenere pochissime persone.

La stagione migliore per effettuare questa gita è sicuramente l'estate, le giornate sono più lunghe e si può godere del sole anche nel tratto finale della gita. Buon divertmento.

Dai un voto a questa escursione:
4.8 di 5 (19 Voti)

Accesso

Dalla strada che collega Caramanico a Passo San Leonardo, 2 chilometri dopo il bivio per Roccacaramanico (venendo da Caramanico) e 4 Km dal Passo, prendere la strada che sale verso sinistra (Km 34, indicazioni Lama Bianca). La stradina sale con diversi tornanti per circa 5 Km e termina proprio alla base della Rava.

Salita

Dal parcheggio (1500 m circa), si torna indietro pochi metri e si prende il sentiero segnato (B5 #) che subito sale nel bosco. Dopo alcuni stretti tornanti si giunge ad un bivio (1560 m circa), prendere a sinistra e raggiungere il fondo del vallone. Qui si lascia il sentiero che prosegue in piano (1600 m circa) e si inizia a salire per una traccia tra ghiaie (segni bianco-rossi). Il sentiero risale la ripida Rava del Ferro, prima tra alte pareti rocciose # poi, quando la pendenza si attenua, sul fondo di un ampio vallone, fino ad una sella tra il monte Pescofalcone e i Tre Portoni (2587 m, 2.00 ore). A destra si risale il pendio ed in breve si è sulla larga cima (2653 m #). Qui occorre scendere verso sinistra per un ripido ma breve tratto roccioso # che permette di raggiungere la cresta che divide la valle Cannella (a destra) dalla Rava del Diavolo (sulla sinistra) #. Con una bella veduta sugli altopiani si oltrepassa il Terzo Portone (2550, 2.30 ore). Dopo la sella il sentiero continua in lieve salita e aggira il monte Rotondo raggiungendo così una seconda sella (il Secondo Portone, 2566 m, 3.00 ore). Ancora una salita # e si è sulla Cima Pomilio (2656 m), nuova discesa e si raggiunge il Primo Portone (2568 m). Nuova salita ed è la volta del monte Focalone, dalla larga e piatta cima (2676 m, 3.30 ore, cartelli indicatori # #). Qui si seguono i vari ometti che in breve fanno raggiungere la sella (2692 m) che divide la valle delle Murelle dalla valle delle Mandrelle. Possiamo fare a meno di risalire l'ennesima cima perchè una traccia (ometti) tra le ghiaie permette di tagliare il ripido versante e di raggiungere una nuova sella (2666 m #). Un'ultimo strappo e si è in cima al monte Acquaviva (croce, 2727 m, 4.00 ore #).

Discesa

Dalla cima si continua sull'ampio pianoro in direzione est. Quando si inizia a scendere più decisi #, ci si tiene a sinistra costeggiando la sottostante valle del Forcone. Senza sentiero si prosegue per un bel tratto e quando si è a quota 2550 m circa, proprio sul margine di una macchia di pini mughi, si devia nettamente a destra e si entra nel vallone (valle dell'Acquaviva). A occhio si scende il ripido pendio cercando i punti meno esposti. Si obliqua comunque verso destra fino a raggiungere il fondo della valle a quota 2200 m circa. Qui il percorso si fa meno impegnativo e per ghiaioni si scende rapidamente il canale fino ad una grotta #. Adesso per prati si scende il vasto pendio e si riprende una traccia sul fondo della valle a quota 2000 m circa. Si segue questo "sentiero" che è lo scasso per posare la tubatura dell'acquedotto #. Con andamento lineare si scende rapidamente sul lato sinistro della valle #. Raggiunti i pini mughi il sentiero si fa esile e occorre stare molto attenti perchè a q. 1730 circa occorre deviare a sinistra tra la fitta macchia e poco dopo uscire nei pressi di un grosso masso con vista sulla valle #. Ancora un po' di caccia al tesoro in cerca di ometti e "fiutando" il percorso e si raggiunge il fondo della valle del Forcone (1600 m circa). Da qui in breve si è alla Grotta dei Callarelli (1553 m, 6.00 ore # # #).

Adesso il sentiero è netto e riprende a traversare lungamente con diversi saliscendi. Si supera una fonte (fonte Viola) e diversi rifugi per pastori # # con bella veduta sulla sottostante val Serviera #. Poi si entra in un bosco di faggi # e dopo una fastidiosa salita inizia una lunga e ripida discesa sotto le alte pareti rocciose della cima Raparo #. Lunghi traversi e quindi si riprende a scendere la valle del Fossato fino ad un colle con croce (Colle Bandiera, 1197 m). Poco sotto si oltrepassa un bivio e si è ad un fontanile (1145 m circa, 6.35 ore #). Per una comoda mulattiera si scende con un lungo traverso il versante (due fontane) fino ad un bivio (780 m circa, 8.15 ore). Prendere a destra. Con ripide svolte si scende rapidamente e superati alcuni paletti segnaletici si raggiunge un bivio. A sinistra in breve si è sulla strada asfaltata nei pressi di un campo sportivo (660 m, 8.30 ore).


Dati tecnici

  • Dislivello: poco meno di 2000 m in salita, oltre 2500 in discesa
  • Sviluppo: oltre 20 Km
  • Difficoltà: EE
  • Orario complessivo: 8:00/10:00 ore
  • Segnaletica: Rava del Ferro segni bianco-rossi (sentiero B5). Segnavia anche nella zona dei Tre Portoni fino al monte Acquaviva. Senza nessuna indicazione nel tratto acquaviva-Grotta dei Callarelli. Segni bianco-rossi e verdi (F2) nel tratto dalla grotta a Fara San Martino #
Bibliografia
  • Parco Nazionale della Majella - le più belle escursioni - Società Editrice Ricerche
Cartografia
  • Carta 1:25000 Majella - SER
  • Carta 1:25000 Majella - CAI Sezione di Chieti
  • Carta 1:25000 Majella - Ed. Il Lupo

Immagini