La grotta del Capraro è la grotta pastorale più alta (come quota) del Gran Sasso ed è posizionata in uno dei posti più scomodi e impervi del monte Corvo. Il versante sud di questa montagna è caratterizzato da una lunga e articolata fascia rocciosa inervallata da cengie e canaloni. Proprio tra queste balze rocciose, in uno dei numerosi antri, è rimasta una testimonianza della vita pastorale di un tempo passato. A circa 2400 m di quota, difficile da raggiungere, a picco sulla valle e circondata da dirupi, la grotta ha ospitato pastori e capre; queste ultime sicuramente a loro agio tra le ripide pareti. Oggi lo stazzo non è più in uso (fortunatamente per il pastore) e le capre sono state rimpiazzate dai camosci; anche loro a proprio agio. Il toponimo "Grotta del Capraro" non è riportato sulle carte topografiche, lo abbiamo trovato in un articolo di Domenico Gizzi pubblicato sul Bollettino del CAI dell'Aquila del 1995. L'autore dell'articolo, dopo aver compiuto varie ricerche, non è riuscito a risalire all'epoca di utilizzazione del sito che, vista la posizione, si è conservato in modo eccellente. In realtà si tratta di un muretto a pietra, addossato alla parete, che forma una piccolissima camera dove a malapena entra una persona. Se si è dotati di un minimo di fantasia non è difficile immaginare le condizioni di vita dei pastori che hanno abitato queste grotte; l'aggettivo durissime è ancora in difetto e anche Domenico Gizzi nell'articolo citato scrive "... ai limiti estremi della vivibilità".

L'ambiente qui è veramente suggestivo, un balcone naturale a picco sulla valle del Chiarino. Per individuare la grotta occorre raggiungere lo stazzo di Solagne (chiamato anche stazzo del Castrato) e alzare lo sguardo; si tratta della cavità più grande e marcata della parete. L'escursione richiede esperienza e un minimo di capacità alpinistiche; per giungere alla grotta occorre superare una breve fascia rocciosa con passaggi di I e II grado con una notevole esposizione su un terreno abbastanza insidioso (ghiaie e pietre mobili). Si può arrivare fin qui anche dal sentiero (segnato) che sale al monte Corvo dalla omonima sella. Questa opzione non presenta difficoltà eccessive ma non è di facile individuazione poichè non ci sono tracce sul terreno ed occorre andare ad intuito. Il consiglio è di arrivarci dal basso risalendo i vasti pratoni della zona chiamata "le Scaffette" poi, giunti sotto la grotta, decidere se puntare dritto e superare direttamente la breve fascia rocciosa (passaggi alpinistici) oppure traversare verso destra fino ad incontrare una rampa articolata più semplice da salire (passaggi di I grado). Al ritorno invece è consigliabile effettuare la traversata su cengie fino al sentiero che sale dalla sella di monte Corvo. Da qui arrivare in vetta è questione di poco (solo 150 m di dislivello). Fate atenzione alla strada carrozzabile che sale lungo la valle del Chiarino dalla diga della Provvidenza; il fondo presenta delle buche e qualche auto potrebbe avere problemi. Un itinerario "storico-archeologico" in un luogo severo su una delle montagne più alte del gruppo.

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Accesso

Giunti al lago della Provvidenza, sotto il Passo delle Capannelle, si oltrepassa la diga e si continua sulla strada brecciata che sale sul versante di sinistra del torrente Chiarino. Dopo qualche chilometro si oltrepassa la masseria Cappelli e la chiesetta di San Martino. Ancora un tratto di strada (sconnessa) e si raggiunge uno slargo con un cartello di divieto di transito. Qui si parcheggia.

Salita

Dal parcheggio (1420 m circa) si segue la strada sterrata # che in breve raggiunge il rifugio Domenico Fioretti (1485 m circa, 10 minuti #). Poco sotto il rifugio c'è un fontanile dove ci si può rifornire d'acqua #. Ancora seguendo la strada # oppure per tracce di sentiero alla sua sinistra si risale la valle fino allo stazzo di Solagne (stazzo del Castrato, 1697 m, 0:35 ore #). A sinistra, si prende una traccia di sentiero che obliqua sul versante #. Superato a mezza costa un valloncello, si può iniziare a salire liberamente sui vasti pratoni chiamati "le Scaffette". Il percorso all'inizio è su erba e agevole poi, via via che si sale di quota diventa più difficoltoso per via dei ghiaioni. Puntare dritti alla grotta # poi, giunti sotto di essa o puntare dritti superando una breve fascia rocciosa (passaggi di II grado, utile una corda # #) oppure traversare verso destra e appena le condizioni della parete lo permettono risalire un risalto roccioso (I grado) poi obliquare verso sinistra e quindi nettamente a destra su una rampa erbosa # che conduce alla grande cengia che traversa tutta la parete #. Dalla cengia si raggiunge facilmente la grotta (2400 m circa, 2:00 ore).


Discesa

Dalla grotta si traversa lungamente senza mai perdere quota. Il percorso non è sempre agevole poichè occorre superare canaloni e ghiaioni e non ci sono tracce di passaggio. Dopo le ultime torri rocciose si incrocia il netto sentiero che sale al monte Corvo (2440 m, 0:35 ore - vedi M. Corvo dalla diga della Provvidenza). Da qui arrivare in vetta è questione di poco (150 m di dislivello). Se invece si desidera scendere occorre seguire il sentiero che dopo un primo tratto ghiaioso si perde sui prati ma è indicato da alucne paline in ferro #. Comunque basta puntare alla sella sottostante dove la traccia diventa più netta (sella di monte Corvo, 2305 m, 0:50 ore #) Da qui, senza problemi e su sentiero, si scende nella valle fino a raggiungere di nuovo lo stazzo di Solagne. Per l'itinerario percorso in salita si torna alla macchina (1:30 ore).

tracciato escursione per la grotta del capraro - parco nazionale del gran sasso e monti della laga

Dati tecnici

  • Difficoltà: EE
  • Dislivello complessivo: 1000 m circa (alla grotta), 1150 circa (in vetta al monte Corvo)
  • Orario complessivo: 3:30/4:30 ore
  • Sviluppo complessivo: 14 Km circa
  • Segnaletica: segni rosso-gialli nel tratto auto-stazzo di Solagne e sul sentiero di discesa.
Bibliografia
  • Gli insediamenti più elevati del massiccio del Gran Sasso - Bollettino Club Alpino Italiano sezione dell'Aquila - III Serie n. 32 (160) dicembre 1995
Cartografia
  • Carta 1:25000 Gran Sasso - CAI Sezione di L'Aquila
  • Carta 1:25000 Gran Sasso - SER (Società Editrice Ricerche)
  • Carta 1:25000 Gran Sasso - Edizioni Il Lupo

Foto di Antonio Palermi e Bruna Tassoni