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Val d'Abisso e valle dell'Infernaccio (Monte Nerone)

I monti di questa zona della Marche hanno una caratteristica comune, nella parte sommitale sono spogli, antropizzati e ricoperti da strade; nella parte bassa invece sono incisi da profonde e selvagge forre, ricoperti da una folta vegetazione e molto più interessanti dal punto di vista escursionistico. Il monte Nerone da Piobbico presenta proprio queste caratteristiche, vicino la cima è costellato da antenne, impianti da sci e strade mentre la parte bassa è incisa dal torrente che forma la val d'Abisso in basso e la valle dell'Infernaccio poco più in alto. I toponimi indicano chiaramente il tipo di valle con cui si ha a che fare, ripida, coperta da boschi ricca di cascate e di grotte.

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Monte di Mezzo da Alvi (Monti della Laga)

Monte di Mezzo è la cima più meridionale dei Monti della Laga. I suoi pendi, sul fianco occidentale, scendono direttamente nel lago di Campotosto mentre nel lato opposto digradano dolcemente verso minuscoli paesi circondati da boschi. Alvi è uno di queste frazioni poste alle pendici della montagna, salire da qui per andare in vetta è cosa abbastanza semplice e poco impegnativa, unico problema il sentiero che, negli ultimi anni, si è parzialmento ricoperto e a tratti non è facile da individuare. Peccato perchè questo "pezzo" di Laga merita sicuramente una visita, il panorama qui è superbo in particolare dalla vetta quando appare il blu del lago di Campotosto, proprio a picco sotto la cima.

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Costa Ceresola (Monti della Laga)

Da Umito inizia uno degli itinerari più frequentati dei Monti della Laga, la salita alle cascate della Volpara. Tolto questo itinerario il resto della valle è riservato a cercatori di funghi oppure a coloro che in gioventù hanno letto troppi fumetti di Tex Willer. Tutto il versante settentrionale della valle infatti è terreno d'avventura; profonde valli solcano ripidi versanti completamente ricoperti da boschi, senza discontinuità. Fino a poche decine d'anni fa i numerosi sentieri che collegavano vecchi stazzi o carbonaie erano ancora visibili, oggi sono quasi totalmente ricoperti e si fa molta fatica a ritrovarli. A volte solo i cinghiali (frequentatori assidui di questi territori) rendono ancora visibile la traccia (spesso però non vanno dove vorremmo andare noi).

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La Valle di Selvaromana (Majella)

La valle di Selvaromana è uno dei pochissimi luoghi dove si può parlare di wilderness appenninica. Un ambiente selvaggio, sentieri spesso fatiscenti e distanze notevoli fanno di quest'angolo di Majella un luogo inospitale quanto affascinante. Escursione difficile: per la lunghezza, per alcuni passaggi, per l'isolamento e per la mancanza a tratti di un vero sentiero. Riservata quindi ad escursionisti ben allenati e preparati. L'itinerario si svolge per gran parte sul fondo del vallone, alla base della parete nord della Cima delle Murelle, un versante frastagliato e roccioso, un dedalo di canyon e valloni dove solo i camosci scorrazzano liberamente. Un luogo di grandi valanghe che d'inverno, e ancora di più a primavera, riempiono i canali creando nevai che fino a pochissimi anni fa erano perenni (nevaio del Cavone).

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La Valle dell'Orfento (Majella)

La valle dell'Orfento è tra le più grandi del gruppo della Majella probabilmente la più grande. A livello escursionistico inizia dal ponte di Caramanico (500 m) e termina sulla cresta dei Tre Portoni, tra il monte Pescofalcone (2657 m), e il monte Rotondo (2656 m), percorrerla tutta richiederebbe una notevole dose di resistenza, abbiamo usato il condizionale perchè tutta la zona è Riserva integrale. Istituita nel 1971 questa riserva (Riserva Naturale Statale Valle dell'Orfento), oggi integrata nel Parco Nazionale della Majella ha vincoli molto rigidi tra cui il divieto di accesso. Il vincolo si estende all'intera valle anche se nel tratto basso della stessa, fino Ponte della Pietra, l'accesso è libero ma occorre registrarsi presso il Posto Fisso Forestale di Caramanico Terme, presso il Centro Visite in via del Vivaio n. 3. Anche se con questo permesso si può accedere ad una minima porzione della valle il tratto "aperto" è molto suggestivo e frequentato.

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Il Canalino (Monte Velino)

Il Canalino o Direttissima è un itinerario frequentato che risale il versante sud del monte Velino; un versante ripido e assolato, costellato da balze rocciose di calcare compatto. Proprio tra queste pareti si snoda una traccia che, tra stretti canalini, permette di risalire senza eccessive difficoltà la parete. L'escursione non è banale e riservata ad escursionisti esperti, si superano brevi tratti rocciosi dove occorre aiutarsi con le mani (passaggi di II grado) e, anche se non esposti, possono impegnare chi non è avvezzo a queste difficoltà. Anche dove non occorre aiutarsi con le mani il pendio rimane comunque ripido ed impegnativo. In pratica si sale dritti dall'inizio alla fine e anche nell'ultimo tratto, dove la pendenza diminuisce, occorre superare brevi paretine rocciose. E' consigliato indossare il casco specialmente se davanti ci sono altri escursionisti. L'itinerario ha notevole dislivello, se si parte dal paese si superano i 1500 m. Per scendere ci sono varie soluzioni, di seguito viene riportata la più breve.

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Monte Morrone (Gruppo del Monte Velino)

Il monte Morrone, nel gruppo del Velino, è una cima poco appariscente che si eleva proprio sopra il lago della Duchessa. La salita da Corvaro è abbastanza semplice e varia, nel primo tratto si supera un fitto bosco poi nella parte alta un lungo e panoramico crinale (Iaccio di Capra) sale dolcemente fino in cima. Il dislivello non è banale ma neanche esagerato. Dalla vetta se non si vuole ripetere l'itinerario di andata è possibile scendere per la valle dell'Asino e poi per la valle Amara. Se si opta per questa soluzione si allunga di parecchio la percorrenza e come anello sarebbe perfetto anche perchè il primo tratto di discesa è vario e piacevole. Purtroppo tutto il tratto finale è su strada sterrata (oltre 7 Km) lungo e disagevole. Questo abbassa di parecchio il voto (gradimento) di questa gita.

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Monte Metuccia (Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise)

Siamo nelle propaggini meridionali del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, nel gruppo del Monte Meta in territorio laziale. Questa zona, in quota, è un susseguirsi di colli pietrosi senza grandi risalti, in netto contrasto con l'altro versante (molisano) che precipita con balze verticali. L'escursione inizia da Prato di Mezzo che, come indica la parola, si trova al centro di vaste e rigogliose faggete. Dal verde intenso della parte inferiore si passa quindi rapidamente al bianco del calcare che impera nella parte alta della valle. Valle arida e pietrosa come poche questa della Meta. Tutto il crinale meridionale è caratterizzato da piccole alture tra cui spiccano il monte Metuccia e il monte a Mare che fanno da corona ad una vasta zona di rilievi che digradano dolcemente verso valle inframezzati da radure dove pascolano in prevalenza bovini. Il giro proposto non compende la salita alla cima più alta, il monte Meta (vedi qui), di solito vietato nel periodo tra agosto e inizio settembre per proteggere il camoscio che in queste zone vive numeroso.

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Valle del Rio Sacro (Monti Sibillini)

Rio Sacro, valle dell'Acquasanta, coste dei Frati, sono alcuni dei toponimi che costellano questo angolo dei Sibillini. Qui, in tempi remoti, esisteva un'abbazia di frati benedettini di cui si sono perse le tracce. Un'abbazia che ha segnato il territorio e i toponimi indicati ce lo ricordano. La valle del Rio Sacro è solcata dal torrente omonimo che nei secoli ha scavato una profonda gola, sia nella parta bassa, dove oggi passa una pista forestale per il taglio della legna, sia nella parte alta, riservata ai torrentisti per via dei diversi salti superabili con la dovuta attrezzatura. Nella parte superiore la valle si allarga e conserva ancora i segni della passata glaciazione, diverse morene e doline costellano il versante nord del monte Rotondo, la cima più alta della valle. Poco più in basso il casale Gasparri è l'unica struttura in muratura presente nella valle. Un piccolo casale usato dai pastori. Il suo nome viene dalla famiglia omonima che annovera anche il cardinale Pietro Gasparri (1852-1934), un personaggio molto potente all'inizio del XX secolo. Originario di Capovallazza (Ussita), fu diplomatico e Segretario di Stato della Santa Sede e nel 1929 firmò con Benito Mussolini i Patti Lateranensi.

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Gole dell'Ambro (Monti Sibillini)

Ancora caldo e ancora ricerca di luoghi freschi. Questa volta nei Monti Sibillini. Questi monti sono solcati da numerose forre e canyon, spesso molto difficili da percorrere e riservati ad esperti di torrentismo. Anche le gole formate dal torrente Ambro non scherzano, circa 2 Km di salti e strettorie con gallerie e interruzioni alte fino a 55 m. L'Ambro però è un torrente con una portata d'acqua molto variabile e tra maggio e luglio queste gole cambiano aspetto in modo radicale. Impraticabili a primavera (con unica eccezione dei torrentisti) risultano asciutte in estate e quindi percorribili, anche se con qualche difficoltà. Pochissimo frequentate nella parte alta sono invase da gitanti e pellegrini nella parte bassa specialmente nei dintorni del monastero della Madonna dell'Ambro che nei giorni festivi richiama centinaia di persone.

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