Le pertubazioni vengono quasi sempre da ovest quindi le zone ocidentali d'inverno spesso sono molto più innevate di quelle orientali. Se invece Giove Pluvio decide di far affluire aria dai Balcani allora la musica cambia totalemente. Di solito durante l'inverno irruzioni di aria balcanica si alternano ai flussi occidentali distribuendo la neve un po' dappertutto, quest'anno il vento dell'est si è fatto desiderare assai e quel poco che è arrivato è stato poi spazzato via dal vento del sud, vera iattura invernale (per gli amanti dell'inverno naturalmente).
Così ad oggi le condizioni migliori (come innevamento) si possono trovare sulle montagne più esposte ad occidente e il Terminillo (non a caso chiamato "la Montagna di Roma") è una di questa. Questo, sommato alla bellissima giornata di sereno, ha fatto si che trovare un posto in vetta non fosse cosa semplice. Tra scialpinisti ed alpinisti sulla cima è stato un continuo via vai di persone come di rado capita di vedere.
Quello proposto è un itinerario scialpinistico lungo, vario e molto panoramico che attraversa due delle valli più significative del gruppo, la Vallonina e la valle degli Angeli. L'escursione è abbastanza lunga con un dislivello di circa 1400 m, ma la varietà del paeseggio ricompensa ampiamente la fatica. Il tratto di risalita dopo la sella della Val d'Organo può essere ghiacciato e richiedere l'uso dei ramponi.
Sicuramente un itinerario da consigliare.

Accesso

Da Leonessa prendere per la Vallonina. Si percorre il fondovalle per diversi chilometri fino a dove normalmente la strada viene chiusa (bivio per il ristorante-albergo da Mosè e per il rifugio Fontenova), 1450 m circa

Relazione

Dal bivio (1450 m circa) si segue la pista da fondo che entra nella valle. Al primo bivio si devia a desta in leggera discesa e dopo un breve tratto si lascia la pista battuta per portarsi sotto un vecchio impianto di risalita. Si risale tutto il tratto del vecchio ski-lift e alla fine di questo si piega a destra per seguire i segni del sentiero CAI (bandierine bianco-rosse sugli alberi). Nel bel bosco di faggi # si risale con alcuni zig-zag sempre seguendo i segni fino ad una radura sotto un costone roccioso (1740 m circa), tenersi sulla sinistra e rimontare sulla cresta boscosa fino ad uscire definitivamente dal bosco (1800 m circa, 1 ora).
Si risale l'ampia valle fino sotto la parete dei Sassetelli dove di piega verso sinistra per rimontare alcuni dossi arrotondati #. Giungi sul fondo della valle si piega nettamente verso destra per portarsi sul filo di cresta e da qui facilmente in vetta (2216 m, 2.15 ore).

Discesa per la Valle degli Angeli

Dalla vetta si ripercorre la cresta per un breve tratto poi si piega a sinistra e subito si è sul crinale della valle degli Angeli (destra). Si scende dritti un breve tratto ripido tra paretine rocciose #, il pendio quindi si fa meno inclinato e per ampi avvallamenti si raggiunge il margine del bosco (1850 m circa). Qui ci si porta a sinistra sotto una parete rocciosa e dopo un primo tratto un po' scomodo tra le piante si giunge ad una piana dove si trova il rifugio forestale della Fossa (1505 m) #.

Salita alla vetta Sassetelli

Dal rifugio si prende a desta in leggera salita e subito si raggiunge una pista che sale dritta nel bosco. Dopo una radura con una croce sulla sinistra (ottimo punto panoramico sulla valle) si prende il fondo di una valletta che sale dritta.
Sul fondo della valletta (noioso) oppure per la cresta di sinistra si giunge sul crinale che delimita la Valle d'Orgnao poco a destra della sella omonima (1920 m circa).
Dalla sella si prende a destra l'ampio e uniforme pendio che si risale con numerosi zig-zag fino ad uscire sulla cresta dei Sassetelli ad una piccola sella (2090 m).
Da qui in direzione nord-est si percorre la facile e panoramica cresta fino alla Vetta dei Sassetelli (2139 m, 4 ore) #.

Discesa

Dritti nella ampia valle fino a dove questa si restringe, qui ci si tiene a destra per traversare sotto la fascia rocciosa e dopo un breve tratto un po' ripido si riprende l'itinerario di salita e per questo fino al punto di partenza (1450 m, 5 ore).

Ulteriori informazioni qui


La nuova Montagna di Roma

E' del 2009 la notizia di un piano di interventi e ristrutturazione degli impianti del Terminillo. Il programma presentato dalla Provincia di Rieti ed accolto dalla Regione Lazio prevede: "il collegamento funzionale Cantalice-Leonessa; il rafforzamento della stazione sciistica di Leonessa; la valorizzazione dell'attuale sistema sciistico sul versante reatino; il potenziamento della stazione sciistica di Cittareale. Le linee guida sono improntate a criteri di salvaguardia e conservazione dei valori ecologici, paesaggistici e ambientali del complesso del Monte Terminillo. Proprio in ragione della delicatezza e della complessità della situazione ambientale si è lavorato per garantire la salvaguardia dei siti di maggiore interesse e nello stesso tempo per non fermare il rilancio di una stazione sciistica che ha un rilievo strategico per tutta la regione".

Come dire vogliamo salvare capra e cavoli. Però spesso non è possibile salvarli entrambi e, dalle esperienze di altre località invernali ci sembra proprio che, per quel che riguarda gli impianti sciistici in Appennino, o si salva uno oppure l'altro.
Come sempre la presentazione di questi impianti sono accompagnati dalle parole "ecocompatibile", "rispettoso dell'ambiente", ecc. Come le guerre che diventano "missioni di pace", oggi è quasi impossibile farsi un'idea basandosi sul detto o scritto cioè sulle parole, il loro significato spesso è perso o peggio travisato. Cosa vuol dire oggi ecocompatibile? bho? Perchè un'Ente che vuole fare un'opera che di eco ha molto poco deve mascherarla con parole fuorvianti. Non si può avere il coraggio di dire: facciamo gli impianti perchè portano soldi (o almeno così pensiamo), abbiamo bisogno di far muovere l'economia e se per questo dobbiamo intervenire anche pesantemente sulla natura ce ne scusiamo ma, dal nosto punto di vista, siamo obbligati.

Il discorso sugli impianti di sci ci porterebbe lontano, gli amministratori vedono da sempre queste opere come portatrici di sviluppo e benessere, spesso non è così e le prove non mancano; l'Italia delle mille parrocchie ha creato mille impiantini, tutti in perdita e qualche volta chiusi. D'altra parte progettare degli impianti che possano giovare a quante più persone possibile concentrando gli investimenti solamente in pochi luoghi sarebbe impossibile, ognuno vuole il suo impianto e la parola pianificazione spesso è sinonimo di bestemmia.
Così di anno in anno assistiamo al solito progetto neve, Val Canatra, Campo Pericoli, Terminillo, Prati di Tivo, Campo Imperatore, Monte San Franco, Frontignano sono solamente quelli che ci vengono in mente, se fossero passati tutti probabilmente non ci sarebbe più una valle senza il suo bello ski-lift (alcuni di questi contemplavano gallerie sotto le montagne e cubature di cemento da fa paura).

In Appennino Centrale basterebbero pochi comprensori sciistici, dovrebbero essere grandi e ben collegati, potrebbero essere anche innevati artificialmente e sicuramente attirerebbero un vasto pubblico limitando, forse, le perdite. Purtroppo ciò non sembra possibile e così dobbiamo rassegnarci a molti altri piani neve tra i gruppi montuosi del nostro Appennino.

D'altra parte è la solita storia del gatto che si morde la coda, spesso non ci vedono alternative (non è vero ma si fa finta che lo sia) ad un modello di sviluppo per cui gli amministratori puntano tutti sullo stesso cavallo (in città il calcio, in montagna lo sci, ecc) facendo si che le cose vadano proprio in quel verso.

Due cifre sugli impianti del Terminillo

L'attuale zona sciabile si sviluppa prevalentemente sull'area del Terminilluccio, su di un totale di 6,24 Km di piste, servite da 4 impianti di risalita.
Il progetto Terminillo Superski prevede invece la realizzazione di 13 nuovi impianti di risalita che serviranno circa 36 chilometri di nuove piste. Il futuro Terminillo si svilupperà su 42 chilometri di piste, distribuite sui territori comunali di Rieti, Micigliano, Cantalice e Leonessa. Cinque saranno gli accessi: Pian de' Valli, Erba Pulita, Rifugio Castiglioni, Fonte della Pietra e Fonte Nova. Il progetto prevede poi un sistema per il collegamento tra il versante del Cardito e quello di Campo Stella, con una funivia monocabina a doppia fune.
Il piano è stato finanziato con 20 milioni di euro.


Dati
  • Dislivello: 1400 m circa
  • Difficoltà: BS-BSA
  • Orario: 5/6 ore
Bibliografia
Cartografia
  • Carta 1:25000 Gruppo Monti Reatini - CAI Rieti
  • Carta 1:25.000 Monti Reatini - Ed. Il Lupo

Immagini