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Monte Palombo (Monti Marsicani)

Il monte Palumbo è un 2000 nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Una cima "minore" ma con panorama di prim'ordine. Dalla vetta lo sguardo spazia tra una moltitudine di montagne come da pochi punti dell'Appennino è possibile; siamo nel cuore dell'Abruzzo, tutto l'orizzonte, da qualsiasi angolazione si guardi, è montagna! L'itinerario che inizia dalla Fonte della Padura, segue fedelmente il lungo crinale nord-nord-ovest fino in vetta. Un crinale ampio, senza pendenze eccessive e che può essere affrontato con ragionevole sicurezza anche dopo abbondanti nevicate (almeno fino al limite del bosco).

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Monte Turchio (Monti Marsicani)

Il monte Turchio, in pieno territorio Marsicano, è una cima "minore" del circondario di Pescasseroli. La salita con gli sci dal Passo del Diavolo è breve e abbastanza semplice (in mancanza di nebbia). Il dislivello è all'incirca di 500 m, le pendenze non sono mai problematiche e il pericolo di valanghe è ridotto. Inoltre questo monte offre una visione particolare sulla sottostante conca del Fucino e sulle montagne che la contornano, in primo luogo il Velino e il Sirente. Un itinerario piacevole e frequentato.

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Scoglio dell'Aquila (Monti Sibillini)

Il versante ovest della Cima del Redentore è solcato da numerosi canali molto simili tra loro. Dritti, con pendenze abbastanza costanti e ... molto divertenti con neve ben assestata. Non è un caso infatti che sono percorsi essenzialmente a primavera, quando il manto nevoso è ormai stabile e non ci sono problemi di valanghe. Tutto il versante è estremamente valangoso e non è raro che la massa nevosa attraversi anche la strada carrozzabile. Forse per questo che la strada è spesso chiusa al traffico nel periodo invernale. Il canale che scende dritto dallo Scoglio dell'Aquila, un'imponente bastionata rocciosa appena al di sotto della cresta, è abbastanza frequentato, la parte bassa, fino allo Scoglio ha una pendenza uniforme e non troppo marcata mentre la parte alta, dalla base dello Scoglio in sù, presenta tratti abbastanza ripidi ed impegnativi in particolare con neve dura e ghiacciata.

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Monte Acquaviva (Majella)

Scendere alla Grotta dei Callarelli dal monte Acquaviva con gli sci significa entrare una delle valli meno accessibili della Majella. La difficoltà non è tanto nel percorrere la valle dell’Acquaviva che sfocia appunto alla Grotta, quanto nel prosieguo del percorso: il sentiero che passa sotto Cima Raparo e tocca Colle Bandiera è lungo e presenta una interminabile serie di saliscendi, quello che piega verso la Fonte del Pesco e giunge a Bocca dei Valloni nella Valle di Santo Spirito è poco meno tormentato altimetricamente. Il modo più vantaggioso di percorrere la Valle dell’Acquaviva è in traversata, il meno complesso partendo dalla Majelletta, toccando le vette di Focalone ed Acquaviva, per poi scendere alla grotta dei Callarelli e rientrare a Fara San Martino da Bocca di Valloni, lungo il sentiero estivo. In inverno la componente nivologica diventa ovviamente fondamentale. Esposta ad Est la Valle dell’Acquaviva è ripida nel tratto sommitale e con oltre 1200 metri di differenza tra inizio e fine può presentare condizioni molto diverse; i sentieri di rientro sono caratterizzati da lunghi traversi su versanti ripidi su cui la stabilità della neve deve essere assicurata. Se si riesce ad indovinare la giusta combinazione tra innevamento e sicurezza del manto l’itinerario è veramente notevole e di grande soddisfazione.

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Diretta al Vettore (Monti Sibillini)

Bellissima gita che necessita però di buone condizioni di innevamento affinchè sia remunerativa. Non è molto frequente infatti, vista l’esposizione a sud e la presenza di salti rocciosi, trovare la quantità di neve sufficiente per non togliere mai gli sci in discesa. Il canale proposto è stato salito nel 1981 da Marco Florio e la Guida dei monti Sibillini (Maurizio Calibani e Alberico Alesi - 1983) lo descrive di impegno AD-, tuttavia i salti rocciosi sono aggirabili e l’impegno alpinistico risulta molto minore. E’ necessario avere buone capacità sciistiche ed alpinistiche visto che la pendenza è mediamente di 40° con tratti a 45°-50°. L’ambiente richiede una buona dose di intuito per trovare la linea migliore. Consigliamo di usare il casco per il concreto pericolo di caduta sassi.

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