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Alla fine degli anni '60 le lisce placche della seconda Spalla rappresentavano ancora un ostacolo troppo impegnativo per gli alpinisti locali e, nei tratti più impegnativi, per progredire si ricorreva ai chiodi a pressione. Qualche anno più tardi, Pierluigi Bini con le sue superga, dimostrò che era possibile salire anche senza piantare chiodi e aprì un nuovo capitolo per l'alpinismo del Gran Sasso. Questa via è stata aperta con 13 chiodi a pressione e valutata IV+ con passi di artificiale; oggi di chiodi ce ne sono molto meno e il grado è diventato VI-. Il tiro finale, lungo una bellissima placca di roccia magnifica, ha avuto una vita travagliata; prima qualcuno ha tolto i chiodi a pressione alzando notevolmente il livello di difficoltà, poi di recente sono stati rimessi degli spit che rendono l'arrampicata piacevole e mai troppo stressante. Forse anche sulla vicina Aquilotti 72 si potrebbe fare la stessa cosa; sostituire i vecchi chiodi a pressioni con nuove protezioni, si perderebbe una testimonianza storica ma ne guadagnerebbe l'arrampicata. Una scelta difficile.

La Mallucci-Geri-Lagomarsino è una via classica, molto ripetuta, non troppo impegnativa, e dove è relativamente semplice proteggersi. Un po' discontinua nella parte bassa, non ha molte protezioni in loco eccetto il tiro finale dove ci sono diversi spit. E' possibile evitare il diedro-camino del primo tiro per una variante che inizia poco oltre il forcellino ma non si guadagna molto né come arrampicata né come qualità della roccia. Le lunghezze dei tiri relazionati sono puramente indicativi, le soste (eccetto la prima e l'ultima) non ci sono per cui ognuno può gestirsi i tiri come meglio crede. Una via sicuramente consigliabile con un tiro veramente bello.

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Avvicinamento e attacco

Dall'arrivo della funivia si prende il sentiero Ventricini. Superate le scalette si raggiunge la Forcella del Belvedere. Ancora un tratto in piano e si arriva ad un forcellino. L'attacco è un paio di metri prima di questa sella. Se si vuole fare la variante del primo tiro occorre proseguire qualche metro oltre la forcella e attaccare nei pressi di un diedro erboso.

Relazione

  • 1° tiro: si sale un diedro-canale poi si traversa leggermente verso destra per raggiungere un terrazzino (35 m, III+ - sosta 2 ch.)
  • 2° tiro: si prosegue per una fessura (ch.) poi per uno spigolo fino ad uno spuntone sotto uno strapiombo. Verso destra (clessidra) quindi dritti per fessure e placche fino ad una sosta sotto un tettino triangolare che sporge sulla sinistra (50 m, IV, 1 ch. + 1 cless. - sosta clessidre)
  • 3° tiro: dritti per fessure e placche fino ad una sosta con chiodi sotto le placche (50 m, IV, 1 ch. - sosta 4 chiodi)
  • 4° tiro: dritti per placca seguendo gli spit (40 m, VI-, 5 spit - sosta su clessidre)

Discesa

Lungo il canale Bonacossa oppure in doppia dall'uscita della via Aquilotti 72.


tracciato della via Mallucci-Geri-Lagomarsino

Dati tecnici

  • Aperta da Giorgio Mallucci, Marco Geri e Pierluigi Lagomarsino il 1 giugno 1969
  • Prima solitaria: Pierluigi Bini, giugno 1978
  • Prima invernale: Giorgio Mallucci, Marco Geri e Renzo Bragantini il 3 gennaio 1975
  • Sviluppo: 180 m
  • Difficoltà massima: VI- (5b)
  • Impegno: R2/II
  • Esposizione: sud-ovest
  • Materiale necessario: normale dotazione alpinistica.
Bibliografia
  • Gran Sasso d'Italia - Guida dei Monti d'Italia CAI-TCI 1972- C. Landj Vittori, S. Pietrostefani
  • Gran Sasso proposte per quattro stagioni - Zanichelli 1982 - Fabrizio Antonioli, Stefano Ardito
  • Gran Sasso d'Italia - Guida dei Monti d'Italia CAI-TCI 1992- Luca Grazzini, Paolo Abbate
  • Gran Sasso - Vivalda edizioni 2000 - Fabrizio Antonioli, Fabio Lattavo
  • Il chiodo fisso - Edizioni Il Lupo 2012 - Pietro Ledda
  • Gran Sasso - Versante Sud 2012- Alberto Bazzucchi, Igor Brutti

Immagini

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