La via Mallucci-Monti segue la lunga e frastagliata cresta che sale dal bivacco Bafile fino alla Vetta Centrale del Corno Grande. Aperta nel lontano 1950, non presenta difficoltà di rilievo; la maggior parte dei tiri ha passaggi di II e III grado. Solamente nel terzo tiro, un bel diedro di circa 20 m, occorre superare dei tratti di V grado. La qualità della roccia non è il massimo; buona nelle difficoltà ma molto friabile per lunghi tratti. In qualsiasi altro posto una via di questo tipo sarebbe alpinisticamente irrilevante e dimenticata ma qui, con l'esposizione che solo il Paretone può dare, l'itinerario regala delle soddisfazioni per i vertiginosi affacci sulla sottostante valle dell'Inferno. La via non è molto ripetuta ma nei punti difficili risulta protetta; anche la doppia, dopo il tiro chiave è attrezzata con cordone e maglia rapida. Le guide in commercio contengono diversi errori: danno una valutazione un po' riduttiva della difficoltà massima, sicuramente non è IV- ma V grado così come il tiro in leggera discesa di II è una doppia di circa 30 m e lo sviluppo, fino alla cresta finale, è di circa 450 m e non di 350.

Mallucci è un nome ricorrrente al Gran Sasso, in questo caso si tratta di Alfredo, padre di Giorgio, forte alpinista romano ancora in piena attività; diverse vie hanno questo cognome tra i primi apritori. Nel complesso è una salita alpinistica con la A maiuscola; al di là del grado, tra avvicinamento e discesa, richiede impegno e resistenza. Giunti in cima alla vetta Centrale sono possibili diverse alternative per la discesa, ognuno può scegliere la propria ma nessuna è banale. Una via dal sapore antico che regala spettacolari vedute ma con tratti di roccia friabile.

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Avvicinamento e attacco

Da Campo Imperatore (2130 m #) si sale con un comodo sentiero # alla Sella di Monte Aquila (2335 m, 0:30 ore), quindi si continua in leggera salita # # fino alla successiva sella (sella di Corno Grande, 2421 m, 0:50 ore). Il sentiero qui si inerpica e dopo numerosi zig-zag si oltrepassa il Sassone (2550 m circa) e si raggiunge il bivio per il bivacco Bafile (2620 m circa, 1:15 ore, targa #) su una piccola sella #. Si lascia il percorso che sale dritto nel canale (la Direttissima) e si prende il netto sentiero (sentiero n. 4 #) che, verso destra traversa nel vallone #. Con diversi saliscendi (cavi d'acciaio vecchi e nuovi # e scalette) si traversa # # sotto la parete est (bandierine bianco-rosse #) della vetta Occidentale solcata da numerosi itinerari alpinistici e dopo aver superato un belvedere si raggiunge la Comba detritica. Oltrepassato questo ghiaione, alla base del pilastro dove sorge il bivacco, si incrocia il sentiero (n. 4) che sale verso la Forcella del Calderone. Lo si supera e si inizia a salire una rampa che termina davanti al bivacco (2669 m, 1:15 ore #), un "nido d'aquila" a picco sulla valle dell'Inferno.
L'attacco è sulla parete alle spalle della costruzione.

Relazione

  • 1° tiro: per placche # si sale dritti fino ad una lapide commemorativa in ricordo di Fernando Di Marcobernardino # (45 m, II+ - sosta: 2 ch.)
  • 2° tiro: si obliqua verso destra e si risale una breve ma bellissima placca solcata da rivoli, fino alla sommità della parete (20 m, III - sosta: 1 ch. - è possibile arrivare fino qui con un solo tiro di corda)
  • 3° tiro: si traversa verso destra e si risalgono brevi paretine di roccia rotta fino alla fine della corda (60 m, II+ - sosta: spuntone)
  • 4° tiro: si traversa verso sinistra e dopo aver superato una guglia si ridiscende qualche metro # per portarsi alla base di un diedro (40 m, II e III - sosta: spuntone)
  • 5° tiro: nel diedro (ch.) per circa 15 m poi fino ad una sosta (evitabile). Ci si porta un metro a destra quindi verso sinistra (ch.) si supera un breve strapiombo. Le difficoltà si abbassano, si continua per un diedro # fino alla base di una paretina (35 m, V, 7 ch. - sosta: 1 ch.)
  • 6° tiro: si segue la cresta fino al culmine dove si trova un cordone con maglia rapida (35 m, II+ - sosta: cordone con maglia rapida)
  • 7° tiro: in doppia si scende alla sottostante forcella #, ci si sposta qualche metro e si sosta alla base di un canale (35 m - sosta: 1 ch.)
  • 8° tiro: su terreno facile ma insidioso, si traversa sulla cengia verso sinistra fino alla base di un evidente canale. Lo si risale (roccia rotta) fino ad un forcellino (65 m, II - sosta: spuntone)
  • 9° tiro: a destra si supera una breve placca e si entra in un altro canale, questa volta più largo ma sempre con roccia rotta. Lo si segue fino ad un forcellino (60 m, II+ - sosta: spuntone)
  • 10° tiro: si traversa verso destra in leggera discesa e si raggiunge un ultimo canale, anche questo di roccia molto friabile #. Lo si risale sulla destra poi al centro fino ad uscire sulla cresta dove passa la Traversata delle Tre Vette (60 m, II - sosta: spuntone)
  • Per facili roccette in vetta (50 m, I #)

Discesa

Dalla vetta Centrale si può:

  • A) scendere alla Forchetta Gualerzi (doppia) e da questa al sottostante Calderone. Da qui per sentiero si torna a Campo Imperatore.
  • B) continuare per le Tre Vette, raggiungere la vetta Occidentale e poi scendere per la Direttissima (pass. di II) oppure per la Normale
  • C) continuare per le Tre Vette fino alla Forcella del Calderone (doppie e passi di II). Qui (sentiero n. 4 # ) scendere per il ripido # canalone (pass. di II # ) che riporta alla base della parete nei pressi del bivacco Bafile dove si riprende il sentiero percorso all'andata. Per questo fino a Campo Imperatore.

Dati tecnici

  • Aperta da Alfredo Mallucci e Vincenzo Monti nell'agosto 1950
  • Prima invernale: Sandro Graziosi e Domenico Alessandri il 12 marzo 1967
  • Sviluppo: 450 m circa
  • Difficoltà massima: V
  • Impegno: R2/III / AD
  • Esposizione: sud-est
  • Materiale necessario: normale dotazione alpinistica.
Bibliografia
  • Gran Sasso - Luca Grazzini - Collana CAI-TCI - 1992
  • Gran Sasso - vie classiche, moderne e d'avventura - Alberto Bazzucchi e Igor Brutti - Versante Sud - 2012

Immagini