Uno degli itinerari più belli dei monti Sibillini. Panoramico, selvaggio, non banale, con affacci da vertigine e ricco di acqua (a primavera). Questo itinerario è riservato ad escursionisti esperti per diverse ragioni: primo perchè il sentiero non è sempre ben visibile, secondo perchè passa in luoghi potenzialmente pericolosi, terzo per via dello sviluppo e del dislivello non indifferenti.
Si tratta di un anello intorno alla cima della Sibilla, un percorso che parte nei pressi del monte Zampa, quindi scende nel versante sottostante e taglia tutto il versante nord della montagna, un versante tormentato, pieno di forre e pareti rocciose, cascate e stazzi abbandonati. Infine risale sulla cresta principale e la percorre integralmente fino al punto di partenza.
Luoghi selvaggi frequentati fino a poco tempo fa solo dai pastori che, in queste località, avevano gli stazzi arroccati in posti veramente inospitali.
L'escursione è lunga e molto varia; il primo tratto è un lungo traverso che taglia il versante nord della Sibilla traversando i numerosi fossi che solcano la parete, il più grande dei quali (fosso le Vene) forma notevoli cascate prima di incunearsi nella strettissima forra che sbuca nel Tenna, qualche centinaia di metri più in basso.
La seconda parte risale larghi pendii erbosi tramite il sentiero del Meschino (vedi leggenda) e la terza completa il giro percorrendo le due aeree creste della Sibilla (est e ovest) con una vista a volo d'uccello sulla sottostante valle del Lago di Pilato. In discesa, chi non c'è ma stato, può visitare la grotta della Sibilla, rimarrà un po' deluso ma è tutto quello che rimane della leggenda.
Se percorso a primavera (inoltrata) non occorre portarsi molta acqua in quanto è possibile reperirla in diversi posti, questo è sicuramente il periodo migliore quando ancora le falde acquifere sono piene ma i canaloni sono sgombri dai resti della valanghe, considerate che qui la neve può rimanere molto a lungo, in caso di grossi accumoli è meglio evitare di avventurarsi.
Accesso
Da Montemonaco si prende la strada (bianca) che con numerosi tornanti giunge al rifugio Sibilla 1540.
Relazione
Dal rifugio (1540 m ) si prende il sentiero che sale dritto dal fontanile e subito dopo incrocia la strada. Per questa fino ad un tornante dove si prende a destra una netta traccia.
Per ampi tornanti si segue questo sentiero fino ad una sella nei pressi del Monte Zampa (1780 m circa, 0.30 ore). Prendere a sinistra e seguire il filo di cresta (molto panoramico). Dopo pochissime centinaia di metri occore deviare a destra per prendere il sentiero che scende nel vallone. In questo punto occorre fare molta attenzione poichè l'attacco del sentiero non è visibile, solo un ometto indica la direzione. Scendere per prati fino ad incrociare la traccia che via via diventa sempre più netta. Una volta individuato il sentiero lo si segue (sporadici segni di vernice rossa) lungamente traversando superando piccoli valloncelli. Sempre con lievi saliscendi si giunge ad una piccola macchia di alberi (1625 m). Dove questa termina occore scendere nettamente e lasciare il sentiero che continua in piano. Dentro il bosco, con diversi stretti tornanti si giunge sul fondo del fosso che si attraversa facilmente. Ancora per prati lungamente fino ad un nuovo netto vallone (può esserci neve). Lo si oltrepassa e si giunge in prossimità di un bosco. Lo si costeggia sulla sinistra per entrarci brevemente alla fine (arco di roccia in alto). Ancora pratoni fino al crestone che delimita il grande imbuto del versante nord della Sibilla e dove in basso scorre il fosso le Vene (1620 m, 1.45 ore). Da qui occorre scendere per un bel tratto, senza sentiero, fino al fondo del vallone (1460 m), solamente nei pressi del fosso si riprende una esile traccia tra l'erba. Superato il torrente il sentiero riprende netto e dopo una breve salita traversa lungamente in piano senza problemi fino a casale Lanza, un vecchio casaletto di pastori immerso tra alte piante di spinaci e di ortica (1584 m, 2.30) .
Dal casaletto si prende il sentiero che sale obliquando verso sinistra (sentiero del Meschino), passa davanti ad un fontanile diruto e solo dopo aver superato un piccolo fosso diventa più netto. Con numerosi e ampi tornanti (sorgente a q. 1760 m circa), si risale lo spoglio versante fino a sbucare su un ampio crinale dove si intravede un altro casaletto sulla sinistra. Senza un percorso definito lo si raggiunge: casale della Sibilla (1890 m circa, 3.30 ore) .
Da qui si sale senza una traccia ben definita, prima dritti quindi obliquando un po' verso sinistra per raggiungere la sella dove termina la strada che sale dal rifugio (2129 m).
A sinistra, si segue il netto e panoramico sentiero che si tiene quasi sempre sul filo della cresta , quindi si oltrepassa la prima cima, e dopo una brevissima discesa si raggiunge la cima principale della Sibilla (2173 m, 4.30 ore).
Dalla cima (croce) si scende per la cresta opposta (est) e quasi subito si intravedono a destra dei pali. Dirigersi in questa direzione dove in prossimità di vecchi tubi e tavoloni si trova quello che resta della grotta della Sibilla (2125 m circa).
Si prende la netta traccia che in leggera discesa torna sul crinale e in breve si raggiunge la "Corona della Sibilla" (2060 m circa), una breve fascia rocciosa dove una corda fissa può servire d'aiuto per scendere i pochi metri di questo risalto roccioso . Ripreso il sentiero si prosegue senza più difficoltà fino a tornare sulla selletta dove avevamo iniziato la gita (1780 m, 5.30 ore).
Per il sentiero seguito all'andata si torna al rifugio (6.00 ore).
Dati tecnici
- Dislivello: oltre 1000 m
- Difficoltà: EE
- Orario: 6/7 ore
- Sviluppo: 16 Km circa
- Segnatetica: rari segni rossi
Bibliografia
- Monti Sibillini - le più belle escursioni - SER
Cartografia
- Monti Sibillini 1:25.000 - Società Editrice Ricerche
- Atlante 1:25000 - Società Editrice Ricerche
- Monti Sibillini 1:25.000 - Ed. Multigraph