In un articolo di qualche tempo fa, descrivendo la salita della via dei Laghetti avevamo scritto che esistevano itinerari che si posizionano in una zona "grigia", un misto tra escursionismo e alpinismo. La via del Canalino è un'altro itinerario che corrisponde a quella descrizione. Un percorso escursionistico riservato ad alpinisti, non occorre essere dei sestogradisti ma bisogna avere una grande esperienza e la capacità di muoversi in un ambiente molto particolare; un terreno fatto di pietre instabili, forti pendenze e tratti molto esposti. Un terreno non difficile ma sicuramente pericoloso. Il versante sud del Vettore è fatto così, pareti di roccia intervallate da canali ghiaiosi sopra scivoli di roccia compattissima, un terreno selvaggio, aspro e per questo molto suggestivo.
L'itinerario inizia dal canale dei Mezzi Litri, proprio sotto la verticale del rifugio Zilioli, e segue un sentiero che passa proprio sopra le fasce rocciose; fino a qualche anno fa si preferiva passare per il fondo del canale che scende dalla Piramide ma attualmente, forse per le valanghe sempre meno numerose e distruttive, questo tratto è ingombro di piante che rendono il cammino faticoso e poco remunerativo. Il passaggio chiave della via (III grado) è attrezzato con una catena d'acciaio lunga pochi metri , oltre questo tratto sono presenti altri brevissimi passaggi rocciosi ma meno impegnativi. Anche se non è richiesta una attrezzatura alpinistica consigliamo sempre l'uso del casco perchè il pericolo di caduta pietre è alto.
Questo itinerario è consigliato anche d'inverno, anche in questa stagine non presenta mai difficoltà elevate anche se l'esposizione è notevole. Naturalmente le condizioni della neve devono essere strasicure, siamo in pieno versante sud, il sole, anche d'inverno, può far alzare di molto la temperatura e provocare distaccamenti, occorre trovarsi in quota già alle prime luci dell'alba. Estremamente sconsigliato in primavera nel periodo del disgelo per il pericolo di caduta pietre.
Questo luogo è anche ricco di leggende e diversi toponimi ce lo ricordano, la grotta delle Fate, proprio sopra l'Aia della Regina ad esempio era la dimora di giovani e bellissime fanciulle che scendevano a Pretare per ballare con i giovani del paese. Un giorno però un pastore alzò la gonna di una di queste e, con sorpresa, scoprì che a posto dei piedi aveva zampe di capra. Le fanciulle scapparono, tornarono nella grotta e non si fecero più vedere. Oggi questa leggenda viene rievocata con una festa al paese di Pretare: una festa che dura da più di 50 anni.
Salita
Dal parcheggio sotto il canale dei Mezzi Litri (1.5 Km circa prima di Forca di Presta, 1300 m circa) si risalgono i prati in direzione del canale. Un volta sul fondo del canale, si prende a destra una netta traccia che sale ripida (1560 m circa, 20 minuti, ometti ). Dopo un primo tratto ripido il sentiero inizia a traversare il versante senza più impennate . Si segue la traccia per un lungo tratto , si oltrepassano diversi canaloni e si giunge infine (traccia a tratti poco visibile) sul bordo di un marcato ed infossato canalone che scende diretto dal bordo sinistro della Piramide (sotto la cresta delle Ammoniti). Si scende nel canalone senza perdere quota e, rimontato l'altro versante, ci si trova alla base delle placche dell'Aia della Regina (1700 m circa, 1:00 ora ), sotto la grotta delle Fate . Si continua obliquando fino a raggiungere un altro fosso ben marcato. Lo si attraversa e si continua sul bordo di destra per prati ripidi . Dritti puntando ad una evidente nicchia sulla estremità destra della Piramide. Giunti alla nicchia, pochi metri a destra si trova l'attacco del canalino (catena, 1900 m circa, 1:45 ore ) vicino ad un grosso masso . Il primo tratto segue il fondo del canale poi, subito dopo si prende il canalino di destra e si esce su ripidi prati. Si rientra sul fondo e, senza una direzione obbligata, sempre su pendenze sostenute, si proegue fino al termine dell'"imbuto", sulla cresta tra il Monte Vettore e il Pizzo (2270 m, 2:45 ore ). A sinistra in breve si raggiunge il sentiero che sale da Santa Maria in Pantano (sentiero 131) e per questo, senza difficoltà si arriva in cima al Vettore (2476 m, 3:15 ore).
Discesa
Dalla cima si prende la netta traccia che scende prima al rifugio Tito Zilioli e quindi a Forca di Presta (via normale al Vettore). Da qui, per la strada, al punto di partenza (1:30/2:30 ore).
Dati tecnici
- Prima salita invernale: A. Puleggio, D. Martelli, E. Filipponi, I. Castellari nel 1956
- Prima ripetizione invernale: Tito Zilioli, Pinetta Teodori, Claudio Perini e Francesco Saladini nel marzo 1958
- Dislivello: circa 1200 m
- Sviluppo complessivo: circa 12 Km
- Difficoltà: EEA
- Orario complessivo A/R: 5:00/6:00 ore
- Segnaletica: qualche ometto nel primo tratto - segni bianco-rossi (sentiero 131) dalla cresta in vetta, sentiero 101 in discesa
- Attrezzatura: casco e spezzone di corda
Bibliografia
- Guida dei Monti Sibillini - Club Alpino Italiano Sezione di Ascoli Piceno (1983)
Cartografia
- Monti Sibillini 1:25.000 - SER
- Atlante dei Monti Sibillini 1:25.000 - SER
- Monti Sibillini 1:25.000 - Ed. Multigraph