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Sapete tutto sull'orientamento? Per andata in camera da letto usate il GPS? Azimuth e UTM non sono parolacce? Se avete risposto affermativamente a queste tre domande potete fare questo itinerario. Raggiungere il colle Finarolo infatti non è proprio banale, una folta vegetazione e sentieri non sempre ben visibili rendono questo itinerario riservato a chi di montagna e di orientamento ci capisce. Paradossalmente proprio la prima parte, quella cioè vicino al paese, è la più intricata e difficile da trovare. I sentieri, un tempo percorsi da pastori e legnaioli, oggi sono calpestati solo dai cercatori di funghi e dai cinghiali che non riescono ad evitare la crescita degli arbusti. Sarebbe ottimo se le amministrazioni locali destinassero dei fondo per ripulire queste mulattiere che attraversano luoghi selvaggi e ricchi di storia in ambienti superbi.
Il colle Finarolo è un piccollissimo rilievo roccioso su un lungo crinale ricoperto da boschi. Il nome la dice lunga sulla larghezza della cresta in questo punto, un tratto di brevi pinnacoli di arenaria con una forte esposizione sulle valli sottostanti. Volendo si può continuare ed uscire verso il monte Comunitore ma a questo punto sarebbe d'obbligo avere un'altra macchina per tornare al punto di partenza.

Si tratta di un'escursione che si svolge per la gran parte dentro un fitto bosco composto da castagni, faggi, querce, aceri e altro che in autunno diventa un calendoscopio di colori. Proprio l'autunno è la stagione ideale per effettuare questa gita anche perchè non si sviluppa in quota e lungo il percorso non c'è mai la possibilità di rifornirsi di acqua. Oltre l'interesse ambientale per i vasti boschi che ricoprono questo tratto di Laga, l'escursione offre anche altri spunti per l'escursionista quali l'orientamento e l'esposizione. Per quanto riguarda l'orientamento, proprio perchè i sentieri non sono segnalati o ben visibili, occorre cercare l'itinerario e questo, per molti ma non per tutti, è fonte di soddisfazione (quando lo si trova ovviamente). Per l'esposizione, il tratto del colle molto aereo e a picco sulla valle, anche se non presenta difficoltà elevate non è banale ed occorre essere un minimo avvezzi al vuoto.

Naturalmente è possibile allungare il percorso ed arrivare in cima al monte Scalandro continuando a seguire il crinale che, dopo il tratto roccioso del Finarolo, torna ad essere meno aereo e quasi sempre nel bosco. Considerate che per questa "variante" occorre aggiungere circa un'ora e mezza; sono circa 300 m di dislivello.
Per quanto riguarda l'attrezzatura, oltre l'acqua è bene avere con se la carta del luogo e ... saperla usare bene.

Accesso

Da Acquasanta Terme si prende la strada bianca che inizia prima del ponte all'uscita del paese (alla fine del ponte per chi viene da Roma). Si segue questa strada per circa 5 Km fino ad arrivare a Matera dove si parcheggia nello slargo con fontana poco prima del paese.

Salita

Dal parcheggio (760 m circa), si entra nel paese, si passa sotto un passetto # e si sale verso destra superando una fontana e giungendo così alle ultime case sopra il borgo #. Proprio all'ultima casa si prende a sinistra e ci si porta sopra di essa. Qui il sentiero è visibile e superati alcuni ruderi entra nella vegetazione. Si segue questa traccia contornata da muretti a secco # e raggiunto il crinale si oltrepassa un muretto proseguendo alla sua destra. Alla fine dei muretti il sentiero piega verso sinistra e passa sopra una lastronata di arenaria quindi entra nel bosco. Con alcuni zig-zag si sale nella macchia fino ad un netto tornante verso destra (980 m circa). Qui si lascia il percorso principale e si prende una traccia poco visibile all'inizio che piega decisamente verso sinistra. Si sale adesso tra alberi e radure stando attenti a non perdere questa traccia che a tratti può risultare poco visibile. Dopo un bel tratto si esce su prati nei pressi di un casolare diroccato (1045 m circa). Si sale tenendosi leggemente a destra e rientrati nel bosco si prosegue dritti. Il sentiero diventa piano piano più pulito, netto e pianeggiante. Si traversa verso sinistra e si raggiunge una sella (1100 m circa, 1 ora). Adesso la mulattiera è netta e larga anche se a tratti invasa da alberi caduti #. Senza difficoltà # si prosegue per un lungo tratto che segue il crinale tenendosi o sul filo dello stesso oppure al di sotto sulla destra. Si giunge così, dopo aver superato una casetta ormai diruta #, all'Ara della Croce (1165 m, 1.45 ore). Qui siamo ad un quadrivio (anche se non molto appariscente) dove occorre proseguire seguendo sempre il filo di cresta. La traccia si fa più esile e supera un breve tratto ripido. Tornata pianeggiante, la traccia costeggia sulla destra il crinale quindi giunge ad un'altra piccola sella. Ancora dritti nel bosco fino a quando il sentiero (piccolo ma visibile) piega verso sinistra. Qui occorre lasciarlo e risalire sulla destra un ripido ma breve pendio e riprendere così il filo di cresta. Ancora un breve tratto e si esce su un balcone roccioso con splendido panorama. Da qui la cresta alterna tratti rocciosi e non # # fino ad un pinnacolo più alto degli altri (il colle Finarolo). Per raggiungero ci sono due opzioni: la più semplice aggira il pinnacolo verso sinistra per una cengia rocciosa # #, la seconda invece risale la cresta per paretine rocciose con passaggio di II grado #. In entrambi i casi si è sulla cima del colle (1358 m, 2.30 ore #).

Discesa

Per lo stesso itinerario di salita (2.00 ore).


Dati tecnici

  • Dislivello: 700 m circa
  • Difficoltà: EE
  • Orario complessivo A/R: 4:30/6:00 ore
  • Segnaletica: inesistente
Bibliografia
  • Monti della Laga - le più belle escursioni - edizione del 1990 - Società Editrice Ricerche
Cartografia
  • Carta 1:25000 Monti della Laga - Società Editrice Ricerche

Immagini

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