La cima del monte Genzana, anche se non molto appariscente, è tra le più panoramiche dell'Appennino Centrale. Come in altri gruppi montuosi il versante orientale rispetto a quello occidentale è molto più boscoso e solcato da lunghi valloni ed i paesi sono spesso dislocati a quote relativamente modeste. Per questo anche se le cime delle montagne non presentano altezze significative i dislivelli possono essere notevoli. L'itinerario che da Pettorano sul Gizio sale in cima al monte Genziana ha proprio questa caratteristica, con una cima di "soli" 2100 m il dislivello complessivo per compiere l'anello descritto è ci circa 1600 m. Se a questo aggiungiamo i circa 22 Km si sviluppo abbiamo un'escursione che, da un lato permette di attraversare luoghi molto diversi tra loro, dall'altro richiede un discreto allenamento.

L'escursione inizia dal paese di Pettorano sul Gizio, un borgo che ha visto sicuramente tempi molto migliori. Ad inizio novecento contava più di cinquemila abitanti (uno dei paesi più popolati della valle Peligna) mentre oggi, dopo una fortissima emigrazione, il paese conserva circa un decimo della popolazione. Il centro storico anche se molto bello è abbastanza spopolato e i cartelli "vendesi" compaiono numerosi sulle porte delle case. L'edificio che spicca maggiormente è il castello Cantelmo posto sulla sommità del paese proprio nei pressi dell'inizio del sentiero; quando terminò la funzione difensiva fu abbandonato e il tempo lo ha seriamente danneggiato. Appena entrati nella valle, si incontra il belvedere dedicato al famoso artista olandese Maurits Cornelis Escher (1898-1972). Questi compì tre viaggi in Abruzzo realizzando numerosi disegni. Uno di questi "Town in Southern Italy" rappresenta il borgo di Pettorano e presumibilmente il posto da dove ha ritratto il paese è proprio questo. Il tratto iniziale del sentiero è costellato da cartelli informativi sulle varie specie arboree presenti; d'altra parte questo territorio fa parte della Riserva Naturale Regionale monte Genzana e alto Gizio. Tutta la zona è tutelata e al suo interno possiamo trovare numerossime specie animali tra cui caprioli, cervi, lupi, orsi e gatti selvatici. La riserva è stata istituita nel 1996, ha un'estensione di 3164 ettari ed è interamente nel territorio del Comune di Pettorano sul Gizio. L'itinerario di salita si svolge per un lungo tratto nel bosco, a q. 1660 circa si incontra il rifugio "La Fascia" nei pressi dell'omonima fonte. Prima di arrivare qui però occorre superare una serie di radure coperte da ginepri dove occorre fare un po' d'attenzione ai segni bianco-rossi non sempre molto evidenti. Giunti fuori dal bosco, che qui si spinge a quasi 1900 m di altezza, il sentiero scompare e i segni di vernice sono sostituiti da ometti che comunque seguono abbastanza fedelmente il crinale. La discesa è poco interessante, spesso scomoda e noiosa (purtroppo). Si svolge interamente nel vallone, nel primo tratto si segue il fondo del fosso senza sentiero mentre più a valle si segue una pista che arriva fino in paese. Il tratto vicino al borgo è quello più interessante, prima una serie di fontanili poi la chiesetta di Santa Margherita (eretta nel 1328 in onore di Santa Margherita di Antiochia, protettrice di Pettorano) da cui prende il nome la valle. Poco oltre è presente un'area archeologica quindi si raggiungono le sorgenti del Gizio. Un fiume abbastanza "sfortunato", in soli 10 Km (questa è la lunghezza di questo corso d'acqua fino alla confluenza con il Sagittario) la sua acqua è captata sia per uso potabile che per uso idroelettrico e in estate rischia di rimanere asciutto. Un itinerario molto vario, lungo, interessante e con un panorama superbo. Peccato solo il tratto iniziale della discesa un po' disagevole e la brutta antenna sulla cima del monte.

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Accesso

Giunti al paese di Pettorano si prende la strada che sale fino alle ultime case del paese e si parcheggia nei pressi di un tabellone posto all'inizio di un sentiero che, verso destra, entra nella valle.

Salita

Dal bivio (650 m circa #) si segue il sentiero che entra nella valle ed in breve raggiunge il belvedere dedicato a Escher (680 m circa #). Si prosegue (a destra) per la mulattiera che senza grosse pendenze attraversa un fitto bosco misto con diverse tabelle informative #. A circa 1000 m di quota si giunge ad un secondo belvedere con bivio #. Si continua a salire (sinistra) sempre su sentiero netto e segnalato. Il bosco misto lascia il posto alla faggeta quindi si raggiungono delle radure invase da ginepri (1100 m circa #). Per tracce di sentiero non sempre netto e visibile si seguono i segnavia bianco-rossi e si rientra nel bosco per poi uscirne poco prima del rifugio la Fascia (fonte nei pressi, 1665 m circa, 2.00 ore # #).
Dal rifugio si prosegue sul crinale e si incrocia subito una pista (1685 m circa #). La si attraversa e si continua sulla cresta (ometti #) per poi prendere un sentiero che avanza tenendosi un poco sottocresta. Ancora un tratto nel bosco quindi si ritorna sul crinale e si è definitivamente fuori dalla vegetazione (1890 m circa, 2.30 ore). Qui terminano i segni di vernice e inizano gli ometti. Si continua tendendosi sempre sul crinale passando sopra una fascia rocciosa che precipita sulla valle. Un lungo tratto poco pendente e si raggiunge un piccola cima senza nome (2083 m, 3.15 ore).
Pochi metri e si incrocia una pista che, verso destra, scende alla sella (2040 m # #). Un ultima salita (senza sentiero) e prima si oltrepassa un'antenna # quindi si arriva in vetta la monte Genzana (2170 m, 3.45 ore #).

Discesa

Dalla croce di vetta si prosegue verso nord per poco (ometti) quindi si devia nettamente a destra entrando nel vallone sottostante. Ci si tiene sul lato sinistro della valle (senza sentiero) e si raggiunge un vecchio stazzo (1950 m circa #). Qui è presente una traccia di sentiero che sempre in discesa permette di arrivare sul fondo dell'inciso vallone #. Si lascia il sentiero che risale l'altro versante e, verso sinistra, si continua tenendosi sul fondo del vallone seguendo una traccia su pietraia. Giunti alle prime piante (resti di valanga) occorre destreggiarsi un po' tra i tronchi caduti #. Sempre sul fondo si continua per un lungo tratto abbastanza scomodo (segni bianco-rossi). A q. 1592 si intercetta la strada che scende dal rifugio la Fascia #. La si oltrepassa e sempre nel fondo del fosso # si prosegue fino a q. 1300 m (valle Cupa) dove ci si porta sul lato di sinistra della valle e si prende una pista. Da qui si segue fedelmente questa strada che, sempre più marcata, si tiene sul fondovalle #. Ormai scesi in basso si superano in successione: il bivio per il rifugio il Lago #, il bivio per il belvedere, la fonte Frevana (815 m circa, 2.15 ore #), la chiesa di Santa Margherita (681 m #) e le sorgenti del Gizio (583 m #). Da qui, per la strada diventata asfaltata, si risale al paese dopo essere passati sotto il ponte della ferrovia #. Per il centro storico si oltrepassa la piazza principale (638 m #) e il castello fino al punto dove avevamo lasciato l'auto (3.00 ore).


tracciato escursione da pettorano sul gizio al monte genzana

Dati tecnici

  • Difficoltà: EE
  • Dislivello complessivo: 1600 m circa
  • Orario complessivo: 6.00/8.00 ore
  • Sviluppo complessivo: 22 Km circa
  • Segnaletica: segni bianco rossi e ometti #. In salita sentiero CAI n. 6 # in discesa n. 5 #
Cartografia
  • Carta 1:25000 - Monte Genzana-Monte Rotella carta dei sentieri, Edizioni il Lupo

Immagini

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