Il vallone delle Tre Grotte ci piace; selvaggio, verde, panoramico, si presta a bellissime escursioni in particolare nella stagione autunnale quando i vasti boschi, che ricoprono ogni versante della valle, si "accendono" di colori. Anche la segnaletica è molto colorata, bandierine bianco-rosse e giallo-rosse, frecce blu, pallini gialli, cerchi rossi, insomma qualcuno ha dato sfogo ad ogni fantasia pittorica. Anche se le intenzioni erano lodevoli i risultati non sono certo soddisfacenti, troppa vernice e troppi colori non fanno certo un bell'effetto. Meritevole invece il taglio dei rami dei pini mughi che ostruiscono il sentiero. In tutta la Majella quest'albero si sta riappropiando del terreno perso a causa della pastorizia e di fatto sta cancellando ogni traccia di mulattiera, come nel sentiero che attraversa la valle delle Tre Grotte poco più a monte di questo (vedi Il Vallone delle Tre Grotte), ormai quasi impraticabile.

D'altra parte mancando i pastori è difficile che i soli escursionisti, che peraltro in queste zone non sono moltissimi, riescano a tenere aperti i sentieri con il solo passaggio. Sicuramente occorre un intervento di manutenzione per il rispristino di queste vie se non si vuole che vadano definitivamente perse. Gli ultimi pastori qui sono vissuti fino agli inizi degli anni '90; la grotta Ruttilicchie e quella del Cavone sono gli stazzi che hanno resistito più a lungo nella zona. Proprio perchè frequentate da pastori non transumanti, queste grotte hanno dato ospitalità a questi uomini da tempo immemorabile. Ma anche altre figure hanno calpestato queste mulattiere nei tempi passati, negli anni dell'unità d'Italia diverse bande di briganti scelsero queste valli come rifugio. Protetti dalla folta vegetazione potevano spostarsi con facilità e proprio per questo i piemontesi, nel 1866, fecero ricostruire il Blockhaus, un'avamposto edificato dai Borboni e poi andato in rovina. Il suo nome viene dalla guarnigione di mercenari austriaci che presidiavano questo territorio. La fortificazione in pietra doveva servire a scoraggiare le bande di briganti dal passare in questi luoghi ma, visto che a poche centinaia di metri, alcuni di loro hanno lasciato incisioni sulle pietre, forse tanto scoraggiati non furono. Fatto è che il fenomeno fu stroncato e tutti i capi banda furono arrestati oppure uccisi, d'altra parte la legge Pica (dal parlamentare abruzzese che la promosse) varata dal parlamento del nuovo Regno, prevedeva la fucilazione sul posto di tutti coloro che fossero stati trovati con le armi in mano. Oggi su questa pietra chiamata Tavola dei Briganti, diverse scritte e simboli rimangono a testimoniare questo periodo. La più famosa e facilmente attribuibile ad un brigante cita: "Leggete la mia memoria per i cari lettori. Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele Re d'Italia. Primo il 60 era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria". Le altre incisioni invece riportano nomi di pastori, date, luoghi di provenienza, croci e altri simboli. Il tutto in una cornice veramente suggestiva, a picco tra due valloni profondi e selvaggi. Questo crinale, chiamato Scrimacavallo fa da spartiacque tra le valli più grandi del gruppo, la valle dell'Orfento, la valle di Selvaromana, la valle di Santo Spirito solo per citare le più importanti. Sicuramente questo tratto di sentiero è il più frequentato della Majella. L'escursione descritta non presenta difficoltà particolari, la traccia è quasi sempre marcata e ben visibile. Qualche tratto lungo il vallone delle Tre Grotte presenta brevi intralci, alberi caduti o resti di frana da superare, ma è poca cosa. Il Fontanino, sulla sella Acquaviva, permette di rifornirsi d'acqua ma anche nei fossi che precedono le Gobbe di Selvaromana è possibile trovare dei rigagnoli. E' stata fatta iniziare dal rifugio Bruno Pomilio con il primo tratto in discesa ma potrebbe benissimo cominciare da Pennapiedimonte come quella delle Tre Grotte (vedi qui Vallone delle Tre Grotte). Un'escursione varia, con la prima parte dove primeggia il bosco mentre nel finale si afferma il panorama condito con "pillole" di storia.

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Accesso

Giunti alla Majelletta si prosegue verso le vistose antenne visibili verso monte. Si oltrepassa una strettoia sulla strada quindi si arriva al rifugio Bruno Pomilio dove la strada è interrota con un cartello di divieto di accesso.

Salita

Dal rifugio CAI Bruno Pomilio (1888 m) si attraversa la strada (itinerario dedicato a Indro Montanelli) e si prende a sinistra una esile traccia di sentiero # che scende in diagonale verso il netto crinale che divide le due grandi valli sottostanti. Giunti sul crinale lo si segue in discesa (sentiero G1) e si oltrepassano due bivi, il primo (a destra) per la grotta Stazzo del Faggio in località Pietro Cioppo (1670 m circa #) e il secondo (a sinistra) per la Fonte Carlese (1653 m #). Il percoso diventa pianeggiante, poi risale lievemente per un breve tratto tra pini mughi (località Rocchetta #), quindi ritorna a scendere nel bosco di faggi. Ancora un breve tratto e si raggiunge una sella; bivio e fontana (asciutta) nei pressi (località La Rapina, 1480 m circa, 0:40 ore). Qui si prende il sentiero a desrtra (sud) che, in piano, entra nel vallone (cartello indicatore, sentiero 3A #). La mulattiera si inoltra nel bosco per un lungo tratto senza grandi dislivelli #. A quota 1560 circa si oltrapassa un bellissimo balcone naturale a picco sulla valle poi si rientra nel bosco. Sempre nella faggeta, si supera un tratto con degli alberi caduti # poi si attraversa un canalone con i resti di una frana, una breve cengia rocciosa # e alcuni piccoli fossi #. I segni giallo-rossi lasciano il posto a frecce e bolli di colore blu #. Giunti ad un profondo vallone lo si risale per circa 100 m (ometti e segni di vernice). Ripreso il sentiero pianeggiante si continua fino ad incrociare un fosso con acqua proprio sotto la grotta delle Ruttilicchie. Poco oltre questo fosso si giunge ad un bivio (1770 m circa). Prendere a destra, in salita. Ancora una ripida salita e si esce sul crinale delle Gobbe di Selvaromana, dove si incrocia un sentiero (sentiero n. 4, 1900 m circa, 3:00 ore #). Si continua a salire seguendo il filo di cresta (segni bianco-rossi, sentiero G2) fino alla successiva sella, sotto la cima di monte Cavallo (1920 m circa #). Qui si lascia il sentiero con i segni bianco-rossi che sale verso monte e si segue una esile traccia tra i pini mughi che traversa in piano verso sinistra (cartello #). Il tracciato è sempre ben marcato e segnalato con vernice rossa #. Tra i pini mughi, che di recente qualcuno ha meritoriamente tagliato #, si traversa lungamente fino a raggiungere un dosso nei pressi della grotta del Cavone (1962 m, 3:45 ore). A lato della grotta si trova la sorgente del Cavone e spesso sul fondo rimangono accumuli di neve anche in autunno inoltrato. A destra (cartello #) si continua a salire tra i mughi intervallati da radure # aiutati da segni di vernice gialla # (in pratica sono stati usati quasi tutti i colori disponibili). A quota 2070 m circa si incrocia un sentiero e, verso destra, poco oltre si raggiunge il fontanino (2090 m circa, 4:00 ore #).

Discesa

Dal Fontanino si segue il netto sentiero che si tiene sempre nei pressi del crinale. Tra la fitta macchia di pini # si raggiunge una sella poco accennata, qui si lascia il sentiero principale (palina #) e si devia verso sinistra (traccia di sentiero). Pochi metri e si raggiunge il bordo della cresta dove sono visibili i massi con le incisiani (Tavola dei Briganti, 2110 m circa, 4:10 ore # # #). Tornati sul sentiero principale si continua su terreno pianeggiante fino ad incrociare il sentiero che sale dalle Gobbe di Selvaromana (2150 m circa, sentiero G2 # cartello #). Sempre seguendo la cresta (Scrimacavallo) molto panoramica e comoda # # si raggiunge la sella (2074 m) con un bivio sotto la cima del Blockhaus . I due sentieri che si diramano sono equivalenti, entrambi aggirano il colle per raggiungere alfine la strada di cemento nei pressi di una madonnina con capannina informativa (2080 m circa # ma quello segnalato dal Parco è quello di sinistra (ovest). Giunti alla madonnina, con una breve deviazione si può raggiugere la cima del colle dove si possono vedere i resti del Blockhaus (2140 m). Per la strada # si continua a scendere fino al rifugio Pomilio # (5:15 ore).

tracciato escursione grotta del cavone-scrimacavallo-maielletta - parco nazionale della Majella

Dati tecnici

  • Difficoltà: EE
  • Dislivello complessivo: 900 m circa
  • Orario complessivo: 5:00/6:00 ore
  • Sviluppo complessivo: 18.00 Km circa
  • Segnaletica: dal rifugio Pomilio inizia il sentiero n. 3 (bolli giallo-rossi). Sul crinale si incrocia il sentiero G1 (bandierine bianco-rosse). Giunti in località La Rapina si lascia il G1 e si prende il sentiero 3A # (bandierine giallo-rosse all'inizio, segni blu dopo) fino alle Gobbe di Selvaromana dove si incrocia il sentiero G2 (ex sentiero n. 4) con bandierine bianco-rosse. Sotto il monte Cavallo si prende il sentiero verso la grotta del Cavone (sentiero n. 3, segni di vernice rossa). Dalla grotta si risale al fontanino (sentiero n. 3 segni di vernice gialla). Dal fontanino sentiero con segni bianco-rossi.
Bibliografia
  • Majella - le più belle escursioni - Società Editrice Ricerche
  • Grotte e incisioni dei pastori della Majella - Edoardo Micati - Carsa 2000
  • Eremi, capanne e grotte pastorali della Majella - E. Micati - Regione Abruzzo
Cartografia
  • Atlante 1:25000 - Società Editrice Ricerche
  • Carta 1:25.000 - CAI Chieti
  • Carta 1.25000 - Ed. Il Lupo

Foto di Antonio Palermi, Andrea Di Bello, Enrico Vallorani e Daniele Moretti