Una caratteristica del monte Priora è l'accesso: complesso, lungo e spesso pericoloso. Il dislivello che occorre superare è sempre notevole, indifferentemente dal versante che si è scelto. Inoltre i suoi pendii, specialmente sul versante nord, sono famosi per le numerose e distruttive valanghe che ogni anno abbattono alberi e vegetazione. Non ci si deve stupire quindi se durante l'escursione non si incontrerà anima viva. Questa è una montagna severa e silenziosa con un versante nord selvaggio e ripido; ottimo per lo scialpinismo. Naturalmente occorre scegliere il momento propizio e spesso la primavera inoltrata offre le giornate ideali; perchè non deve esserci troppa neve ma neanche troppo poca altrimenti occorrerà portare gli sci in spalla per un lungo tratto. Attualmente ci sono tre guide di scialpinismo che descrivono gli itinerari di questa zona dei Monti Sibillini: La Montagna incantata di Luca Mazzoleni, Tracce di sci in Appennino di L. Filocamo e V. Di Salvo ed infine Scialpinismo sui Monti Sibillini nelle due edizioni del 1983 (R. Beretta, G. Mainini, P. Renzi) e del 2007 (G. Mainini, P. Renzi). Nessuna delle tre descrive questo percorso partendo da Vetice, la seconda consiglia la salita da Pintura di Bolognola (1300 m di dislivello e uno sviluppo notevole), la terza (II edizione) invece propone la salita da Casali di Ussita (quasi 1800 m di dislivello). In effetti la salita da Pintura è quella con meno dislivello da superare ma poichè occorre scendere sotto la forcella Bassettte, ci si trova in pieno versante sud e non sempre c'è neve a sufficienza.
La salita da Vetice presenta un notevole dislivello (1600 m) anche per via del divieto di transito che vieta l'accesso sulla sterrata che dal borgo sale verso i Campi di Vetice. In verità anche se non ci fosse il divieto occorrerebbe un foristrada per percorrere questo tratto, sconnesso e spesso invaso dal fango. Questa pista, che prima terminava nei pressi di fonte Cupa, recentemente è stata allungata per sistemare delle tubazioni dell'acquedotto e questo ha comportato la distruzione irreversibile di un tratto di sentiero secolare; a tratti intagliato nella roccia. Un danno denunciato alle autorità, Corpo Forestale ed Ente Parco, dalla sezione CAI di Fermo ma che non ha dato nessun esito. Alla faccia della tutela dell'ambiente. Sembra che il problema del Parco siano invece gli scialpinisti, proprio di recente infatti si sono tenute riunioni su questo argomento mentre intanto le ruspe distruggevano altre zone di pregio (vedi cava sopra Montegallo). Questo versante è solcato da canali dove sono ancora visibili i resti delle valanghe degli anni scorsi, una in particolare è scesa dai pressi del Pizzo fino sul fondo della valle dell'Ambro portando con se migliaia di tronchi di faggio ed è stata costruita appositamente una strada per poter portar via il legname. L'ultimo tratto prima di raggiungere la cresta che dal Pizzo arriva alla Priora ha una pendenza sostenuta (fino a 40°) e può richiedere l'uso dei rampant oppure dei ramponi. La discesa è molto divertente e sostenuta e può essere fatta in due modi: direttamente nel canale che dalla vetta scende fino alle sorgenti dell'Ambro oppure dopo traversando parecchio verso destra fino a raggiungere un canale che riporta nei pressi del bivio percorso in salita. Quest'ultimo percorso, anche se presenta un lungo traverso, richiede meno tempo per il rientro che, se fatto con poca neve, diventa molto faticoso perchè occorre portare gli sci in spalla per un lungo tratto. La prima opzione invece (dritto verso casale Rinaldi) è migliore quando c'è neve a sufficienza e quindi il sentiero di rientro può essere fatto con le pelli.
Un percorso da "veri" scialpinisti.
Accesso
Da Montefortino si segue la strada per il santuario della Madonna dell'Ambro e dopo circa 3 Km si devia per Vetice che si raggiunge dopo altri 2.5 Km (726 m). Appena oltrepassato il paese termina l'asfalto e inizia una pista in terra. Qui occorre fermarsi (divieto di transito, 750 m circa)
Salita
Si segue la strada e dopo circa 1 Km si raggiunge Fonte Vecchia (852 m ), un vecchio fontanile posto nei pressi di un bivio. Si prosegue verso destra, e dopo un tratto semipianeggiate la strada continua a salire fino ad fontanile posto su un ripiano erboso (920 m circa 2 Km dal paese). Prendere la strada di destra (sentiero con segni bianco-rosso n. 224) che inizia a salire nel bosco. Superato il tratto distrutto dalle ruspe si continua su sentiero adesso su terreno semipianeggiante . Giunti ad un bivio (segni di vernice rossa ) si lascia il 224 e si continua per la traccia che sale a sinistra. Ancora nel bosco per un breve tratto quindi si viene bloccati dai tronchi accatastati dalla valanga . Superato questo sbarramento ci si trova nel fondo di un canale spazzato dalle valanghe . Oltre questo si riprende la traccia e si continua lungo il sentiero che attraversa il bosco e ne esce a q. 1500 circa in corrispondenza di una ampio dosso. Qui la traccia estiva piega a sinistra e tenendosi al limite del bosco taglia tutto il versante nord del Pizzo per risalire in cresta a quota 1750 circa. Se siete fortunati potreste vantaggiosamente risalire la valanga di cui prima e guadagnare sci ai pedi la cresta; prestare attenzione, il pendio oltre il bosco si fa ripido e diventa poi difficoltoso da risalire sci ai piedi negli ultimi metri (pendenze sostenute, neve spesso ghiacciata e/o mista ad erba). Dalla cresta non resta che seguire la sinuosa cresta nord est della Priora: superato un tratto in piano, tra scorci magnifici della Val tenna e Valle dell'Ambro si prende quota in base alle condizioni puntando alla evidente sella che precede l’ultimo tratto di cresta. Con buon innevamento un lungo traverso ascendente verso sinistra vi porterà nelle immediate vicinanze dell’ultimo strappo 2188 circa prima della vetta (2332 m ).
Discesa
Per la via diretta verso le sergenti dell'Ambro (Andrea Di Bello)
Dalla vetta si può scendere direttamente sul versante nord ma, in assenza di neve, conviene abbassarsi di quota lungo la cresta nord-ovest (in direzione del Berro) pervenendo a un intaglio che consente di immettersi sul pendio da scendere. Questo è molto largo e piacevole da sciare; si perde quota senza via obbligata su pendio aperto puntando verso sinistra in direzione dei canali che scendono verso la testata della Val d'Ambro e Casale Rinaldi. Si scia lungo tali canali fino quasi ad intercettare il sentiero che scende dalla Pescolletta. Da qui ci si mantiene a destra in direzione della Val d'Ambro sciando lungo gli ultimi pendii sino ad incontrare una zona di residui di valanghe: ci si trova pochi metri a monte delle sorgenti dell'Ambro. Ora si risale sulla destra fino a intercettare il sentiero che percorre tutto il versante nord della valle.
Variante per il canale a destra della Regina
Dalla vetta ci sia abbassa sull’ampio pendio che presenta un lungo tratto con pendenze sostenute, per poi farsi meno ripido ed allargarsi. Non portarsi come sarebbe istintivo verso sinistra, il canale che si intuisce vi depositerebbe nelle vicinanze del Casale Rinaldi, ma molto lontano dalla zona di salita. Traversare verso destra invece e perdere quota fino ad individuare un canale che parte direttamente dallo spallone della cresta percorsa in salita. Seguirlo tra cambi di pendenza ed un paio di strettoie fino a sfociare in un piccolo anfiteatro collettore di slavine. Qui si intercetta il sentiero che proviene dal Casale Rinaldi . Ora non resta che seguire la traccia che con alcuni saliscendi riporta la bivio incontrato in salita sotto il Pizzo. Da qui sulle tracce di salita alle auto.
Dati tecnici
- Difficoltà: OS/OSA
- Dislivello complessivo: 1600 m circa
- Orario complessivo: 7.00/8.00 ore
- Segnaletica: sentiero CAI 224 nella parte bassa
- Esposizione: nord
Bibliografia
- Scialpinismo sui Monti Sibillini - Giuliano Mainini, Pierfrancesco Renzi (Ed. 2007)
- Tracce di sci in Appennino - Luigi Filocamo, Valentino Di Salvo
Cartografia
- Monti Sibillini 1:25.000 - SER
- Atlante dei Monti Sibillini 1:25.000 - SER
- Monti Sibillini 1:25.000 - Ed. Multigraph