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Versante sud della Sibilla (Monti Sibillini)

La cascata invisibile

Il versante orientale della Sibilla è privo di torrenti; si rimane sorpresi quindi di trovarsi al cospetto di una cascata alta più di 10 m a circa 1400 m di altezza. Se a questo aggiungiamo, che non c'è acqua né sopra né sotto la cascata, la sorpresa è ancora più grande. Per questo motivo e anche per il fatto che in quel tratto l'alveo del fosso è incassato, questo salto risulta praticamente invisibile e si riesce a scorgerlo solo quando si è nelle vicinanze. Essendo una delle poche sorgenti della zona non poteva essere rimasta esclusa dalle captazioni ed infatti alla sommità del salto, proprio alla base della sorgente c'è un casaletto dell'acquedotto dove viene incanalata parte dell'acqua. Si tratta della sorgente Civitetto.

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Vallepezzata (Valle Castellana)

Digitate su Google "Vallepezzata" e vedrete che, strano a credersi, su questo borgo abbandonato della Valle Castellana esistono molte pagine. Strano perchè stiamo parlando di un paese abbandonato, in completa rovina, le cui case sono pericolanti quando non distrutte dal tempo. In realtà il fascino di questo posto risiede proprio nella "vecchiaia" delle cose. Difficile a capirsi forse ma i luoghi come questo attirano e meritano una visita proprio perchè "diversi" dagli altri, alternativi. Se fosse un borgo abitato sarebbe né più né meno come Mattere (paese situato poco più a valle), abbastanza anonimo e che non invoglia certo ad una visita. Proprio nell'abbandono, nella rovina, nella vecchiaia risiede invece il fascino di questo borgo. Certo se continua così lo sarà ancora per poco poichè la velocità di distruzione dalla natura è impressionante, in pochi anni sono già crollati diversi muri e alcune case sono praticamente sommerse dalla vegetazione. Ma anche se dovvesse "sparire" non sarebbe certo un problema, lo sarebbe molto di più, come problema intendiamo, "salvarlo", cioè riparare le case, costruire una strada per giungervi, ecc. Questa si che sarebbe un'opera "distruttiva", farebbe sparire questa atmosfera particolare regalandoci in cambio un'altro degli innumerevoli borghi composti di seconde case, chiuse 11 mesi e mezzo l'anno.

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Monte Girella da San Giacomo (Monti Gemelli)

Anticamente questa montagna era chiamata la "Montagna di Ascoli" e non è difficile capire il perchè. Vicinissima alla città, è accessibile ancora oggi dal centro storico (piazza del Popolo). In pochissimi minuti si è già alle falde del monte dove inizia il sentiero principale che arriva fino in vetta. Non a caso il nome originale di piazza Roma, confinante con piazza del Popolo era piazza Montanaia, la porta di accesso alla montagna. Anche se non particolarmente alta (massimo 1800 m), la Montagna dei Fiori è un bene naturale di eccezionale importanza. Non eccessivamente sfruttata (alcuni campi da tennis sul pianoro di San Marco e impianti da sci sul Monte Piselli) è frequentata da tantissimi escursionisti, scialpinisti, cicloescursionisti e arrampicatori e rappresenta un bene ecologico da "tenersi a caro".

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Cresta di San Paolo (Monti della Laga)

Di tutti gli itinerari di cresta dei Monti della Laga, questo è sicuramente tra i più interessanti. Molto lunga e varia, questa cresta spartiacque tra il fiume Tronto e il torrente Castellano racchiude luoghi molto suggestivi come la Rocca di Montecalvo e luoghi di grandissimo interesse naturalistico e paesaggistico come la foresta di San Gerbone, il bosco del Maularo e la Macera della Morte. L'itinerario è molto lungo se percorso integralmente, dal valico di San Paolo fino alla cima della Macera della Morte sono circa 15 Km. Una traversata sarebbe la soluzione migliore, una volta in cima alla Macera è possibile scendere a Spelonga oppure a Colle di Arquata. Il tracciato è molto eterogeneo, la prima parte, tutta su sentiero, purtroppo è sempre più invasa dalla vegetazione e andrebbe sistemata e ripulita (Ente Parco, CAI?), la seconda parte invece si svolge sempre su una larga pista e non presenta nessun tipo di difficoltà.

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Valle del Fiastrone (Monti Sibillini)

Il torrente Fiastrone nasce sotto il Fargno, ufficialmente dalla Fonte del Fargno tra il Monte Rotondo e Pizzo Tre Vescovi, nella parte settentrionale dei Monti Sibillini. Dopo pochi chilometri una diga, realizzata negli anni '50, forma il lago di Fiastra (o del Fiastrone), il lago artificiale più grande delle Marche. A valle della diga il torrente si fa strada nella gola che porta il suo nome. Un luogo ombroso e suggestivo. A destra e a sinistra pareti calcaree a picco sul fiume sono costellate di grotte che nei secoli hanno dato rifugio a eremiti, monaci e partigiani. Più in alto la natura si è sbizzarita lasciando affiorare tra i fitti boschi di lecci, strati di ghiaia rossa che, con l'erosione provocata dalle piogge, formano suggestivi picchi e pinnacoli che sembrano sospesi nel nulla. Questo è il tratto della valle del Fiastrone interessato dalle escursioni proposte, un luogo molto interessante, sia dal punto di vista storico che naturalistico.
Il torrente continua la sua corsa per confluire infine nel fiume Chienti.

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Monte Vettore da Santa Maria in Pantano (Monti Sibillini)

Tre sono gli itinerari classici che salgono al Monte Vettore, la cima più alta di Monti Sibillini. Uno sale per la cresta sud, da Forca di Presta ed è l più frequentato, un'alto sale da Foce per la Valle del lago di PIlato ed è anch'esso molto frequetato, un'altro ancora sale per il versante est, dalla chiesetta di Santa Maria in Pantano ed è pochissimo frequenatato. E' un itinerario di serie A, lungo, impegnativo e molto panoramico e non è molto frequenatato proprio perchè ha un notevole dislivello. Questo versante del Vettore è solcato da diversi fossi che creano ampi "imbuti" dove d'inverno viene accumulata una enorme quantità di neve. A primavera, con l'aumento delle temperature questa imponente massa di neve aumenta di peso e viene giù provocando le valanghe più imponenti del grupppo. Nel 1934 una valanga spazzò via il paese ai piedi della montagna, Casale, che poi fu ricostruito in posizione più sicura.

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via Beatrice (Gaeta)

Per anni le vie della Montagna Spaccata di bassa difficoltà sono state due, la via dei Camini e la via della Spigolo, non a caso gli appigli di questi itinerari sono molto consumati. Molto ripetute, specialmente dai corsi del CAI, rappresentavano la porta d'ingresso per chi, senza grossa esperienza, voleva assaporare l'emozione della verticalità della parete. Dal 2003, grazie a Riccardo Innocenti, Luigi Filocamo e altri sono state attrezzate diverse vie nuove tra le quali spicca Beatrice, una via con difficoltà contenute e dagli scorci veramente suggestivi.

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Anello del Foltrone (Monti Gemelli)

Il dislivello per raggiungere la cima del Monte Foltrone non è mai banale. Da Battaglia, il paese dove inizia questa escursione, occorre superare la soglia dei 1000 m e, per un monte che supera appena i 1700 m, non è poco. La Montagna di Campli, di cui il Foltrone è la cima più alta, è quasi interamente ricoperta da boschi, purtroppo sono quasi tutti cedui e spesso poco interessanti.

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Il giro della Girella (Monti Gemelli)

Il monte Girella è la cima più alta della Montagna dei Fiori che è una delle due montagne dei Monti Gemelli, l'altra è la Montagna di Campli. Questa "Montagna" non è molto alta (poco più di 1800 m) nè molto vasta eppure presenta una varietà di ambienti notevole, possiamo trovare boschi e praterie, grotte e gole, pareti rocciose e piccoli laghetti, eremi e testimonianze pastorali. Il giro proposto è molto vario, abbastanza breve e senza particolari difficoltà. Si tratta di una anello intorno alla cima, una "circumnavigazione" della montagna che permette di spaziare in tutti e quattro i punti cardinali con panorami sempre diversi.

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La "via Ranna" (Monti della Laga)

La "via Ranna" è un'antica mulattiera che unisce i numerosi stazzi situati sul versante orientale dei Monti della Laga, precisamente tra Cima Lepri e Pizzo di Moscio. "Ranna" vuol dire grande ed infatti questo aggettivo descrive bene l'itinerario proposto, grande come sentiero e come lunghezza. Non particolarmente difficile è però riservato ad escursionisti esperti, sia perchè in alcuni punti non è facilmente individuabile e quindi occorre avere un po' di esperienza, sia perchè i posti attraversati possono presentare pericoli oggettivi in determinate condizioni armosferiche (nebbia o pioggia ad esempio). Molto impegnativo fisicamente (quasi 25 Km di sviluppo per quasi 1300 m di dislivello) richiede un ottimo allenamento.

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