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Il giro della Girella (Monti Gemelli)

Il monte Girella è la cima più alta della Montagna dei Fiori che è una delle due montagne dei Monti Gemelli, l'altra è la Montagna di Campli. Questa "Montagna" non è molto alta (poco più di 1800 m) nè molto vasta eppure presenta una varietà di ambienti notevole, possiamo trovare boschi e praterie, grotte e gole, pareti rocciose e piccoli laghetti, eremi e testimonianze pastorali. Il giro proposto è molto vario, abbastanza breve e senza particolari difficoltà. Si tratta di una anello intorno alla cima, una "circumnavigazione" della montagna che permette di spaziare in tutti e quattro i punti cardinali con panorami sempre diversi.

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La "via Ranna" (Monti della Laga)

La "via Ranna" è un'antica mulattiera che unisce i numerosi stazzi situati sul versante orientale dei Monti della Laga, precisamente tra Cima Lepri e Pizzo di Moscio. "Ranna" vuol dire grande ed infatti questo aggettivo descrive bene l'itinerario proposto, grande come sentiero e come lunghezza. Non particolarmente difficile è però riservato ad escursionisti esperti, sia perchè in alcuni punti non è facilmente individuabile e quindi occorre avere un po' di esperienza, sia perchè i posti attraversati possono presentare pericoli oggettivi in determinate condizioni armosferiche (nebbia o pioggia ad esempio). Molto impegnativo fisicamente (quasi 25 Km di sviluppo per quasi 1300 m di dislivello) richiede un ottimo allenamento.

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Monte Corvo (Gran Sasso)

La cima del Monte Corvo non è facile da raggiungere perchè, a prescindere dal versante di salita, presenta sempre un notevole dislivello. Tre sono le vie di accesso principali: da Prato Selva, da Nerito oppure dalla valle del Chiarino. Quest'ultima è la salita più semplice e frequentata anche se adesso (speriamo per poco), la strada di accesso alla valle è chiusa per una frana ed occorre iniziare l'escursione dal lago della Provvidenza aumentando così lo sviluppo di molti chilometri.

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Cascate della Morricana (Monti della Laga)

La caratteristica principale dei Monti della Laga è l'acqua. A differenza degli altri gruppi montuosi dell'Appennino Centrale formati essenzialmente da rocce calcare, qui è l'arenaria a fare da padrona; una roccia impermeabile che costringe l'acqua a scorrere in superficie e quindi, nella sua corsa verso valle, formare innumerevoli cascatelle, a volte piccole a volte interessanti come quella della Morricana.
Tanta acqua ha sicuramente contribuito anche alla ricchezza dei boschi che qui spesso coprono intere valli. La cascata della Morricana è situata nel cuore del Bosco Martese, il bosco più esteso del gruppo.
Questa escursione, come potete immaginare, è una immersione nel bosco tra torrenti e cascate di ogni genere. Si tratta di un itinerario facile, adatto a tutti, recentemente segnalato e su sentiero sempre netto e agevole.

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Via dei Laghetti (M. Prena - Gran Sasso)

Ci sono escursioni che si posizionano in una zona grigia; non possono essere qualificate salite alpinistiche ma indicarle semplicemente come escursionistiche sarebbe fuorviante. La via dei Laghetti al M. Prena è una di queste, un percorso prevalentemente escursionistico con passaggi alpinistici per cui se non si presta molta attenzione può riservare notevoli problemi.
L'itinerario si svolge quasi sempre sul fondo di un canale dove numerose cascatelle formano delle pozze di acqua trasparente (i laghetti), questi salti a volte possono essere aggirati sui lati, a volte vanno superati direttamente con passaggi alpinistici fino al III grado.

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Sentiero del Ramatico (Monti Sibillini)

Come ogni cosa anche il sentiero nasce, vive ed infine muore. A volte la morte può essere molto rapida, altre volte invece arriva dopo un lungo e lento disfacimento. Nell'Appennino Centrale la "salute" dei sentieri varia moltissimo da zona a zona, in alcune località moltissimi sentieri di bassa quota sono morti prematuramente ad opera dei costruttori di strade, a volte necessarie altre volte completamente inutili.
Alle quote più alte invece, a fronte di percorsi che godono di ottima salute, altri, più defilati, stanno piano piano spegnendosi. Niente di cui preoccuparsi è la natura delle cose e degli uomini, se qualcosa diventa inutile viene abbandonato e prima o poi la natura se ne riappropria.
Questo premessa per introdurre il percorso che stiamo per descrivere, "il sentiero di Ramatico" 1, un tracciato che in passato avrà avuto un significato e un valore mentre oggi piano piano sta scomparendo.

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L'Anello della Sibilla (Monti Sibillini)

Uno degli itinerari più belli dei monti Sibillini. Panoramico, selvaggio, non banale, con affacci da vertigine e ricco di acqua (a primavera). Questo itinerario è riservato ad escursionisti esperti per diverse ragioni: primo perchè il sentiero non è sempre ben visibile, secondo perchè passa in luoghi potenzialmente pericolosi, terzo per via dello sviluppo e del dislivello non indifferenti.
Si tratta di un anello intorno alla cima della Sibilla, un percorso che parte nei pressi del monte Zampa, quindi scende nel versante sottostante e taglia tutto il versante nord della montagna, un versante tormentato, pieno di forre e pareti rocciose, cascate e stazzi abbandonati. Infine risale sulla cresta principale e la percorre integralmente fino al punto di partenza.
Luoghi selvaggi frequentati fino a poco tempo fa solo dai pastori che, in queste località, avevano gli stazzi arroccati in posti veramente inospitali.

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Monte Prena dal Lago di Pagliara (Gran Sasso)

Generalmente non ci piacciono gli aggettivi roboanti tipo: magnifico, eccezionale, ecc. In questo caso però la parola "grandioso" calza perfettamente con la caratteristica principale di questo itinerario e quindi non ci dispiace usarla.
Quella che stiamo commentando infatti è una gita di tutto rispetto, circa 17 Km di sviluppo, 1800 m di dislivello con un percorso ad anello che attraversa luoghi frequentati molto raramente.
L'escursione inizia dal lago di Pagliara (non è un lago ma solo un acquitrino) nei pressi dei ruderi del castello omonimo, si inerpica lungo il crestone boscoso (noioso) che conduce alla Radura del Quadrato quindi inizia a traversare per i vasti prati di questo versante, aggirando i vari salti rocciosi che si incontrano.
La discesa che consigliamo è per il crestone che inizia dalla Cimetta; senza sentiero ma con un panorama veramente notevole.
La traccia durante il percorso è molto variabile, nel primo tratto (fino alla Radura del Quadrato) è larga e ben tracciata, sui pratoni superiori invece non sempre risulta visibile e spesso la si indovina solo grazie ai numerosissimi segni di vernice (una vero filo di Arianna), se non ne vedete per qualche metro preoccupatevi perchè sicuramente siete fuori itinerario.

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La Pantana (Valle Castellana)

C'è tutta una zona, tra i Monti della Laga e i Monti Gemelli che non ha nome ben definito. Si tratta di un territorio costituito da minuscole frazioni, da cime arrotondate, di boschi spesso abbandonati e valli incassate. Se non fosse per cacciatori e cercatori di funghi, queste valli sarebbero sconosciute da quasi tutta la popolazione. Anche per quanto riguarda l'escursionismo siamo messi male, spesso i sentieri si perdono, non esiste segnaletica ed essendo troppo vicini alle montagne più "famose" i più passano avanti senza degnare della minima attenzione queste contrade. La "Pantana" è una di queste valli: non ha cime caratteristiche, non ha sentieri particolari eppure, sarà perché ci sono affezionato, ha una sua magia che in pochi altri posti ho trovato. Abbiamo iniziato a frequentare questi posti nei primissimi anni '70, un nostro amico era originario di Cesano e conosceva la zona. Partivamo in bicicletta da Ascoli a notte fonda per arrivare sul posto ancora buio così da anticipare gli altri fungaioli. Un giorno risalimmo tutta la valle Cupa fino al paese di Settecerri. Queste valli sono le più "abbandonate" d'Abruzzo, la Valle Castellana nel dopoguerra era ancora semi isolata, c'erano pochissime strade e il territorio era troppo severo per permettere a tutti gli abitanti un'esistenza decorosa. Così negli anni '50 ci fu una fortissima emigrazione, Ascoli, Roma e America le destinazioni principali. Alcune frazioni furono completamente abbandonate, la dorsale meridionale della valle fu quella che risentì maggiormente di questo fenomeno, Settecerri, Laturo, Serra, Lepora, Vallepezzata solo per citarne alcune, furono "evacuate" totalmente, alcune prima che giungesse la strada. Proprio questa "fuga" e il successivo inselvaticamento del territorio ha reso questi paesi particolari rispetto agli altri, entrare in un villaggio abbandonato negli anni '50 significa fare un viaggi nel tempo, Un passato molto prossimo ma spesso, per molti, lontanissimo.

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La valle degli scoiattoli (Monti Gemelli)

La valle degli Scoiattoli è una valle secondaria della Montagna di Campli. Si può accedere sia da Roiano che da Battaglia, nella relazione abbiamo preferito salire da Battaglia un poco più lunga ma più completa. La valle è bella, molto boscosa con imponenti bastioni rocciosi sulla destra che danno un tocco "dolomitico". Naturalmente la gran parte dei sentieri sono stati trasformati in piste di servizio per il taglio della legna e altro. L'itinerario descritto, che segue fedelmente il fondo della valle, per gran parte segue una di queste piste. Nella valle sono presenti diversi rimboschimenti di conifere. Le strutture rocciose sulla destra, nella parte alta, sono percorse da diversi percorsi di arrampicata, questi sono strati tracciati da alpinisti teramani (Pino Sabbatini e Paolo de Laurentis). Le vie sono attrezzate con fix su roccia molto buona. Per via dell'avvicinamento però sono poco frequentate. In totale si tratta di una gita di circa 12 Km e della durata di 3-4 ore circa, adatta a tutti.

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