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Bachetti-Fanesi (Corno Piccolo - Gran Sasso)

Una delle diverse vie aperte dalla coppia ascolana Bachetti-Fanesi. Anche questa all'inizio fu sottgradata dagli autori che la valutarono IV+. Poi con gli anni gli è stato riconosciuto il grado che merita, un bel V sostenuto. La roccia è ottima anche se nel passo chiave il grosso masso incastrato non suona poi molto bene per cui se è possibile meglio non tirarlo troppo. Le soste sono attrezzate e la via è proteggibile facilmente con friend e sfruttando le numerose clessidre presenti. Le protezioni lungo la via sono quasi assenti, alcuni cordoni marci e qualche chiodo. Ideale se si ha poco tempo a disposizione, si raggiunge facilmente e la discesa è abbastanza rapida. Esposta a nord prende il sole solo nel tardo pomeriggio e se questo, fino a poco tempo fa, era uno svantaggio, oggi con le alte pressioni (e alte temperature) che si susseguono senza sosta è un fattore da non sottovalutare. E' possibile lasciare lo zaino all'attacco della via perchè il percorso di discesa passa molto vicino. Per arrivare all'attacco è consigliabile seguire il percorso per la cresta nord-est fino alla base della parete. Una via piacevole e consigliabile.

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Worm's Wall (Pizzo Intermesoli - Gran Sasso)

Bellissimo itinerario, roccia ottima, poche protezioni, grado classico. Warm's Wall, il muro dei vermi, dal soprannome dei primi salitori (i fratelli Barberi), è stata aperta nel 1983 ed è subito diventata una via classica e ripetuta. Il grado non è mai elevato ma continuo, un V grado sostenuto da non sottovalutare anche perchè occorre posizionare tutte le protezioni di cui si ha bisogno. Eccetto le soste, la via è praticamente priva di ancoraggi. D'altra parte poichè l'itinerario segue una serie continua di fessure e diedri è molto semplice proteggersi con friend e clessidre (qui molto abbondanti ma quasi sempre con cordini marci da cambiare). La via non è lunga, poco più di 200 metri ma l'attacco è posizionato sopra la cengia erbosa, a metà pilastro, per cui occorre prima scalare un'altra via. Fino a poco tempo si preferiva salire per la Marsili-Gizzoni, una via semplice ma con roccia non ottima.

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Valle del Rio Sacro (Monti Sibillini)

Rio Sacro, valle dell'Acquasanta, coste dei Frati, sono alcuni dei toponimi che costellano questo angolo dei Sibillini. Qui, in tempi remoti, esisteva un'abbazia di frati benedettini di cui si sono perse le tracce. Un'abbazia che ha segnato il territorio e i toponimi indicati ce lo ricordano. La valle del Rio Sacro è solcata dal torrente omonimo che nei secoli ha scavato una profonda gola, sia nella parta bassa, dove oggi passa una pista forestale per il taglio della legna, sia nella parte alta, riservata ai torrentisti per via dei diversi salti superabili con la dovuta attrezzatura. Nella parte superiore la valle si allarga e conserva ancora i segni della passata glaciazione, diverse morene e doline costellano il versante nord del monte Rotondo, la cima più alta della valle. Poco più in basso il casale Gasparri è l'unica struttura in muratura presente nella valle. Un piccolo casale usato dai pastori. Il suo nome viene dalla famiglia omonima che annovera anche il cardinale Pietro Gasparri (1852-1934), un personaggio molto potente all'inizio del XX secolo. Originario di Capovallazza (Ussita), fu diplomatico e Segretario di Stato della Santa Sede e nel 1929 firmò con Benito Mussolini i Patti Lateranensi.

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Gole dell'Ambro (Monti Sibillini)

Ancora caldo e ancora ricerca di luoghi freschi. Questa volta nei Monti Sibillini. Questi monti sono solcati da numerose forre e canyon, spesso molto difficili da percorrere e riservati ad esperti di torrentismo. Anche le gole formate dal torrente Ambro non scherzano, circa 2 Km di salti e strettorie con gallerie e interruzioni alte fino a 55 m. L'Ambro però è un torrente con una portata d'acqua molto variabile e tra maggio e luglio queste gole cambiano aspetto in modo radicale. Impraticabili a primavera (con unica eccezione dei torrentisti) risultano asciutte in estate e quindi percorribili, anche se con qualche difficoltà. Pochissimo frequentate nella parte alta sono invase da gitanti e pellegrini nella parte bassa specialmente nei dintorni del monastero della Madonna dell'Ambro che nei giorni festivi richiama centinaia di persone.

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Torrente Tordino (Monti della Laga)

Un itinerario d'acqua. Con Caronte (l'alta pressione di origine africana) che imperversa è uno dei pochi luoghi dove trovare refrigerio ed insieme effettuare un'escursione di notevole bellezza. Il percorso non è facilissimo perchè occorre risalire brevi tratti rocciosi un po' esposti e spesso attraversare il fosso su liscie placconate scivolose che richiedono attenzione. Il Tordino nasce sotto il Monte Gorzano, la cima più alta dei Monti della Laga e sfocia nel mar Adriatico dopo 59 Km. La parte alta di questo torrente, tra il rifugio della Fiumata e Padula, è caratterizzata da numerose cascate e scivoli di arenaria; incassate tra alte pareti rocciose, le acque spumeggianti formano anche "pozze" di acqua trasparente dove, nei giorni più caldi della stagione estiva è possibile fare un bagno.

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La fioritura dei Piani di Castelluccio (Monti Sibillini)

La fioritura dei Piani del Castelluccio è probabilmente il fenomeno naturale più fotografato nel Centro Italia. Ogni anno centinaia di visitatori e appassionati di fotografia visitano questi altopiani per realizzare foto suggestive oppure solo per godersi lo spettacolo. A poco più di 1400 m di altezza, tra i primi giorni di giugno e i primi di luglio, ogni anno è possibile ammirare questa variopinta esplosione di colore che punteggia un bel pezzo del Pian Grande e del Pian Perduto. Il periodo ideale per vedere la fioritura varia ogni anno ed è dovuto all'andamento climatico della stagione. Comunque la durata non è breve e non c'è un culmine inteso come giornata/e particolari. La fioritura è un mosaico di colori dovuti a numerose specie che convivono nello stesso spazio di terra. Non tutte fioriscono insieme e non tutte ogni anno. Per questo durante il mese ci sono sempre variazioni di colore. Per questo è anche impossibile prevedere con esattezzza l'andamento della fioritura, occorre andarci e sperare che sia il periodo migliore.

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Il fosso di Ortanza (Monti della Laga)

I Monti della Laga sono solcati da innumerevoli fossi, ricchi d’acqua nella tarda primavera ed in estate, quando i nevai sono sciolti ed alimentano i bacini dei versanti abruzzese e laziale del gruppo. Alcuni di questi impluvi sono la via di accesso ad un mondo lontano anni luce dai normali itinerari escursionistici e proiettano chi ha la pazienza di percorrerli in un mondo di selvaggia bellezza, in luoghi remoti e da tempo dimenticati. Il fosso di Ortanza è uno dei canali che incidono più profondamente il versante laziale della Laga; le sue cascate sono abbastanza famose, oltre a costituire in inverno una chimera per i ghiaccia tori del centro Italia. L’itinerario proposto segue un antico sentiero che tocca angoli un tempo frequentati da pastori e greggi, come testimoniano i resti di un incredibile stazzo, ed ora battuti solo da torrentisti, per poi risalire integralmente l’alveo del fosso di Ortanza fino alla vetta del M. Gorzano e ridiscendere lungo la cresta Ovest fino a Colle Innamorato passando per Colle Vacciuno.

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Umberto Cattani (Prima Spalla, Corno Piccolo)

Sono passati 30 anni dalla prima volta che scalai questa via. Allora mi sembrò dura adesso pure. Aperta da Francesco Bachetti nel 1969 e sottovalutata sulle guide ufficiali, supera un grosso e arcuato diedro al centro della parete nord della Prima Spalla del Corno Piccolo. Oggi con friend e scarpette non ci sono grossi problemi ma allora con scarponi e poco materiale non deve essere stato uno scherzo. D'altra parte tutte le vie di Francesco Bachetti non sono uno scherzo e occorre sempre stare in campana. La roccia è generalmente buona e il tipo di arrampicata penso risulterà sgradito alla maggior parte dei climber, tutta la parte iniziale è una serie di diedri e camini.

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Maria Grazia Mondanelli (Seconda Spalla del Corno PIccolo)

Questa via è il capolavoro di Pio Pompa. Itinerario di placca, su un muro compatto e verticale tra Aquilotti 75 e Placchedi Manitù. Di recente sono state sostituite le vecchie protezioni con fix in acciaio inox, questo non deve indurre a facili entusiasmi in quanto la distanza tra gli ancoraggi è notevole ed un volo può essere molto pericoloso. Anche le soste sono state rifatte (fix con anello) ed è possibile scendere in doppia sulla via.

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Fog (Parete nord del Corno Piccolo)

Quando "Caronte" si fa sentire (ci riferiamo all'alta pressione che sta "martoriando" la penisola) ripetere una via sulla parete nord del Corno Piccolo sembrerebbe un'idea geniale, l'ombra non dovrebbe mancare. In realtà la parete non è così verticale come sembra e, a giugno, il sole è quasi a picco. Risultato: anche qui è possibile soffrire il caldo africano. A parte queste note meteorologiche, la via è abbastanza carina, diciamo senza infamia e senza lode. Poco meno di 200 m su roccia generalmente buona con buone possibilà di proteggersi e gradi classici.In questo settore della parete, da circa 20 anni, Bruno Vitale ha aperto e continua ad aprire itinerari, spesso carini e con tracciati indipendenti. Questa via è del 1994; gli ancoraggi e le soste presenti in parete non sono in uno stato ottimale (spit con ruggine) ed occorre quindi fare attenzione alle protezioni, spesso vanno rinforzate.

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