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Fog (Parete nord del Corno Piccolo)

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi Quando "Caronte" si fa sentire (ci riferiamo all'alta pressione che sta "martoriando" la penisola) ripetere una via sulla parete nord del Corno Piccolo sembrerebbe un'idea geniale, l'ombra non dovrebbe mancare. In realtà la parete non è così verticale come sembra e, a giugno, il sole è quasi a picco. Risultato: anche qui è possibile soffrire il caldo africano. A parte queste note meteorologiche, la via è abbastanza carina, diciamo senza infamia e senza lode. Poco meno di 200 m su roccia generalmente buona con buone possibilà di proteggersi e gradi classici.In questo settore della parete, da circa 20 anni, Bruno Vitale ha aperto e continua ad aprire itinerari, spesso carini e con tracciati indipendenti. Questa via è del 1994; gli ancoraggi e le soste presenti in parete non sono in uno stato ottimale (spit con ruggine) ed occorre quindi fare attenzione alle protezioni, spesso vanno rinforzate.

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Cresta del Torrone (Monti Sibillini)

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi Il monte Torrone, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è il monte meno appariscente del Gruppo. Visto da oriente si ha difficoltà anche a capire qual'è visto che si tratta di una lieve altura posta lungo una cresta. Visto dalla valle del lago di Pilato è più appariscente ma una volta sopra scompare proprio, lo si oltrepassa senza neanche accorgersene. Detto questo la cresta che porta il suo nome è tra le più belle, se non la più bella, del gruppo dei Sibillini. Lunga, aerea, panoramica, può essere salita partendo da tre località, Foce di Montemonaco, Altino e Colle di Montegallo. A prescindere dalla località scelta come partenza ci saranno sempre due costanti: grande dislivello e grande sviluppo.

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Monte Porrara (Gruppo della Majella)

Ultima modifica: 04 Agosto 2014

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi La Majella, verso sud, piano piano si rimpiccolisce, sia in larghezza che in altezza e termina con un'ultima propaggine: il Monte Porrara. Affilato e lungo può essere precorso da sud a nord con una bellissima traversata che inizia dalla (ex) stazione ferroviaria di Palena, sul valico della Forchetta, e termina a Campo di Giove. Un percorso molto panoramico, vario e di grande soddisfazione. Naturalmente occorre avere due auto oppure affidarsi al buon cuore di qualche automobilista per effettuare la traversata ma, anche se non fosse possibile compierla per intero, varrebbe sicuramente la pena salire in cima a questo monte e tornare sui propri passi. Da evitare nelle giornate molto calde, la salita è esposta perfettamente a sud e il sole potrebbe rappresentare un problema. Dalla vetta è un susseguirsi di saliscendi con un colpo d'occhio sulle valli laterali veramente notevole, qualcuno ha detto a 720° perchè occorre girare su se stessi almeno due volte per guardare con un minimo di attenzione tutto l'ambiente circostante.

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Liscia Palazzo (Colle Papaccio)

Ultima modifica: 04 Agosto 2014

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi Liscia Palazzo, Colle Papaccio e Fonte della Noce sono toponimi che indicano lo stesso sito di arrampicata, uno sperone roccioso che svetta con la sua liscia parete di grigio calcare tra un mare di verde; proprio di fronte alla Majella. Attrezzato con fix e catene, conta ad oggi (2012) poco meno di 30 vie ma è in espansione e probabilmente il numero degli itinerari crescerà. L'arrampicata è prevalentemente su placche con buchi anche se non manca qualche diedro, molte vie raggiungono i 35 m e richiedono una buona resistenza e una corda da 80 m, le protezioni sono ottime e ben posizionate. Il luogo, fresco e ombroso, permette l'arrampicata anche in giornate molto calde. L'avvicinamento è di circa 20 minuti su sentiero segnato.

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Pietra Rotonda

Ultima modifica: 04 Agosto 2014

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi Sotto l'imponente parete del monte Camicia si estende una vasta ed intricata fascia boscosa. Verso est, vicino Rigopiano, si trova una zona chiamata Pietra Rotonda. Si tratta di un bosco costellato da enormi massi tra alti faggi e pareti rocciose che formano anche una forra molto stretta: "Le gole dell'inferno spaccato". Uno di questi massi è stato attrezzato per l'arrampicata e le vie sono molto belle su roccia ottima. Il luogo merita sicuramente una visita ed ha diverse particolarità; primo, può essere frequentato anche d'estate perchè fresco ed ombroso, poi è raggiungibile dopo una piacevole camminata di circa 30 minuti, ed infine non essendo molto frequentato è estremamente silenzioso e selvaggio. Le vie non sono numerose ma attrezzate molto bene con fix in acciaio inox.

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Sasso d'Andrè (Monti Sibillini)

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi La lunga cresta orientale del monte Vettore, vista da est, presenta una netta insellatura a circa metà della sua lunghezza. La cima a destra di questa sella è spesso identificata come il monte Torrone ma così non è. Il Torrone, visto da oriente è quasi invisibile e si trova subito a sinistra della sella mentre quella di destra è chiamato dai locali "Sasso d'Andrea". Questa confusione si può spiegare meglio se si guarda la stessa cresta da Foce, qui il Torrone spicca molto meglio ed assume le caratteristiche sembianze di un monte. Il Sasso d'Andrea, non riportato sulle carte IGM, è un ottimo punto panoramico ed è raggiungibile da diversi punti: da Foce, da Altino e da Santa Maria in Pantano. Questo che viene descritto inizia da Foce e, dopo una lunga traversata, tocca la Fonte Fredda quindi si porta in cresta fino alla cima.

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Colle Pelato (Gran Sasso)

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi Colle Pelato è un bellissimo balcone panoramico su tutta la catena del Gran Sasso e oltre. Per arrivarci ci sono varie alternative, dal versante nord si può salire da Flamignano oppure da Aquilano ma, in entrambi i casi, occorrerà percorrere un itinerario non proprio gradevole. In questa zona i sentieri sono quasi scomparsi per lasciare posto a numerosissime strade sterrate usate per la raccolta della legna. Il problema è che una pista creata per un cingolato non sempre si adatta al percorso di un escursionista. Tutto questo versante è coperto da boschi che, vista la quota, sono composti da numerossime specie arboree, anche dall'abete bianco che proprio qui ancora resiste in un piccolo nucleo: la Selva degli Abeti.

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Monte Brancastello (Gran Sasso)

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi Questa zona del gruppo del Gran Sasso è poco conosciuta e ancor meno frequentata, forse perchè non facile da raggiungere oppure per i dislivelli mai banali. E' strano perchè gli itinerari di questo versante sono tra i più belli del gruppo, l'ambiente è selvaggio e grandioso, non si incontra nessuno e la sciata spesso è di grande soddisfazione. Di contro occorre essere pazienti perchè, per poter affrontare questi itinerari con sicurezza, occorre che le condizioni siano ottimali (tutto il versante è tormentato da valanghe) e spesso l'unico periodo ragionevole è la primavera avanzata. Periodo che però obbliga lo scialpinista a caricarsi gli sci sullo zaino per un lungo tratto in quanto la località di partenza è molto bassa (circa 800 m).

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La Valle del Lago (Monti Sibillini)

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi La valle del lago di Pilato è percorsa da numerosi itinerari di scialpinismo. Alcuni sono dei classici del gruppo altri, più impegnativi, vengono ripetuti più saltuariamente perchè non è facile trovare le giuste condizioni del manto nevoso. Lunga e incassata raccoglie tutte le valanghe che cadono dai pendii laterali e quindi va percorsa con neve ben assestata. la gita scialpinistica più conosciuta e ripetuta è la via normale al Vettore da Foce di Montemonaco passando per il lago di Pilato, seguono il Ghiaione sud e diversi altri che scendono dalle cime secondarie. Comunque nessun itinerario può essere classificato come facile a meno che non ci si fermi al lago; raggiungere la vetta del Vettore comporta il superamento delle "Roccette", un tratto ripido che spesso richiede l'uso dei ramponi, il Ghiaione sud presenta un tratto ripido che richiede una buona padronanza degli sci come pure tutto il versante ovest del Vettore. Sicuramente qui è possibile fare gite scialpinistiche di grande soddisfazione e ognuno può trovare pane per i suoi denti.

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TO.MI.CA. (Gran Gendarme - Monti Sibillini)

Carlo Baccarelli

vedi flickr (www.flickr.com): Antonio Palermi La via TO.MI.CA. al Gran Gendarme è stata portata a termine il primo novembre 2011. Si tratta della prima via in completa arrampicata libera che termina in testa al Gendarme (almeno così ci risulta). Si tratta di una via di 6 tiri di cui 4 veramente belli su roccia compatta e due di raccordo che intersecano (purtroppo!!!) la Direttissima alla Testa. La via, per seguire la bontà della roccia, è abbastanza sostenuta nelle difficoltà anche se i riposi non mancano. L’esposizione, specie negli ultimi due tiri, è spettacolare. Lo spirito di apertura è stato quello di creare una via fruibile ai più anche se questo ha comportato l’abbandono di una caratterizzazione alpinistica dell’itinerario: la scalata è di tipo Verdoniana ... la roccia non è da meno tranne qualche punto (vedi tiri di raccordo). Ad oggi la via non risulta liberata quindi il grado suggerito è indicativo e soggetto a revisione.

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