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Valle Santa (Monti Sibillini)

Sicuramente la salita scialpinistica più frequentata dei Monti Sibillini. Non difficile, quasi sempre in buone condizioni, pendenza mai eccessiva, comoda e, per finire, arriva in vetta alla cima più alta del gruppo. Queste caratteristiche la rendono appetibile e spesso "affollata". Non va però troppo sottovalutata, la valle può essere soggetta, anche se raramente, a valanghe, alcuni tratti possono essere ghiacciati e richiedere l'uso dei ramponi, la discesa dalla cima con nebbia può essere molto (ma molto) problematica. In pratica è la "normale" al Vettore (scialpinisticamente parlando), molto panoramica e abbastanza remunerativa. Spesso si incontrano diversi tipi di neve, un po' per via della differenza di altitudine e un po' per via della diversa esposizione dei versanti che varia da ovest a sud. Con un po' di fantasia (e di fiato) è possibile realizzare concatenamenti molto interessanti, queste "varianti" permettono di fare anelli molto belli e remunerativi.

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Pizzo di Sevo da Cossito (Monti della Laga)

Molto bella, molto lunga. Possiamo racchiudere in poche parole il commento a questa gita. Si tratta di un percorso adatto a tutti (anche con ciaspole), senza pericoli oggettivi ma con un notevole dislivello e sviluppo che richiede quindi un minimo di allenamento. Si possono avere problemi (anche seri) in caso di nebbia perchè diventa difficilissimo orientarsi senza strumenti adatti (GPS). Poichè è simile al vicino itinerario di Macchie Piane, è preferibile a quest'ultimo in caso di forte innevamento e si è obblligati a partire da basse quote. Il primo tratto è quello più problematico perchè a tratti la pista non è molto evidente. Quando questo accade occorre aggirare gli ostacoli (alberi o arbusti) e comunque puntare alla strada che taglia tutto il versante a quota 1350 circa. Sicuramente una delle scialpinistiche più remunerative della Laga.

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Il Paginone (Monti Sibillini)

La zona del monte Porche, Palazzo Borghese e del Monte Argentella, insieme con la valle Santa sono, per lo scialpinismo, le zone più frequentate dei Sibillini. Accessi facili, dislivelli modesti e neve spesso in ottime condizioni fanno queste cime delle mete accessibili e sicure. Si tratta di itinerari tutto sommato abbastanza remunerativi, sia per il panorama, sia per la sciata, mai monotona e banale. Quello proposto è uno dei tanti itinerari che si possono fare su queste cime, a voi la preferenza.

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Le cascate del fosso di Cerqueto (Gran Sasso)

Le cascate del Rio San Giacomo permettono di passare una giornata arrampicando su salti di varia difficoltà. La zona è stata attrezzata con fix e catene e permette anche di effettuare le salite assicurati dall'alto. Le difficoltà sono molto varie e vanno dal III al 5 e oltre se andiamo a cercare le candele. E' stata attrezzata anche una linea in dry-tooling con fix sulla parete, proprio a sinistra della cascata bassa. I salti sono 2, abbastanza simili, quello più alto ha uno sviluppo superiore ed è anche più difficile.

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Monte Pescofalcone da San Nicolao (Majella)

Bellissima gita, da fare con il tempo buono e quando si è allenati poichè il dislivello è notevole (circa 1800 m) e lo sviluppo altrettanto. In compenso il panorama, la sciata e l'ambiente sono veramente superbi. Se non siete attrezzati o non ve la sentite è possibile scendere dalla cima di 2463 m senza fare la cresta (ghiacciata può essere pericolosa) finale per la cima di Pescofalcone. Se la visibiltà è buona i panorama è tra i più belli dell'Appennino Centrale, dal mare ai Sibillini, dal Gran Sasso al Velino, dai monti del Parco d'Abruzzo ai Simbruini. Un itinerario da non perdere!

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Monte Pozzoni da Cittareale (Monti Reatini)

Itinerario abbastanza breve ma interessante, vario e molto panoramico. Il Monte Pozzoni da Cittareale è una gita scialpinistica per tutti, senza difficoltà, divertente e con un panorama veramente notevole trovandosi a cavallo di 4 regioni: Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo.

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Monte Terminillo per la Vallonina

La Vallonina è la valle principale del gruppo del Terminillo nel senso che è la più conosciuta e frequentata. D’altra parte d’estate è possibile arrivare fino alla sella di Leonessa (1895 m) con i mezzi motorizzati e trovare ospitalità nel rifugio Sebastiani. D’inverno la valle si trasforma: niente rumore, niente moto o auto, solo silenzio. La strada viene aperta al traffico fino al ristorante Mosè, a circa 1400 m di quota. Nei giorni festivi in molti si addentrano nella valle; chi con le ciaspole e chi con gli sci. La salita fino alla sella (o al rifugio Sebastiani) non presenta grosse difficoltà ed è percorribile senza problemi (ovviamente in assenza di un grado marcato di pericolo valanghe).

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Monte Porche da Foce (Monti Sibillini)

Questa gita scialpinistica a me piace molto, perchè ha dislivello, perchè gira intorno ad alcune delle vette più belle del gruppo, perchè non ci incontri nessuno. La parte bassa purtroppo non sempre è in condizione per cui sciare nel bosco può risultare difficoltoso. In compenso la parte alta esposta tra sud e sud-est risulta spesso in condizioni ottimali. In alto il pericolo di valanghe non è alto mentre in basso, il canalone iniziale raccoglie tutte le valanghe dei pendii superiori (valangosissimi) e quindi va percorso quando la neve in alto è assestata.

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Anello delle cime di Castelluccio (Monti Sibillini)

Questa zona si presta a gite escursionistiche molto belle e relativamente semplici, il dislivello infatti non è mai elevato e le pendenze mai sostenute. Per questo è meta di molti sciatori di fondo escursionismo, di scialpinisti "pigri" oppure di ripiego quando il tempo o le condizioni della neve non sono buone. In questa gita abbiamo concatenato quasi tutte le cime della valle realizzando così un anello. Ovviamente si tratta di una gita dove la parte sci è molto minoritaria rispetto alla parte escursione e il fine è il girovagare tra boschi e creste di questo spicchio di Sibillini. In caso di nebbia risulta molto difficile orientarsi, specialmente nella zona di Poggio di Croce, occhio a bussola o GPS.

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Macera della Morte da Colle (Monti della Laga)

Questa è la gita ideale quando il tempo è brutto oppure c'è troppa neve e le condizioni dei pendii sono critiche. Questo perchè per gran parte si svolge in un bosco, la pendenza media è bassa e non presenta pericoli oggettivi. L'itinerario parte direttamente dal paese di Colle di Arquata a meno di 1000 m e risale il bosco di Selva Piana, un bel bosco di faggi adulti.Una volta fuori da bosco i pendii sono ampi e mai ripidi. Adatto a tutti anche con ciaspole e sci di fondo escursionistico. Per la discesa consigliamo di seguire la strada perchè più semplice e remunerativa. Il rifugio dell'ENEL che si incontra a metà strada può essere un valido punto di appoggio in caso di emergenza.

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