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Valle di Taranta (Majella)

Alcuni itinerari, concatenamento di salite più brevi, assumono un sapore particolare quando percorsi con gli sci. Quello che parte da S. Nicolao di Caramanico e arriva allo sbocco della Valle di Taranta è un viaggio nella Majella, toccando la massima quota (il M. Amaro) attraverso gli altopiani sommitali ed i grandi valloni che ne caratterizzano il versante sud-orientale. E’ un percorso non difficile tecnicamente, salvo qualche cautela nel tratto di cresta tra la sommità di Rava Cupa e la vetta del Pescofalcone, ma di discreto impegno fisico; richiede tempo stabile e buon innevamento alle quote basse della valle di Taranta oltre ad un minimo di stabilità dei pendii.

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Monte Calvo (Monti dell'Alto Aterno)

Il monte Calvo (Alta valle dell'Aterno) a dispetto della sua altitudine (1898 m), è raggiunto da diversi itinerari scialpinistici. Molto panoramica, questa vetta offre una bellissima veduta sulla sottostante conca aquilana e su molti dei principali gruppi montuosi dell'Appennino Centrale, dal Gran Sasso al Terminillo, dal Velino ai Sibillini. La salita dal piccolo borgo di Cave, nel comune di Scoppito, è semplice e, caratteristica che la rende molto frequentata, relativamente sicura in caso di forti nevicate. Purtroppo la strada di accesso è chiusa al traffico (divieto di transito) per cui se si inizia l'itinerario dalla strada asfaltata occorre percorrere circa 3 Km per raggiungere la fonte Crovella, dove inizia la salita vera e propria. Un itinerario tranquillo, piacevole e senza particolari problemi legati all'innevamento.

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Monte Tranquillo (Monti Marsicani)

La cima del monte Tranquillo, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise si erge sopra il santuario omonimo, un luogo molto frequentato, sia d'estate che d'inverno. Nella stagione fredda sono molti che, muniti di ciaspole, percorrono i sentieri che si snodano tra i fitti e vasti boschi di faggio. Anche con gli sci è possibile salire in cima; non si tratta di una gita scialpinistica emozionante ma, quando le condizioni meteo non sono le migliori oppure il bollettino valanghe non è confortante, qui si può comunque tentare di salire. La parte bassa dell'itinerario si svolge in splendide faggete, durante la salita si supera il rifugio della Difesa (chiuso) poi si raggiunge il Santuario del monte Tranquillo. Questa costruzione risale a parecchi secoli fa, addirittura la prima cella monastica è del IX secolo. Al suo interno c'è l'altare della Madonna Nera dell'Incoronata una scultura in legno scuro del XII secolo. In Italia sono parecchi i luoghi dedicati alle Vergini Nere.

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Monte Palombo (Monti Marsicani)

Il monte Palumbo è un 2000 nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Una cima "minore" ma con panorama di prim'ordine. Dalla vetta lo sguardo spazia tra una moltitudine di montagne come da pochi punti dell'Appennino è possibile; siamo nel cuore dell'Abruzzo, tutto l'orizzonte, da qualsiasi angolazione si guardi, è montagna! L'itinerario che inizia dalla Fonte della Padura, segue fedelmente il lungo crinale nord-nord-ovest fino in vetta. Un crinale ampio, senza pendenze eccessive e che può essere affrontato con ragionevole sicurezza anche dopo abbondanti nevicate (almeno fino al limite del bosco).

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Monte Turchio (Monti Marsicani)

Il monte Turchio, in pieno territorio Marsicano, è una cima "minore" del circondario di Pescasseroli. La salita con gli sci dal Passo del Diavolo è breve e abbastanza semplice (in mancanza di nebbia). Il dislivello è all'incirca di 500 m, le pendenze non sono mai problematiche e il pericolo di valanghe è ridotto. Inoltre questo monte offre una visione particolare sulla sottostante conca del Fucino e sulle montagne che la contornano, in primo luogo il Velino e il Sirente. Un itinerario piacevole e frequentato.

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Scoglio dell'Aquila (Monti Sibillini)

Il versante ovest della Cima del Redentore è solcato da numerosi canali molto simili tra loro. Dritti, con pendenze abbastanza costanti e ... molto divertenti con neve ben assestata. Non è un caso infatti che sono percorsi essenzialmente a primavera, quando il manto nevoso è ormai stabile e non ci sono problemi di valanghe. Tutto il versante è estremamente valangoso e non è raro che la massa nevosa attraversi anche la strada carrozzabile. Forse per questo che la strada è spesso chiusa al traffico nel periodo invernale. Il canale che scende dritto dallo Scoglio dell'Aquila, un'imponente bastionata rocciosa appena al di sotto della cresta, è abbastanza frequentato, la parte bassa, fino allo Scoglio ha una pendenza uniforme e non troppo marcata mentre la parte alta, dalla base dello Scoglio in sù, presenta tratti abbastanza ripidi ed impegnativi in particolare con neve dura e ghiacciata.

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Monte Acquaviva (Majella)

Scendere alla Grotta dei Callarelli dal monte Acquaviva con gli sci significa entrare una delle valli meno accessibili della Majella. La difficoltà non è tanto nel percorrere la valle dell’Acquaviva che sfocia appunto alla Grotta, quanto nel prosieguo del percorso: il sentiero che passa sotto Cima Raparo e tocca Colle Bandiera è lungo e presenta una interminabile serie di saliscendi, quello che piega verso la Fonte del Pesco e giunge a Bocca dei Valloni nella Valle di Santo Spirito è poco meno tormentato altimetricamente. Il modo più vantaggioso di percorrere la Valle dell’Acquaviva è in traversata, il meno complesso partendo dalla Majelletta, toccando le vette di Focalone ed Acquaviva, per poi scendere alla grotta dei Callarelli e rientrare a Fara San Martino da Bocca di Valloni, lungo il sentiero estivo. In inverno la componente nivologica diventa ovviamente fondamentale. Esposta ad Est la Valle dell’Acquaviva è ripida nel tratto sommitale e con oltre 1200 metri di differenza tra inizio e fine può presentare condizioni molto diverse; i sentieri di rientro sono caratterizzati da lunghi traversi su versanti ripidi su cui la stabilità della neve deve essere assicurata. Se si riesce ad indovinare la giusta combinazione tra innevamento e sicurezza del manto l’itinerario è veramente notevole e di grande soddisfazione.

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Diretta al Vettore (Monti Sibillini)

Bellissima gita che necessita però di buone condizioni di innevamento affinchè sia remunerativa. Non è molto frequente infatti, vista l’esposizione a sud e la presenza di salti rocciosi, trovare la quantità di neve sufficiente per non togliere mai gli sci in discesa. Il canale proposto è stato salito nel 1981 da Marco Florio e la Guida dei monti Sibillini (Maurizio Calibani e Alberico Alesi - 1983) lo descrive di impegno AD-, tuttavia i salti rocciosi sono aggirabili e l’impegno alpinistico risulta molto minore. E’ necessario avere buone capacità sciistiche ed alpinistiche visto che la pendenza è mediamente di 40° con tratti a 45°-50°. L’ambiente richiede una buona dose di intuito per trovare la linea migliore. Consigliamo di usare il casco per il concreto pericolo di caduta sassi.

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Grotta Rottereccia (Monti Sibillini)

La grotta della Rottereccia è situata a poche decine di metri dal Tenna, proprio sotto l'abitato di Vetice. E' una grotta pastorale, usata come ricovero di greggi e bestiame fino a non molto tempo fa. Quello che la rende interessante è il luogo dove è posizionata; a picco sulla valle con un accesso abbastanza impegnativo e impervio: molto suggestivo. Non è facile da trovare, non c'è un netto sentiero che conduce all'ingresso della grotta, occorre andare ad "occhio" e "arrampicarsi" lungo un costone per raggiungere la cengia dove ancora resistono i pochi resti del ricovero pastorale. Anche continuare dopo la visita non è semplice, occorre seguire una esile traccia di sentiero (esposto) e poi per un tratto occorre salire senza una traccia ben definita.

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Monte Sibilla (Monti Sibillini)

La Sibilla con gli sci è una salita scialpinistica di grande soddisfazione. Questa vetta è una delle più panoramiche ed aguzze del gruppo dei monti Sibillini, i due versanti che dividono la cima precipitano per oltre mille metri con una pendenza impressionante. Il versante nord, in modo particolare, si getta a picco sulla sottostante valle del Tenna e spesso, salendo lungo la cresta, gli sci passano a poca distanza da questo pendio. In caso di neve dura o in presenza di cornici potrebbe essere indispensabile togliersi gli sci e salire con piccozza e ramponi. Così come può essere necessario calzare i ramponi per superare la breve fascia rocciosa conosciuta come "La Corona" della Sibilla. Di recente questo passaggio è stato attrezzato con una catena d'acciaio e, se sgombra dalla neve, è un valido aiuto.

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