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Monte Gorzano dal Colle della Pietra (Monti della Laga)

In ogni gita scialpinistica ci sono vari aspetti da tenere conto per dare un giudizio: il panorama, la sciabilità, la sicurezza, la bellezza dell'itinerario. Questa gita merita sicuramente un 10 per la panoramicità. Dalla vetta vista a 360 gradi: a sud la catena del Gran Sasso in primo piano e tutte le montagne abruzzesi, a est, con un po' di fortuna il mare, a ovest l'amatriciano e il Terminillo, a nord i Sibillini. Un voto un po' inferiore per la sciabilità, diciamo 7. Si tratta di un lungo e monotono pendio, perfetto per principianti ma un po' limitativo per sciatori esperti. Sicurezza 10: unico pericolo la caduta di meteoriti. Un discorso a parte per l'orientamento in caso di nebbia; senza GPS da evitare assolutamente. Per concludre un itinerario semplice anche se lungo, sicuro, con bellissimi scorci panoramici, sicuramente consigliabile a tutti.

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Poggio di Croce dalla Val Canatra (Monti Sibillini)

L'itinerario da Pian Perduto a Poggio di Croce per la Val Canatra non è certo entusiasmante per uno scialpinista. Si tratta di una gita molto semplice, abbastanza breve ma sciisticamente priva di interesse. Molto consigliata invece per lo sciescursionismo o per una escursione con le "ciaspole". In questo caso la discesa può essere fatta per il Monte Veletta e Castelluccio e quindi tornare la punto di partenza avendo effettuato un anello

Si tratta di un percorso molto frequentato, adatto a tutti e privo di pericoli oggettivi. Un po' noiosa la prima parte quasi pianeggiante poi quando si inerpica è possibile scegliere se andare verso Poggio di Croce oppure verso il Monte Lieto o il Monte delle Rose.

I versanti non sono quasi mai ripidi e le creste sempre larghe e facili. Un paradiso per ciaspole, e passeggiate.

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Monte Ocre da Casamaina (Monte Velino)

Ottima gita di inizio stagione oppure quando il pericolo di valanghe è elevato. Il dislivello non è elevato ma lo sviluppo è notevole, la sciata, se la neve è buona è comunque remunerativa anche se la pendenza non è mai elevata. Ottimo il panorama a 360 gradi su quasi tutto l'Appennino Centrale, dai Sibillini, al Matese, dal Velino al Gran Sasso.

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Via delle Varianti (Pizzo del Diavolo - Monti Sibillini)

Un collegamento di varianti per una delle vie più belle di Pizzo del Diavolo. Collegando 4 varianti + l'ultimo tratto dello Spigolo Bafile viene fuori una via omogenea come grado e bellezza. Lunga, molto bella, roccia da buona a ottima,  difficoltà medio-alte.

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Ferro di Lancia (Pizzo Intermesoli - Gran Sasso)

Una delle ultime realizzazioni di Fabio Lattavo. Il ferro di lancia (Bothrops atrox) è un serpente che appartiene alla famiglia dei viperidi ed è diffuso nelle regioni tropicali ed equatoriali dell'America Centrale e Meridionale. Il suo nome comune si riferisce alla forma triangolare della testa, tipica per altro di tutti i viperidi. Questo viperide è attivo sia di giorno che di notte, sebbene in alcune regioni sia in prevalenza notturno. Quando caccia, il ferro di lancia rimane fermo e nascosto in attesa che una preda gli passi a tiro. Perchè Fabio Lattavo ha chiamato così questa via? Glielo chiderò quando lo incontro.

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Attenti alle Clessidre (Prima Spalla - Gran Sasso)

La classica delle vie facili. Aperta da Fabrizio Antonioli, Francesca Colasanti e Dario Mantoan nel 1982 supera la splendida placconata della parete nord-est della prima Spalla sfruttando le numerose clessidre presenti, senza far uso di chiodi. Sicuramente una delle più belle vie poco impegnative del Gran Sasso, molto ripetuta.

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Via Centrale (Pizzo del Diavolo - Monti Sibillini)

La via più diretta della parete. Si tratta di una via aperta da Maurizio Calibani e Claudio Perini nel 1959. Sale nella parte centrale della parete e sbuca proprio in cima a Pizzo del Diavolo. Lunga ma non molto difficile (max IV) sfrutta una lunga serie di fessure e camini che, obliquando leggermente verso sinistra, salgono nel cuore della parete.

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Saludos amigos (Prima Spalla - Gran Sasso)

Questa via ha un tiro veramente bello, si tratta del primo tiro sopra la cengia. Peccato che le protezioni sono un po' vetuste.

Aperta da M. Cotichelli, M. Mosca e P. Renzi nel 21.9.1991 presenta difficoltà fino al VI+. Roccia ottima.

Nella parte bassa abbiamo seguito la fessura-diedro che sale dritta alla cengia.

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Vene Rosse (Parco Nazionale del Gran Sasso)

Chiunque sia salito a Prati di Tivo avrà notato la parete che si trova proprio sopra la strada che congiunge Intermesoli a Fano Adriano. Quelle rocce sono chiamate le "Vene Rosse", sono di calcare a tratti molto compatto e fino ad oggi sono stati attrezzati 4 itinerari di arrampicata. Altra caratteristica della parete sono i "Grignetti". Sono delle vasche che probabilemnte sono state usate per pigiare l'uva, per ulteriori informazioni vedere: Fano Adriano su Wikipedia.

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Via Iskra (Corno Piccolo - Gran Sasso)

Roccia generalmente buona e difficoltà contenute sono le caratteristiche che fanno di questo itinerario uno dei più gettonati della parete; non è raro vedere alla base di questa via numerose cordate in attesa del loro turno di salita.
La via segue un marcato diedro-fessura sulla sinistra del pilastro che delimita il Canale di Mezzo; in pratica quasi alla fine della parete nord del Corno Piccolo.
Le soste sono tutte a fix. Eccetto un passo di V il resto è sul III con passaggi di IV. 
Le protezioni sono scarse tuttavia è facile proteggersi con friends e dadi ed inoltre sul tiro più difficile si possono trovare numerose clessidre. Perfetta per chi inizia e vuole prendere confidenza con la roccia del Gran Sasso.
Un aneddoto curioso riguarda la pubblicazione di questa via. La guida CAI-TCI del 1972 omise alcuni itinerari, venne ignorata ad esempio la via "Che Guevara". Probabilmente perchè il nome si rifaceva smaccatamente a personaggi di sinistra. La Iskra però sfuggì a questa omissione forse perchè si ignorava il significato; "Iskra" (la scintilla in russo) era il giornale clandestino fondato tra gli altri anche da Lenin. 

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