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Versante sud del Vettore (Monti Sibillini)

Il versante sud del Monte Vettore è solcato da diversi canali, il più "famoso" e frequentato è senza dubbio il canale dei "Mezzi Litri", il più occidentale della parete. I litri di cui si parla (o meglio i mezzi litri), erano sicuramente di vino, solo così si può comprendere come, chi ha dato il nome a questo canale, ha visto nelle rocce disposte sui lati del vallone delle brocche mezze piene. Dopo questo canale sono stati "battezzati" anche gli altri, il Canalino (per via del passaggio chiave molto stretto), il Galluccio (che riprende il nome del valico sottostante), il Santuario (nome dato da Marco Florio nel 1982 per via della fila di persone che lo accompagnavano durante l'apertura e che, a suo dire, somigliavano alla fila di fedeli in un luogo di culto), le Ammoniti (sempre Florio nel 1982), dei Pugliesi (ancora Florio per via di amici di Molfetta che erano presenti durante la prima salita), della Coosport (il nome della cooperativa gestita da Marco Florio che vendeva materiale ed abbigliamento da alpinismo), ecc..
Non tutti questi canali sono sciabili oppure sono stati scesi con gli sci, via via che ci spostiamo verso est aumentano le pendenze e le difficoltà. Quasi tutti sono molto valangosi (gli alberi divelti alla base sono molto eloquenti) e difficili da trovare in buone condizioni, eccetto i Mezzi Litri che è molto frequentato, gli altri sono ripetuti solo saltuariamente. Qui più che di scialpinismo stiamo parlando di sci ripido e forse anche di sci estremo. Molto bello e difficile il canale della cresta del Galluccio sceso per la prima volta da Stefano Imperatori e Germana Maiolatesi nel 2003.
Un breve chiarimento va fatto a proposito del canale da alcuni chiamato "La Monna"; questo toponimo, indicato chiaramente sulla carta IGM come "Costa", è riferito al costone di sinistra (orografica) del canale dei Mezzi Litri. Il canale che erroneamente viene chiamato Monna è quello indicato da M. Florio come "canale del Santuario" così come riportato dalla guida dei Monti Sibillini del 1983 (A. Alesi, M. Calibani, CAI Ascoli Piceno). Questo canale non presenta grosse difficoltà e offre una bella sciata, la pendenza non è mai troppo elevata e non ha strettoie o salti problematici. Va affrontato la mattina presto quando il sole non ha "mollato" la neve che altrimenti rischia di essere molto molle e fradicia. Al mattino molto presto, di contro, può presentare una neve molto dura e quindi una caduta potrebbe essere molto pericolosa.

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Decontra - Blockhaus (Maiella)

Un nome tedesco per una vetta abruzzese suona strano; il Blockhaus (o Block-Haus) infatti non è proprio il nome della cima ma sono i ruderi di un fortino austriaco costruito qui durante la lotta al brigantaggio.
Questo luogo oggi è raggiungibile anche in auto (in estate) ed è uno dei punti più panoramici del gruppo.
La salita da Decontra al Blockhaus è lunga, sia come dislivello che può raggiungere i 1300 m, sia come svilupop che può arrivare a 8 Km (solo andata). E' bene usare il condizionale poichè spesso è possibile partire da quote più alte sfruttando la strada (sconnessa) che sale verso monte.

Se la neve regge fino in fondo è una bella gita, divertente e varia. Adatta a tutti e priva di pericoli, non ha mai pendenze eccessive e può essere salita anche da escursionisti muniti di "ciaspole".
Tutta la salita si svolge con la veduta della valle dell'Orfento sulla destra, sicuramente una delle valli più selvagge e suggestive dell'Appennino, per gran parte si sale su ampie radure intervallate da boschi di faggi, solo nella parte finale si supera una macchia di pini mughi, una conifera che può vivere ben oltre i 2ooo m.

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Valle Scura (Monte Terminillo)

A volte le valli più nascoste e selvagge nascondono itinerari suggestivi e appassionanti; purtroppo non è questo il caso. La valle Scura, che sicuramente è tra le valli più grandi del Terminillo, non ha percorsi significativi (scialpinistici) da proporre, in basso è abbastanza pianeggiante oltre un fitto bosco impedisce una sciata divertente.
Anche l'esposizione non è il massimo (sud) per cui se si incontra neve molle è da incubo. Notevole invece il panorama e l'ambiente per cui la raccomandiamo agli escursionisti e agli appassionati di fondo escursionistico.
Il rifugio Porcini, è situato in un'ottima posizione con un panorama notevole, nei pressi è la fonte omonima, purtroppo è in completo abbandono e semidiruto. Il percorso fin qui è tranquillo ed esente da pericoli, nella parte superiore invece occorre tenere gli occhi aperti e avventurarsi solo con neve stabile.

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Monte Pelone (Monti della Laga)

La valle del Tordino è tra le meno frequentate della Laga (scialpinisticamente parlando) principalmente per le vie di comunicazione. La strada per arrivarci infatti non è delle migliori e neanche delle più brevi.
Padula e Macchiatornella sono gli ultimi borghi di questa valle, qui la strada termina e inizia la "montagna". Questi paesi ormai sono abitati solo nel periodo estivo, d'inverno sono semiabbandonati o abbandonati del tutto.
D'altra parte vivere tra questi monti non è più cosa semplice, troppe le privazioni rispetto agli standard attuali e anche gli anziani riescono più a risiederci tutto l'anno.
L'itinerari descitto inizia proprio dal ponte sul torrente Tordino, tra Padula e Macchitornella, ma invece di prendere il tracciato (molto più lineare) della sponda destra si "avventura" su quella opposta (versante nord), un poco più scomodo ma più piacevole.
A metà percorso si incontra il rifugio della Fiumata, panoramico, confortevole (camino, letti, tavoli) e soleggiato, è un'ottimo punto di sosta ed è l'unico rifugio degno di questo nome in tutto il gruppo.
Da qui è possbile scegliere tra diversi itinerari scialpnistici tre il Gorzano e il Pelone, alcuni difficili (con forti pendenze) altri molto semplici e adatti a tutti. Il Pelone ad esempio è una cima molto tranquilla, facile e senza difficolà (attenzione alla nebbia però che può creare problemi) e si può affrontare senza grossi problemi. Di contro se la neve non è buona, purtroppo spesso la neve su questi versanti non è il massimo, si rischia di dover scendere senza nessun "godimento".
Quella che descriviamo è la salita al Pelone per il rifugio della Fiumata, un poco più lunga di quella descritta qui ma più bella come ambiente.

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Cima della Laghetta (Monti della Laga)

Nella valle delle Cento Fonti spesso la neve non è granchè, sarà l'esposizione, sarà la pendenza, fatto è che trovare buone condizioni di neve qui è abbasstanza raro. La Cima della Laghetta per Iaccio Tondo può rappresentare una valida alternativa alla classica del fondovalle, a differenza di questa infatti ha degli ottimi pendii ed è molto panoramica. Anche il tratto nel bosco si supera senza grossi problemi.
La salita è abbastanza lunga, non tanto per il dislivello (poco più di 1000 m) ma per lo sviluppo (oltre 6 Km) che richiede un buon allenamento, in compenso il paesaggio è molto vario. Boschi di faggi secolari e panorami a 360 gradi ne fanno una salita sicuramente da consigliare.

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