www.auaa.it
  • Indice
  • Alpinismo
  • Arrampicata
  • Escursionismo
  • Scialpinismo
  • Ghiaccio

Sentiero delle Cimette (Gran Sasso)

Il sentiero delle Cimette è uno di quei percorsi che usavano i pastori per spostarsi da una valle all'altra; percorsi a volte molto arditi che dovevano superare ripidi pendii o esili cenge. Sicuramente nel passato il tracciato era più agevole, queste vie di comunicazione erano frequentate giornalmente e c'era un minimo di manutenzione.
Oggi, praticamente abbandonato, questo sentiero presenta dei tratti difficili e pericolosi; in particolare nell'attraversamento dei numerosi canali che scendono lungo il versante.
L'acqua negli anni ha scavato questi impluvi ed ora occorre superare, senza sentiero, ripidi pendii ghiaiosi ed instabili; a picco su alte pareti rocciose.
Ed è l'esposizione una delle caratteristiche principali di questo itinerario; in diversi punti si cammina a pochi metri dal ciglio di profondi burroni e bisogna stare molto attenti poichè non è ammessa una caduta. Un altro pericolo può venire dalla neve, ad inizio stagione i canali sono ancora ostruiti e può essere problematico attraversarli (piccozza e ramponi).
L'ambiente è selvaggio come pochi: in diversi punti ci sono rari segni di passaggio ed occorre intuire la traccia tra l'erba o tra le rocce. Quello del sapersi orientare è un aspetto dell'escursionismo che va scomparendo e di conseguenza anche il senso di avventura: gran parte del percorso è segnalato con maldestri segni giallo-rossi e cerchi rossi. Di recente alcuni "verniciatori" si sono presi la briga di dare una mano (sicuramente non richiesta) a tutti coloro che vogliono cimentarsi in questo e in altri itinerari 1.

Leggi tutto: Sentiero delle Cimette (Gran Sasso)

Monte di Valle Caprara (Monti Marsicani)

Un duemila mancato: il monte di Valle Caprara. Per soli 2 metri, questa cima, non raggiunge la soglia dei 2000 m ma, fortunatamente, non penso che qualcuno si strapperà i capelli per questo. Per il resto si tratta di un ottimo balcone sull'alta valle del Sangro, dalla vetta si domina Pescasseroli e tutta la cornice di monti che circonda questo paese. L'escursione descritta inizia dal passo del Diavolo; nonostante il dislivello non sia elevato occorre superare un notevole sviluppo, circa 18 Km, e quindi non è per nulla banale. Sarà per questo che probabilmente non si incontrano molte persone nella zona. Il percorso è segnato con segni di vernice, in gran parte si svolge se una netta traccia e solo in pochi punti occorre andare "a occhio". All'andata è meglio passare per il vallone Lampazzo, una stretta e rigogliosa valle immersa nel verde, mentre al ritorno si può preferire il fosso Perrone, un tragitto lievemente più lungo che attraversa vaste radure pianeggianti. Un'escursione piacevole.

Leggi tutto: Monte di Valle Caprara (Monti Marsicani)

Monte Marsicano (Monti Marsicani)

Non è facile capire la disposizione e il confine dei monti Marsicani. Gli altri gruppi montuosi spesso sono strutturati come catene montuose, magari lunghe e articolate, ma composte sempre da un insieme di cime collegate tra loro (Sibillini, Laga, Gran Sasso, Maiella, ecc.). I Marsicani no; sono un insieme di gruppi e di sottogruppi. Questo comprensorio geografico comprende quindi parecchie cime, anche distanti tra loro; molte superano i 2000 m (oltre 50). Il monte Marsicano, con i suoi 2253 m (o 2257 m sulle ortofocarte) non è il più alto, il monte Greco ad esempio raggiunge la quota di 2285 m. In compenso dovrebbe essere la cima più alta del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise poichè il monte Petroso è di "soli" 2243 m. Sull'altezza della montagna c'è anche altro, guardando le carte topografiche ci si accorge subito che la cima ufficiale (quella con la croce per intenderci) è alta 2245 m ed è indicata come Monte Marsicano mentre la cima (senza nome) distante circa 700 m verso est viene indicata con l'altezza di 2252 m e quindi più alta. Un "mistero" locale che lasciamo risolvere a chi si occupa di cartografia e/o censimento; nel dubbio non resta che salirle entrambe.

Leggi tutto: Monte Marsicano (Monti Marsicani)

Via CAI Penne (Torri di Casanova, Gran Sasso)

Passaggio alpinistico sulla via CAI Penne

Tutto il versane meridionale, compreso tra il monte Bancastello e il monte Prena, è contraddistinto da profondi canaloni e da selvagge pareti rocciose. La via "CAI Penne" lo risale fino ad uscire sulla cresta tra il Vado del Piaverano e le Torri di Casanova. Si tratta di un itinerario alpinistico che presenta parecchi passaggi di I e di II grado. Giunti sulla cresta si intercetta il Sentiero del Centenario e quindi si può scegliere se, scendere per il Vado del Piaverano, oppure continuare a salire per la via ferrata "Gianni Familiari" alle Torri di Casanova. Superata questa cima si può scendere dalla Forchetta di Santa Colomba oppure, se si è discretamente allenati, si può optare per la via del Tenente Cieri (vedi itineraio Via Cieri che scende direttamente dal monte Infornace. Un itinerario piacevole (per chi ha dimestichezza con queste difficoltà) che attraversa un tratto della piana di Campo Imperatore, risale il fondo di un canale, percorre un tratto attezzato e molto panoramico del lungo Sentiero del Centenario ed infine, giunti alla Forchetta di Santa Colomba, scende per un ripido canale fino a riprendere il percorso dell'andata. Un anello non troppo lungo ma abbastanza impegnativo per via dei numerosi passaggi rocciosi. La via ferrata Gianni Familiari alle Torri di Casanova non è in buono stato di conservazione; alcuni tratti di corda sono tranciati ed occorre anche qui superare brevi passaggi alpinistici e comunque molto esposti.

Leggi tutto: Via CAI Penne (Torri di Casanova, Gran Sasso)

Monte Semprevisa (Monti Lepini)

Il monte Semprevisa è la cima più alta dei monti Lepini e, a dispetto della sua altezza non certo elevata (1536 m), offre escursioni di notevole bellezza. L'itinerario più comune per raggiungere la vetta inizia dalla Pian della Faggeta, sopra il paese di Carmpineto Romano. Dal pianoro si può scegliere se salire diretti oppure passare per il monte la Croce. Il cosiglio è di fare un anello, salire per il vallone dove c'è la fonte Acqua Mezzavalle (asciutta purtroppo) e scendere poi per il monte la Croce. Un anello molto interessante sia dal punto di vista naturalistico (bellissime faggete secolari) sia dal punto di vista panoramico (un balcone naturale verso le pianure laziali).

Leggi tutto: Monte Semprevisa (Monti Lepini)

Sorgenti del Fosso le Vene (Monti Sibillini)

Un'escursione con Tonino Mari sulla Sibilla è qualcosa di speciale. Penso che ormai conosca anche la disposizione delle singole pietre tanto numerose sono le uscite fatte su questi versanti, d'estate, d'inverno, con il ghiaccio, con il bel tempo, con la bufera, con la pioggia; gli manca solamente con la caduta di meteoriti. E' casa sua! Quale migliore compagnia per andare a visitare le sorgenti del fosso le Vene, uno di quei posti che solo a vederlo ti viene voglia di scappare ma quando ci sei sopra alla fine non è poi così assurdo come sembra. Certo non è un itinerario escursionistico, la traccia è quasi inesistente, occorre conoscere molto bene la zona e, superate le sorgenti, se non si vuole tornare indietro per la stessa strada, occorre tenersi ai "ciuffi d'erba", espressione tanto cara a Mari.

Leggi tutto: Sorgenti del Fosso le Vene (Monti Sibillini)

Monte Vettore per la cresta nord-est (Monti Sibillini)

Questo itinerario lo si può classificare alpinistico. Non occorre attrezzatura particolare ma solo una predisposizione all'esposizione e la capacità si superare brevi paretine rocciose (I e II grado). Un alpinismo base, facile, ma sempre alpinismo. Spesso quando si parla di difficoltà si fa un po' di confusione, alcuni parlano di "zona grigia", cioè si quel terreno che non è più escursionismo perchè troppo difficile e non è alpinismo perchè troppo facile. E' un falso problema. La scala alpinistica parla molto chiaro, esiste il grado tecnico e il grado d'impegno, se abbiamo passaggi di I grado sempre di gradi alinistici stiamo parlando, se abbiamo F (Facile) come impegno, sempre di grado alpinistico stiamo parlando. Quindi, quando dobbiamo usare le mani per progredire, quando abbiamo un terreno anche facile ma pericoloso, stiamo parlando di Alpinismo; quello con la A maiuscola. La cresta nord-est al monte Vettore è un esempio calzante, troppo impegnativa per un escursionistica ma, se si ha un minimo di esperienza alpinistica, diventa praticabile senza grosse difficoltà. Poi, cosa vuol dire essere alpinisti è un discorso lungo, magari un'altra volta.

Leggi tutto: Monte Vettore per la cresta nord-est (Monti Sibillini)

Monte Prena, versante settentrionale (Gran Sasso)

Il versante settentrionale del monte Prena è uno dei posti meno frequentati del gruppo del Gran Sasso. I sentieri che permettono di accedere in questa zona sono molto essenzialmente due, il primo sale dalla Radura del Quadrato e l'altro dal colle delle Nozze. Nonostante la scarsità di tracciati sono possibili più soluzioni per realizzare delle escursioni, ad esempio l'anello descritto sotto (salita dal colle delle Nozze e discesa per la Radura) può essere variato in diversi modi. Si può allungare giungendo al Vado di Ferruccio e scendendo per la Cimetta oppure, per chi vuole la vetta ad ogni costo, si può arrivare fino in cima al monte Prena. Ovviamente stiamo parlando di dislivelli di tutto rispetto quindi prima di provarci assicuratevi di essere ben allenati. Un altro aspetto da tenere conto è l'esperienza: per percorrere questi sentieri occorre essere molto esperti. I motivi sono diversi: dislivello, sviluppo e difficoltà. Dislivello e sviluppo sono quelli che sono (oltre 1400 m e circa 20 Km), se uno è allenato non ci sono problemi altrimenti meglo cambiare escursione. Per quanto riguarda invece le difficoltà il discorso è più sfuggente; il tracciato è segnalato, sia con segni di vernice (recenti in alcuni punti) sia con picchetti e/o ometti di pietra però in parecchi punti la traccia è molto esile e traversa su ripidi prati di erba alta. Scivolare qui potrebbe essere molto pericoloso. Inoltre in caso di nebbia trovare il percorso è sicuramente molto problematico. Se si vuole raggiungere il Vado di Ferruccio occorre anche superare un breve tratto attrezzato. Trattandosi di un Parco Nazionale non si capisce bene chi abbia segnato i sentieri, se sia opera dell'Ente Parco, di qualche sezione CAI oppure di semplici escursionisti. Fatto è che la segnaletica non è quella ufficiale (segni bianco-rossi), la numerazione sul posto è inesistente ma viene riportata sulla nuova carta del CAI dell'Aquila mentre è assente sulle altre carte (Il Lupo, SER, Meridiani Montagne, Kompass). I segni di vernice per indicare il percoso poi sono enormi e orrendi. Non è per fare polemica ma è tanto difficile fare le cose bene? Per il resto si tratta di un'escursione grandiosa; varia, panoramica e di grande soddisfazione.

Leggi tutto: Monte Prena, versante settentrionale (Gran Sasso)

Monte Brancastello e Cima delle Fienare (Gran Sasso)

Il monte Brancastello è abbastanza frequentato; alcuni lo salgono da Vado di Corno, il percorso più semplice, altri lo "attraversano" percorrendo il Sentiero del Centenario; un itinerario che percorre tutta la lunghissima dorsale orientale del Corno Grande. Pocchissimo frequentato risulta invece il versante settentrionale: il Vallone. L'itinerario che risale questo versante inizia dal piccolo paese di San Pietro, un borgo con un panorama veramente notevole, una vista unica sulle principali cime del gruppo del Gran Sasso tra cui spicca il Paretone e la parete nord del monte Camicia. Dal paese una stretta strada asfaltata permette di parcheggiare a circa 1100 metri. L'escursione presenta quindi un dislivello non eccessivo ma neanche banale, alla fine sono circa 1400 metri per una sviluppo di 15 chilometri. Durante il percorso non si incontra acqua (almeno da inizio estate in poi) e, cosa ormai rara, per quasi la totalità del tragitto non ci sono segni di vernice.

Leggi tutto: Monte Brancastello e Cima delle Fienare (Gran Sasso)

Monte Pizzone (Majella)

Penso che i pochi escursionisti che si avventurano su questa cima siano essenzialmente i soci del Club 2000m. Chi fa parte di questa associazione "deve" raggiungere tutti i duemila dell'Appennino e quindi anche questa vetta. Una cima che altrimenti sarebbe quasi totalmente dimenticata; primo perchè difficile da raggiungere (in tutti i sensi, non ultimo i pini mughi), secondo perchè si trova sotto ad un'altra vetta molto più importante: il monte Acquaviva. Per arrivarci si possono seguire diversi itinerari: dalla Maielletta per il monte Focalone e il monte Acquaviva (A/R), da Fara San Martino per la grotta dei Callarelli e la valle Acquaviva (A/R) oppure, sempre da Fara, per il vallone di Santo Spirito (Anello). La scelta migliore è sicuramente di raggiungere questa cima facendo una traversata, salire al monte Acquaviva (Maielletta, Rava del Ferro, ecc) e poi scendere a Fara San Martino per la grotta dei Callarelli (vedi itinerario Dalla Rava del Ferro alla val Serviera) sempre se non si dispone di più giorni, in questo caso la scelta ottimale è quella di bivaccare nei pressi di una delle grotte con acqua nei pressi e ... prendersela comoda.

Leggi tutto: Monte Pizzone (Majella)
Pagina 2 di 31
  • Inizio
  • Indietro
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • 8
  • 9
  • 10
  • Avanti
  • Fine

Auaa.it - Copyright

Bootstrap is a front-end framework of Twitter, Inc. Code licensed under MIT License. Font Awesome font licensed under SIL OFL 1.1.