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Monte di Mezzo da Frattoli (Monti della Laga)

Più che scialpinismo si potrebbe chiamare sciescursionismo, e se esistesse il grado SS (Scarsi Sciatori), qui potrebbe essere dato tranquillamente. Questo per dire che si tratta di una gita molto facile (tecnicamente) e quasi priva di pericoli oggettivi (attenzione però in caso di nebbia). D'altra parte se uno desidera ardentemente di sciare perchè non va in pista? Detto questo si tratta di una gita veramente bella, con un panorama superbo e una sciata divertente.

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Vallone di Vradda (Monte Camicia - Gran Sasso)

Nonostante il monte Camicia abbia un solo versante sciabile è la cima più frequentata del gruppo del Gran Sasso dopo il Corno Grande. Lungo i crinali che scendono verso la piana di Campo Imperatore abbiamo due itinerari classici, molto ripetuti e spesso in ottime condizioni: il Paginone e il Vallone di Vradda. Entrambi sono piacevoli ma secondo noi il vallone offre qualcosa in più, la discesa dentro la stretta gola offre squarci di panorama suggestivi così come l'affaccio sulla parete nord, vero balcone su tutto l'Abruzzo orientale.

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Dalla Maielletta a Palombaro (Majella)

"Una delle traversate più complete e di grande respiro dell'Appennino, impegnativa quanto gratificante ... un unico appassionato commento: magnifica" questo pezzo è tratto dalla guida di scialpinismo "La montagna incantata" e non ci sentiamo di smentirlo. Questo itinerario è veramente "grande", grande lo sviluppo, grandi gli ambienti, grande l'impegno. Una escursione tra le più remunerative dell'Appennino.

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Monte di Mezzo dalla diga sul Rio Fucino (Monti della Laga)

Sicuramente il Monte di Mezzo è la cima più frequentata dagli scialpinisti. Anche se non molto alta (poco più di 2155 m) questa montagna ha dalla sua il superbo panorama sulla catena del Gran Sasso e sul sottostante lago di Campotosto e presenta escursioni varie e senza grosse difficoltà. Per questo, e per la facilità di accesso, l'itinerario descritto è tra i più percorsi del gruppo.

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Pizzo di Sevo da Collalto (Monti della Laga)

Pizzo di Sevo è una delle cime più belle per lo scialpinismo, il suo cono finale permette in discesa di spaziare tra canali, dossi e lisci pendii sempre con pendenze contenute. Come tutte le medaglie ha il suo rovescio, in questo caso si tratta della salita. Da qualsiasi versante si intende salire il dislivello è notevole e lo sviluppo a volte esagerato sia dal versante orientale sia da quello settentrionale. Unica eccezione, ma solo se l'innevamento è scarso in basso, riguarda la salita da Macchie Piane, questo comunque se la strada è percorribile. Questo itinerario così come è descritto sotto non è tra i migliori, oltre sette chilometri di noiosissima strada prima di arrivare al rifugio dove iniziano i pendii sciabili. Un gita quindi che sarebbe possibile solo quando la strada fosse aperta ma questo è impossibile poichè comunque si tratta di una carrareccia con divieto di accesso.

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Monte Morrone da Roccacaramanico (Majella)

Le Montagne del Morrone sono un gruppo montuoso situato nel Parco Nazionale della Majella. Questa catena montuosa divide la valle Peligna dalla Majella e da questa è separato dal fiume Orta. Non molto alto, massimo 2061 m, è però molto esteso e offre numerosi tinerari escursionistici. Quello proposto si svolge sul versante orientale, è un anello abbastanza lungo (circa 20 Km) con un discreto dislivello (oltre 1000 m) e quindi richiede un buon allenamento. Roccacaramanico (info qui) è il luogo di partenza, un borgo abbandonato definitivamente negli anni '80 ma che ultimamente ha visto nuove presenze e molte case ristrutturate. Un paese molto carino da cui inizia l'itinerario che per buona parte si svolge nel vasto bosco di faggi che copre tutta la montagna, spesso è un bosco non particolarmente interessante ma una volta usciti sui prati sommitali il panorama si fa superbo. Il Monte Morrone infatti è una cima con veduta a 360° con una vista particolare su tutto il versante occidentale della Majella.

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Laturo (Valle Castellana)

Laturo, al pari di altri paesi della Valle Castellana, è un borgo disabitato e in completo abbandono da diversi decenni. E' raggiungibile a piedi con una camminata di circa 45 minuti per una comoda mulattiera. In veloce "dissolvimento" questo piccolissimo borgo sta scomparendo, i muri delle case stanno crollando e i rovi si stanno riappriopriando della zona. Le foto sottostanti fanno vedere come, in pochi anni, la natura si sta rimpossessando della zona e tra poco sarà impossibile visitare le poche case rimaste in piedi. Anche oggi comunque occorre fare moltissima attenzione per una eventuale visita al paese in quanto la totalità delle case è pericolante e non è consigliato avvicinarsi troppo alle mura.

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I Laghetti di Poggio d'Api (Monti della Laga)

I laghi naturali sono rari nell'Appennino e spesso hanno dimensioni minime. I laghetti di Poggio d'Api sono di questa specie, due piccolissime "pozze" d'acqua incastonate tra i boschi del versante settentrionale della Laga, precisamente nel bosco Pannicaro. Facilmente raggiungibili dal paese sono interessanti sia d'estate che d'inverno; nella bella stagione offrono ombra e rilassanti radure frequentate da bovini, d'inverno rappresentano una meta per escursionisti muniti di ciaspole oppure con sci da fondo escursionismo.
La zona recentemente è stata inserita dalla Comunità Europea tra i siti importanti per il mantenimento della biodiversità, nelle acque del lago Secco e del lago della Selva vivono diverse specie animali che è bene proteggere.

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Monte Patino (Monti Sibillini)

Quando uno pensa ai Monti Sibillini ha in mente la catena principale, il Vettore, la Sibilla, ecc. in realtà il gruppo (e il Parco) comprende una zona molto più vasta, tutta la parte ad ovest della piana del Castelluccio per esempio può essere considerato un sottogruppo. Tra le cime principali di questa zona spicca il Monte Patino, a picco tra Norcia a sud e la valle Castoriana a nord. L'itinerario descritto permette di "circumnavigare" questa cima compiendo un vero e proprio anello intorno ad essa, salendo per la valle di Patino (sud) e scendendo per la valle Cerasa (nord) con al culmine la forca di Giuda.

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Monte Gorzano versante est (Monti della Laga)

Tutto il versante orientale della Laga è solcato da grandi e boscose valli. Qui lo scialpinismo ha una dimensione non comune con gli altri gruppi appenninici, le pendenze sono minori, la neve spesso non è eccezionale e le probabilità di "perdersi" nel bosco non sono così remote. Per questo chi nello scialpinismo apprezza più il lato sportivo e "discesista" qui non ha pane per i propri denti. In compenso la vista gode di grandi scenari, il colpo d'occhio sul gruppo del Gran Sasso è spettacolare.

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